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ioetica<br />
di Giusi Venuti<br />
Cogit-Azioni<br />
PICCOLA STORIA DI UN PROGETTO<br />
CULTURALE SOSTENUTO ANCHE DA MAG<br />
Che ci sia<br />
un’emergenza<br />
culturale è un fatto<br />
che sta sotto gli occhi<br />
di tutti, che ci sia chi<br />
concretamente agisce<br />
e investe per fare<br />
fronte all’emergenza<br />
è una notizia che,<br />
spesso, non passa.<br />
92<br />
apr 12<br />
La Costituente per la cultura<br />
promossa dal Sole 24 ore<br />
è certamente un passo importante.<br />
Provare a guardare<br />
lontano, mettersi insieme per<br />
parlare e ragionare su come le cose stiano,<br />
al di fuori degli schemi previsti dalle funzioni<br />
strumentali di determinati rituali dialogici<br />
(giuridici, psicologici, accademici), è, infatti,<br />
cosa necessaria, ma anche rischiosa. Non<br />
possiamo permetterci che la tensione politica<br />
di questo momento si riduca alla solita<br />
retorica di quel dialogo decostruttivo che ci<br />
ha, ormai, lasciato a pezzi. La proposta che<br />
faccio è quella di oltrepassare il dialogo per<br />
recuperare due dimensioni del pensare: il<br />
<br />
D’orlando, in provincia di Messina, e promosso<br />
dall’attore Alessandro Bergonzoni.<br />
<br />
di offrire a tutti i cittadini uno spazio-tempo<br />
in cui si approfondiscano<br />
quei temi di bioetica che toccano le<br />
vite di ciascuno (eutanasia, fecondazione<br />
assistita, testamento biologico)<br />
non attraverso i soliti seminari in cui<br />
chi non sa resta semplice spettatore<br />
passivo, ma attraverso un lavoro su<br />
mente e corpo insieme.<br />
Una ricerca teorico-formativa che si voglia,<br />
<br />
infatti, occupare di questioni così complesse<br />
pensando) e lo si fa, sempre, a partire da senza sapere quale sia la natura e il peso<br />
e per altri. C’è del lavoro urgente da fare, del corpo e senza dare spazio a coloro che,<br />
a parte il dialogo. Bisogna, stando alle indi- da professionisti, lavorano, più che con la<br />
cazioni della bioetica, ricostruire un ponte parola pensata e ripetuta, con il corpo sen-<br />
tra la scienza (ciò che si sa) e la saggezza tito, agito ed esposto è destinata a restare<br />
(l’uso contestuale e appropriato di ciò che non solo priva di realtà ma è, suo malgrado,<br />
si sa). Chi se ne occupa? Chi si allontana dal condannata a riprodurre un dualismo schi-<br />
proprium, dal certo di ciò che conosce per zofrenico di tipo cartesiano secondo cui<br />
quell’incerto che è tutto da costruire? Chi da una parte ci sono menti che pensano e<br />
sceglie di mettersi a disposizione in vista di dall’altra parte corpi che subiscono. Il senso<br />
un compito che - come si dice - riguarda di questo progetto non è, infatti, quello di<br />
tutti ma che, a causa della crisi economica <br />
che grava sui bisogni primari, solo in pochi, né di creare degli esperti di bioetica né di<br />
in questo preciso momento storico, posso- addestrare a delle tecniche di recitazione,<br />
no fare? Questa è la domanda da cui muo- ma di offrire uno spazio-tempo in cui si rive<br />
e cui cerca di rispondere un progetto e si agisca il senso dell’essere attore<br />
culturale di formazione teatrale alla bioetica teatrale come di colui che, in prima persona,<br />
(CogitAzioni) patrocinato dall’università degli a partire dall’intenzionalità del corpo e dalla<br />
studi di Messina e dall’Istituto italiano di Bio- dinamica delle emozioni, mette in moto una<br />
etica sezione Sicilia, sostenuto dalla rivista particolare strategia di ricerca teorica e di<br />
<strong>Mag</strong> e dall’associazione “la Ragnatela onlus” relazione politica.