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decanter 2, giugno 2006

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Cultura<br />

La pittura di<br />

Gerardo Cosenza<br />

Ricordo di un viaggio a “stelle e strisce”<br />

A pochi mesi dalla scomparsa una importante mostra a Potenza ricorda<br />

il percorso artistico del pittore lucano. L’importanza del soggiorno negli<br />

Stati Uniti per la sua formazione<br />

Tra i tanti periodi assai floridi ed intensi (sul piano della diffusione<br />

di mercato e della compartecipazione critica ricevuta dal<br />

suo lavoro) l’artista Gerardo Cosenza va, senza dubbio, ricordato<br />

per quel momento storico che segna non solo il suo esordio artistico,<br />

in campo nazionale ed internazionale, ma anche il periodo<br />

più “illuminato” ed “illuminante” della sua attività artistica e<br />

creativa. Esso si situa – in maniera precisa - tra il 1984 ed il 1986<br />

e se la batte alla pari, per risultati “speculativi” (ossia utili e vantaggiosi)<br />

ottenuti, con il periodo che va da 2.000 al 2.005.<br />

Il mio tentativo (storico-critico, ma anche elegiaco per certi<br />

aspetti) sarà adesso quello di ripercorrere le fasi salienti di questo<br />

primo interessante, variegato e molto creativo ciclo pittorico,<br />

attraverso una serie di racconti personali, d’intense memorie private,<br />

d’indefiniti appunti di viaggio: quasi a voler sfogliare, con<br />

questo mio discreto modo di raccontare, una sorta di diario dei<br />

ricordi, in cui le reminiscenze del passato sono rimaste, dentro<br />

di me, assai vive. Esse si sviluppano, nella mia mente, in tanti<br />

piccoli flashback, in tanti piccoli segni, velati – non nascondo<br />

- di nostalgia.<br />

Ma andiamo avanti con ordine. Era la calda estate del 1984.<br />

Lui si trovava in vacanza, al mare, a Scanzano Jonico, con il suo<br />

camper. Era lì con la sua famiglia. Mi raccontò - a questo proposito<br />

- che molte mattine si svegliava presto all’alba, per recarsi al<br />

largo con i pescatori del luogo. Al ritorno a riva, la barca era piena<br />

- nella maggior parte dei casi - di un abbondante pescato. Si trattava,<br />

per la verità, di piccoli pesci: perlopiù seppie, calamari ed<br />

acciughe, quelli che il Mar Jonio, da sempre, offre in quel largo<br />

tratto di costa che abbraccia la piana di Metaponto ed i territori<br />

lucani dei Comuni di Pisticci, Policoro, Rotondella e Nova Siri.<br />

RINO CARDONE<br />

Mi chiamò per telefono, a Montalbano Jonico: dove mi<br />

trovavo anch’io in vacanza e dove, qualche anno prima, lui<br />

aveva partecipato, su mio invito, ad una delle sue prime collettive<br />

d’arte, in occasione di una rassegna culturale che per<br />

tre anni di seguito portò in questa cittadina jonica il meglio<br />

delle espressioni artistiche, teatrali, giornalistiche e letterarie<br />

del sud Italia. Mi disse se volevo condividere con lui<br />

un breve viaggio. Si trattava di andare a Montesano sulla<br />

Marcellana, in provincia di Salerno: appena a ridosso della<br />

Valle dell’Agri passando per le montagne che dominano,<br />

da una parte, il Vallo di Diano e dall’altra parte la Valle del<br />

Sinni. Doveva partecipare, in questo paese dell’Appennino<br />

meridionale - situato lungo la catena della Maddalena - ad<br />

una collettiva d’arte organizzata dal critico d’arte salernitano,<br />

Massimo Bignardi. Il titolo della mostra era “Opera<br />

Omnia”. Il luogo di esposizione era, invece, il solarium delle<br />

terme: le quali rappresentano la grande attrattiva turistica,<br />

di questo paese campano, insieme con una copia fedele –<br />

che si trova nel centro storico - della chiesa di Notre-Dame<br />

di Parigi. Si tratta di una chiesa, molto bella all’aspetto, che<br />

è stata realizzata in piccolo, in paese, grazie ai fondi che<br />

sono stati offerti da un emigrato locale, che ha fatto fortuna<br />

all’estero.<br />

Durante il viaggio avemmo modo di scambiarci molti<br />

pareri e numerose opinioni personali, al riguardo dell’arte.<br />

Da poco era nato a Potenza il “Collettivo d’Arte Quinta Generazione”:<br />

cui facevamo ambedue parte; nella prima fase<br />

insieme con Giovanni Cafarelli, Marco Santoro e Felice Lovisco,<br />

cui si aggiunse presto, un altro, vivace, drappello di<br />

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