31.05.2013 Views

decanter 2, giugno 2006

decanter 2, giugno 2006

decanter 2, giugno 2006

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

C<br />

“Al pomposo,<br />

preferisco il giocoso”<br />

La poesia di<br />

Francesco Cosentino<br />

GIANCARLO TRAMUTOLI<br />

Francesco Cosentino (1959-2004) ha pubblicato:<br />

E sia, le disobbedienti energie, Altrimedia Edizioni,<br />

Matera-Roma, 1998.<br />

A disposizione, I Nadir 003, Arteria Edizioni, Matera, 2000.<br />

Fare poesia, Altre Muse Editrice, Matera, 2003.<br />

Inoltre, AltreMuseEditrice, 2005.<br />

c u l t u r a<br />

Francesco Cosentino, appartiene a quella rara schiera di poeti che<br />

preferiscono l’invenzione alla ripetizione. Tra la folla di ripetenti<br />

che hanno la presunzione di tentare ancora di rifare Pascoli, Leopardi,<br />

o pure Montale, ci sono pochi pazzi che hanno la saggezza<br />

di fare (come etimologicamente dice la parola “poesia”) cose diverse,<br />

con umile megalomania, con feroce autoironia, cercando<br />

percorsi poco battuti. Proseguendo per quella strada già percorsa<br />

da poeti eccentrici come Toti Scialoja, Giorgio Weiss, Attilio Lolini,<br />

Giulia Niccolai o dal nostro Vito Riviello. Sono questi gli<br />

ultimi capiscuola di una linea buffa e trasgressiva che comincia<br />

già nel Duecento con Cecco Angiolieri e prosegue nel Quattrocento<br />

con Burchiello e poi con Pulci, Berni, Folengo, Baffo, fino<br />

al novecentesco “lasciatemi divertire” di Palazzeschi, dove non<br />

ci si nega il piacere della musicalità, dello spiazzamento, del non<br />

sense. Dove la poesia può prendersi il lusso di dire, scherzando<br />

scherzando, cose amarissime.<br />

Ecco, Cosentino appartiene a questa famiglia di buontemponi.<br />

Poeti non dediti alla pomposità e all’eterno lamento, ma disponibili<br />

al gioco, all’umorismo, al paradossale. Poeti che colgono<br />

meglio, proprio attraverso questo approccio libero, l’essenza tragicomica<br />

della vita.<br />

Quella di Cosentino è una poesia veloce, verticale, tutta giocata<br />

sul paradosso, l’ironia, il calembour. Ha un’energia nervosa che<br />

era quella che aveva Franco, così come l’ho conosciuto. Il suo<br />

verso gioca su una compresenza di humour e malinconia. Ma ha<br />

pure il gusto beffardo di spiazzare il lettore. Ad esempio:<br />

Ormai<br />

Non mordi / Soltanto abbai / E pure assai // È il gioco che fai /<br />

Sempre in cerca di guai / Ti offri e mai ti dai.<br />

Senza rinunciare a toni ironicamente dolenti:<br />

Contriti<br />

Come quando / Non captano / La tua attenzione // Le parole /<br />

Cominciano a stemperarsi / Perdere calore // I contorni disfarsi /<br />

Battere in ritirata / In fretta verso la foce // Farsi appunti / I mutevoli<br />

/ Toni della voce<br />

O amaramente comici:<br />

Distratto impaziente<br />

Sollevi / Il coperchio / Ispezioni / La padella // Aspetti / La tua<br />

bella / da diversi / Quarti d’ora // Friggono / Le budella / Gli intestini<br />

/ E pure l’interiora.<br />

Usando l’effetto taumaturgico del paradosso come in:<br />

Sinceramente<br />

Diciamoci / La verità // Mentiamo / Spudoratamente.<br />

Credo, infine, che lo stile brioso dei versi di Francesco Cosentino<br />

dimostri come sia ancora possibile evitare l’effetto nostalgico,<br />

appassito e mortifero di tanta poesia contemporanea. Poesia che<br />

oscilla minacciosa, tra la noia e l’enfasi. Tra la soporifera arpa<br />

lirica e l’inutile rumore retorico del trombone.<br />

43

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!