decanter 2, giugno 2006

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Benvenuto
decanter
llʼinizio degli anni no-
vanta, al tempo dellʼ implosione
del sistema politico
che aveva governato lʼItalia,
la Basilicata sembrava avviata
ad un inarrestabile declino.
Autorevoli ipotesi (Fondazione
Agnelli) ridisegnando
realtà regionali che avessero
un profilo autonomo, ne ipotizzavano
lo smembramento.
Se commisuriamo a queste
premesse, il sussulto democratico
e diremmo anche
identitario che ha percorso
questo territorio in risposta
alla designazione per decreto
del Governo, di Scanzano
come sito unico per il deposito
delle scorie nucleari, possiamo
capire che molte cose sono
mutate in quella zona ed in
tutta la regione.
Risorse precedentemente
non sfruttate, insediamenti
produttivi di grandi dimensioni,
mutamento del quadro
politico hanno immesso nella
regione elementi di sviluppo
e di vitalità del tutto inediti.
Alcuni dei problemi attuali
come la tutela e la valorizzazione
del territorio e di risorse
naturali essenziali come lʻacqua
sorgono da questo nuovo
scenario, altri più antichi,
vanno comunque ricollocati
entro un quadro non statico.
Le difficoltà più volte richiamate
anche dai responsabili
segue in ultima
1 laboratorio
laboratorio della sinistra lucana
Fiat Melfi
operai
alla riscossa
Anna Maria Riviello p. 7 Camilla Schiavo p. 44 Califano Nicoletti p. 12
Pisticci
la centrale
della
discordia
della sinistra lucana
La Basilicata e
lʼeconomia mondo
ROCCO VIGLIOGLIA
“Pensare globalmente, agire localmente”,
mai questo slogan è stato
più attuale nella situazione in cui
versiamo e per cercare di definire le
linee strategiche lungo cui far muovere
la politica regionale prossima
ventura.
Lʼuscita dallʼobiettivo 1, con riduzione
di flussi di fondi comunitari
per una incidenza di almeno 2-3
punti sul PIL regionale, si accompagna
ad una fase dellʼeconomia mondiale
segnata da forti crescite (Cina,
India, Corea del Sud principalmente)
e ad un affanno crescente per aree di
economia matura come i paesi dellʼUnione
Europea (gli USA, vivendo
al di sopra delle loro possibilità, meriterebbe
un discorso a parte), dove
lʼItalia soffre più di tutti.
In questa situazione nella nostra
regione (riduzione di risorse pubbliche
e nuovi scenari di competizione
per lo sviluppo), pensare di mantenere
in piedi, anche solo in parte, un
modello come quello attuale è del
tutto velleitario.
Il modello del decennio trascorso,
a sua volta frutto di una rottura
ed una risposta alla crisi della politica
come si era venuta delineando
in quegli anni, pur caratterizzato dal
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Califano | Riviello p. 3 Nino Calice p. 24 Rocco Colangelo p. 51
1 laboratorio
Contratto tute blu
Il voto di Melfi
un campanello dʼallarme
GIANNINO ROMANIELLO
In Basilicata il voto dei lavoratori
sul contratto dei metalmeccanici
ha palesato una certa sofferenza da
parte della categoria a accogliere
lʼaccordo sottoscritto da Federmec-
2/3 laboratorio
Regione
AAA. Presidente
cercasi
ANTONIO PLACIDO
La ripresa politica settembrina
fa registrare lʼennesimo
episodio di debolezza
e di sfilacciamento offerto
dal centro-sinistra nella seduta
di Consiglio Regionale
dedicata allʼapprovazione
dei primi articoli del nuovo
Statuto.
Quanto è accaduto fa il
paio con la soluzione imbarazzata
e pilatesca partorita
dal Consiglio Regionale in
risposta alla sollecitazione
unanime rivolta dai partiti
del centro-sinistra perché si
rivedesse il discusso e discutibilissimo
provvedimento
adottato a ferragosto circa i
cosiddetti “portaborse”.
È ancora aperta, inoltre,
a dispetto di buoni propositi
e dichiarazioni distensive,
la crisi che ha impedito la
formazione di unʼorganica
giunta di centro-sinistra al
Comune di Potenza allʼindomani
del “plebiscito” che
ha incoronato il Sindaco
Santarsiero.
La sinistra DS, da sola,
sostiene da tempo che, continuando
a rinviare le scelte
sulla guida del governo
regionale per il prossimo
segue in penultima
2 laboratorio
foto di Sebastiano Lamattina
della sinistra lucana
Gesualdo di Venosa
Il suono e l’anima
Anna Maria Riviello p. 39 Giuseppe Vacca p. 56 Lucio Corvino p. 14
Università e ricerca
in Basilicata
della sinistra lucana
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4 laboratorio
Industria lucana
Fine di un ciclo?
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GIANNI PALUMBO
Si torna a parlare di nucleare.
Le rivelazioni di un boss della ʻndrangheta
su un numero de “LʼEspresso”
di giugno e poi lʼarresto del
Sindaco di Scanzano, “chiacchierato”
sin dallʼepoca della mobilitazione
dello scorso anno per presunti
rapporti con la lobby nucleare,
esplicitano uno scenario che, se
fosse vero, chiuderebbe il cerchio
su alcune delle vicende scottanti
che hanno interessato lʼItalia dei
misteri negli ultimi 20 anni.
