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Rivista della Diocesi 2011 - N. 1 - Webdiocesi

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· Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà<br />

e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi<br />

saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno<br />

demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se<br />

berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati<br />

e questi guariranno (Mc 16,15-18).<br />

L’andare contro corrente imponendo le mani ai malati e facendoli guarire, significa<br />

una vera, individuale – le mani infatti si impongono uno per uno –, autentica,<br />

capillare vicinanza all’uomo con la sua malattia, sofferenze e difficoltà,<br />

accettandolo così com’è, standogli vicino, imponendogli le mani con amore e con<br />

fede perché, non per nostro potere ma unicamente nel nome di Gesù, noi pensiamo<br />

di poter aiutare qualcuno. Il vostro andare contro corrente è la vicinanza<br />

all’uomo e a tutte le situazioni umane quotidiane più misere, più abbandonate;<br />

le situazioni <strong>della</strong> parrocchia e del quartiere alle quali nessuno pensa perché<br />

non hanno etichetta e non hanno colore, bensì grigiore 15 .<br />

Cfr. HÄRING B., Preti di oggi preti per domani. Quale prete per la Chiesa<br />

e per il mondo? (Queriniana, Brescia 1995) 20-23.<br />

<br />

· Beati quelli che sono nel pianto (CEI ‘77: afflitti) perché saranno consolati (Mt<br />

5,4).<br />

La beatitudine promessa non sta nel pianto in sé, quasi lo si debba ricercare<br />

per essere nella gioia. La beatitudine sta tutta nella vicinanza provvidente<br />

di Dio, il quale – e Lui solo –, promette la gioia agli afflitti, gioia beata<br />

che consisterà nell’essere consolati non nel permanere nello stato di afflizione<br />

ma nella scomparsa definitiva (escatologica) <strong>della</strong> causa del pianto.<br />

Il lutto significa un esporsi a quei dolori ed un accettare quelle sofferenze che<br />

provocano la morte – ed il suo ambito – ed il peccato nelle persone che si impegnano<br />

in legami stretti e profondi con gli uomini e con Dio; esso vuol dire accettare<br />

e vivere quella vulnerabilità che è una forma <strong>della</strong> nostra povertà, non tentare<br />

un falso superamento di quest’ultima mediante una chiusura egoistica ed<br />

una vita di lusso, ma attendere da Dio il superamento <strong>della</strong> detta povertà […].<br />

La seconda beatitudine parla al futuro e presenta, inoltre, un’azione più specifica<br />

di Dio, che, però, fa parte del suo dominio regale escatologico. Dio consolatore<br />

farà sparire le cause del lutto. Egli mediante la sua presenza manifesta<br />

15<br />

MARTINI C.M., Liberi di credere. I giovani verso una fede consapevole (Ed. In dialogo,<br />

2009) 156.<br />

177

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