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Rivista della Diocesi 2011 - N. 1 - Webdiocesi

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IL VANGELO GUIDA MAESTRA ANCHE PER LA VITA<br />

ECONOMICA: EVANGELIZZARE ABITANDO L’IMPRESA<br />

E LA PROFESSIONE CON SGUARDO DI FEDE<br />

Lezione tenuta dal prof. Angelo Ferro, Presidente Nazionale<br />

UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), alla Scuola<br />

di Cultura Cattolica “Mariano Rumor” – Vicenza, Palazzo delle<br />

Opere Sociali, 27 febbraio <strong>2011</strong><br />

Nel linguaggio comune, gli uomini d’impresa sono visti come persone<br />

che privilegiano i loro interessi, ricercano essenzialmente il profitto, agiscono<br />

allo scopo di massimizzare l’efficienza finanziaria. Così sono spessissimo<br />

affiancati a mammona. Il termine ricchezza è detto nel testo greco con la<br />

parola mammona, una parola aramaica che non compare mai nell’Antico<br />

Testamento. Forse era il nome di una divinità fenicia e nell’uso fenicio voleva<br />

proprio dire “guadagno”. Esso determina la ricchezza come una forze<br />

personificata, un anti-Dio, un idolo. La cupidigia è infatti l’antitesi <strong>della</strong><br />

carità è idolatria (cfr. Col 3,5).<br />

La ricchezza, mammona, viene chiamata ingiusta: essa è ingannatrice, è<br />

un bene che perisce (cfr. Mt 6,19); non ci si può appoggiare su di essa, non ci<br />

appartiene. È opposta non ai beni legittimi, ma a quelli eterni: ogni possesso<br />

umano è contaminato di ingiustizia perché sviluppa nell’uomo la tendenza<br />

al possesso. Il vero bene, la vera ricchezza è quella eterna. Si possiede solo<br />

ciò che si dona; il discepolo è chiamato a condividere i beni terreni nella consapevolezza<br />

che tutto viene da Dio (cfr. 1Ptl).<br />

La ricchezza poi ha in sé il grave pericolo di farci sentire al sicuro, appagati,<br />

autonomi, indipendenti da Dio; pensiamo allora a tutte le varie forme<br />

di ricchezza: da quella economica, a quella culturale, alla salute ... Il salmo<br />

49 sottolinea nel suo ritornello: “L’uomo nella prosperità non comprende: è<br />

come gli animali che periscono!”. La parabola del seme (cfr. Lc 8,14) ricorda<br />

che il seme caduto fra le spine, cioè le preoccupazioni, la ricchezza, i piaceri,<br />

non giunge a maturazione. Lo stesso concetto di San Paolo: “Ai ricchi il<br />

Signore raccomanda che non pongano la loro fiducia nelle incerte ricchezze,<br />

ma che facciano opere buone”. (1Rm 6,17)<br />

Ecco perché molto spesso solo nel momento di difficoltà si cerca Dio:<br />

sono quei periodi in cui facciamo esperienza <strong>della</strong> nostra povertà e del<br />

nostro bisogno di Lui.<br />

Un altro passaggio importante che colora nel Vangelo chi gestisce attività<br />

economiche, riguarda la fedeltà ai propri doveri: qui l’amministratore<br />

infedele è richiamato come esempio negativo: se si è infedeli come lui nelle<br />

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