Una eredità scomoda quella del
nucleare. Il nucleare civile, lo hanno
affermato numerosi scienziati,
non è mai conveniente se non come
sottoprodotto di quello militare e
questʼultimo è imprescindibilmente
legato a quello civile per quanto
concerne lo smaltimento delle scorie
prodotte con tutti i conseguenti
problemi che ciò implica.
La presunta presenza di 100 fusti
di scorie radioattive nel territorio
tra i comuni di Pisticci e Ferrandina,
in particolare in località Coste
della Cretagna–Torrente Vella, è
una notizia di non trascurabile effetto.
Se fosse vero vorrebbe dire
che la lotta del popolo lucano, con-
tro il decreto che individuava il sito
segue in penultima
La redazione p. 25 Marisa Virgilio p. 42 Anna Maria Riviello p. 49
della sinistra lucana
canica e dai sindacati. Vi è stato il
voto negativo della Sata ma anche
di realtà dove le presenza sindacale
è più antica e consolidata (Italtractor,
Pittini, ecc.). Ora, nessuno
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Leonardo
Ferrandina:
Sinisgalli
tra tecnica,
industria
e poesiae poesia
Perrotta | Doria | Capezio | Caressa
M. Padula | S. Padula, pp.27/38 Fulvio Tessitore p. 57 Califano | Viglioglia pp. 39/42
disegno di Gelsomino DʼAmbrosio
2 laboratorio
della sinistra lucana
PIERO DI SIENA
Lʼindustria lucana è
in difficoltà. Sono ormai
troppi i segnali di un affanno
che investe tutti i
settori industriali presenti
nella regione. Eʼ messo in
discussione un processo
che, in un rapporto oggettivamente
virtuoso con
gli atti di “buongoverno”
del centrosinistra lucano,
aveva fatto dellʼeconomia
regionale negli anni novanta
una felice eccezione
rispetto al resto del Mezzogiorno.
I problemi sono sotto gli
occhi di tutti.
Lo stabilimento Sata di
Melfi e le fabbriche del suo
indotto, soprattutto, sono
coinvolti inevitabilmente
nella crisi del settore dellʼauto
causata dalle scelte
dei gruppi dirigenti della
Fiat dellʼultimo decennio.
Disoccupazione
intellettuale
E se non vi sono imminenti
pericoli sul versante del-
lʼoccupazione per lo stabilimento
Sata, diversa è la
situazione per lʼindotto nel
quale, invece, da almeno
segue in penultima
e mercato del lavoro
in Basilicata
Antonio Califano p. 3 Anna Maria Riviello p. 37 Raffaele Giura Longo p. 43
3/4 laboratorio
Economia
“allarme rosso”
ANTONIO CALIFANO
La radiografia dellʼeconomia
lucana che esce fuori
dal “rapporto 2005” a cura
di Unioncamere e Regione
Basilicata ci consegna un
quadro preoccupante. Alcuni
indicatori, che cercheremo
di analizzare, mostrano
chiaramente che ci troviamo
di fronte ad una crisi che da
congiunturale sta diventando
strutturale e che in ogni
caso ci consegna un quadro
generale di stagnazione con
un P.I.L. che cresce (si fa per
dire) dello 0,1 e con un crollo
dei consumi che si riflette
su un triste primato: la provincia
di Potenza e di Matera
sono le prime in Italia
per cancellazioni (6%) dal
registro delle Imprese delle
rispettive Camere di Commercio.
Il dato più negativo
riguarda quegli indici relativi
al tenore di vita delle
famiglie lucane che vedono
un calo delle vendite al dettaglio,
come conseguenza di
redditi che non crescono, e
lʼalto indice di indebitamento
delle famiglie lucane per
segue in penultima
“La Basilicata
che vorrei...”
Intervista
a Vito De Filippo
Ferrandina:
energia
nucleare
dalle bufale
della sinistra lucana
La FIAT di Melfi
e il futuro della Basilicata
PIERO DI SIENA
Lʼintesa sui diciassette turni alla
Sata di Melfi raggiunta tra la Fiat
e i sindacati dei metalmeccanici
costituisce un soddisfacente punto
di equilibrio tra la lunga marcia
intrapresa dai lavoratori di Melfi
di lavorare in condizioni almeno
pari a quelli delle altre fabbriche
del settore auto in Italia e le
esigenza dellʼazienda di tenere
un elevato livello di produttività
degli impianti a fronte della necessità
derivanti dal lancio della
“Grande Punto”.
In verità per i volumi comunicati
dalla Fiat a governo e sindacati
nella riunione del 3 agosto a Palazzo
Chigi, nella quale lʼazienda
di Torino ha annunciato il suo
programma a medio termine nel
settore dellʼauto, secondo la Fiom
a Melfi sarebbero bastati anche
quindici turni. E ciò costituisce
un motivo in più per apprezzare
il senso di responsabilità dei lavoratori
a fronte di augurabili impennate
della domanda nella fase
iniziale di lancio della “Grande
Punto” che potrebbero richiedere
unʼaccelerazione della produzione.
segue in penultima
Nicoletti | Porcari | Giuralongo pp. 8/19 Bruno Leone p. 29 Francesco Laudadio p. 59
della sinistra lucana
Piero Di Siena p. 3 Giuseppe Rolli p. 29 Rino Cardone p. 37
Cerimonia inaugurale del Trend Expo 2006 - foto N. Santagata