decanter 2, giugno 2006

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politica e società Sviluppo locale per la competitività globale è una ricetta per una sfida possibile, una opportunità per interi territori e regioni del mondo di essere protagoniste nel nuovo millennio. Ed è su questo campo che anche un piccolo territorio come quello della regione Basilicata può e deve giocarsi la partita del futuro. La presenza in Basilicata di strutture scientifiche d’eccellenza, che hanno investito in settori ad alta prospettiva di sviluppo come quello delle biotecnologie (Metapontum Agrobios, ENEA, Università di Basilicata), e di capitale umano di alto livello tecnico scientifico, rappresenta una premessa da cui poter partire per avviare un processo di coordinamento e concentrazione di risorse per la costituzione di distretti tecnologico-produttivi, che fungano da attrattori di investimenti. Tra i settori che possono beneficiare rapidamente di questo impulso vi sono l’agroalimentare e l’agroindustria, attualmente attraversati da una profonda crisi, comparti di punta del sistema produttivo della Basilicata e su cui si sono concentrate le attenzioni di molti progetti dei soggetti che conducono attività di ricerca sul territorio. In questa direzione vanno concentrate anche le risorse della divulgazione e dei servizi di sviluppo 12 agricolo, con azioni sul fronte dell’innovazione più incisive del passato, fondamentali per il successo del trasferimento tecnologico e per dare prospettiva di sviluppo alle aziende. Il recente Piano Strategico varato dalla Regione Basilicata, che individua con lucidità la possibilità di generare un polo sulle biotecnologie nel settore agroalimentare-industriale ed ambientale nel Metapontino rappresenta un passo significativo in questa direzione. Questa indicazione strategica va adeguatamente sostenuta e tradotta rapidamente in atti concreti, riconducendo ed armonizzando con essa anche altre iniziative, come quella del Distretto Agroalimentare del Metapontino, mediante la costruzione di un vero e proprio progetto di sviluppo territoriale. In Basilicata sono presenti tutte le condizioni perché, dalla concentrazione di massa critica di risorse intellettuali, strutturali, produttive e tecnologiche, si possa generare nuova energia che illumini il cammino del recupero della competitività delle imprese, nel solco delle priorità strategiche per l’Europa e per le Regioni Obiettivo 2 enunciate a Lisbona e a Goteborg. Proviamoci. P Metaponto, Tavole Palatine
P Il tempo è una variabile che ha condizionato e condiziona i sistemi sociali in generale. Il tempo condiziona la quotidianità del sistema sociale per le singole modalità di rappresentazione. Ciò è avvenuto in tutte le fasi dello sviluppo storico e sociale dell’umanità. È, in ogni modo, solo con la rivoluzione industriale che s’inizia a parlare d’organizzazione dei tempi sociali. In questo periodo s’inizia a considerare il tempo come concetto di durata (lavorativa e personale), come processo standardizzato della produzione e della gestione personale e familiare, come oggettivazione, come mercificazione o valore di scambio in base ad una prestazione lavorativa, o come rapporto diacronico fra tempo lavorativo e tempo del non lavoro. Successivamente, dalla società fordista a quella post-industriale o post fordista, il concetto del tempo lavorativo e del tempo personale subisce un cambiamento notevole. Il cambiamento della gestione del tempo nell’era post fordista si caratterizza per modalità differenti d’utilizzo della risorsa tempo per sé (maggior tempo libero dovuto ad uno sviluppo dell’economia della conoscenza), maggiore diversificazione delle organizzazioni in cui l’individuo copre più ruoli e in ambiti differenti, aumento dei politica e società Il tempo e le politiche di conciliazione servizi in favore dell’individuo e della famiglia. Nell’ambito delle scienze sociali, il concetto di tempo è stato analizzato come l’insieme dei comportamenti e dei vissuti che l’individuo riesce a gestire quotidianamente nei singoli ambiti. Poiché la variabile tempo assume aspetti e dimensioni complesse e multidimensionali, le scienze sociali hanno parcellizzato le modalità d’analisi, individuando aree di interesse specifico. Così, lo studio della gestione del tempo nelle organizzazioni economiche e produttive ha come unità di analisi il lavoro (sociologia del lavoro e dell’organizzazione) mentre nell’area della sociologia della famiglia, il tempo viene analizzato in base ai ruoli di genere, alle modalità di esprimere la propria personalità in relazione con gli altri. In altre aree d’indagine si considera il tempo come una risorsa che condiziona la vivibilità urbana e la stessa qualità della vita in generale. A livello macro sociale, la gestione del tempo equivale ad una adeguata organizzazione della società nel suo complesso. Come abbiamo visto, l’utilizzo del tempo è trasversale alla quotidianità dell’individuo e delle sue implicite e esplicite manifestazioni. Adeguare i ANTONIO SANFRANCESCO tempi ai singoli vissuti significa migliorare la qualità della vita e dei sistemi di relazione sociale. Comunque, il tempo è una risorsa scarsa che va adeguatamente gestita nelle varie dimensioni quotidiane. Pertanto per poter meglio razionalizzare l’uso del tempo si avverte la necessità di realizzare politiche dei tempi in cui si ottimizzano le varie dimensioni sociali in relazione con le dimensioni dello sviluppo del sé in relazione ai bisogni soggettivi ed oggettivi. È importante che vi sia uno spazio organizzato per la gestione del tempo produttivo che vi sia un tempo per sé, un tempo sociale per la famiglia e un tempo per la cura di sé e degli altri. La ricerca sociale sulla gestione del tempo (time budget analisys) si è orientata soprattutto nella descrizione degli stili di vita, delle differenze di genere e di classe. Con il movimento femminista e con lo sviluppo tecnologico (fase post fordista) gli orientamenti dell’analisi del tempo si sono evoluti verso le modalità di conciliazione dello stesso in relazione a fenomeni quali la doppia presenza e/o la diminuzione del tempo del lavoro rispetto al non lavoro. L’uso del tempo è cambiato. I bisogni sociali si sono diversificati e con essi anche le politiche dei tempi assumono 13
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