e la - Rivista IDEA
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HA TROVATO LA FORZA DI DIRE «BASTA!»<br />
dal<strong>la</strong> casa familiare. Così Anna può finalmente tornare a casa con il<br />
figlio, ma continuano le minacce. Un altro periodo ospite di una comunità<br />
e poi, finalmente, un’altra abitazione, tutta sua, a cui l’uomo non può<br />
avvicinarsi. «Non è facile denunciare e raccontare tutto, lo so, ci sono<br />
passata», dice Anna. «Anch’io non volevo farlo, ma stavo diventando<br />
paz za. Non potevo andare avanti così. Adesso sto bene, sono tranquil<strong>la</strong><br />
e senza paura. Voglio dire alle ragazze nel<strong>la</strong> mia stessa situazione che<br />
bisogna reagire, per non soffrire più e non avere più paura quando cammini<br />
per strada o sei a casa da so<strong>la</strong>, per non vivere più con il terrore di<br />
essere minacciata».<br />
«Voglio ringraziare i Carabinieri e “Telefono donna” che hanno fatto davvero<br />
molto per me. Io avevo bisogno di loro, ero so<strong>la</strong>», conclude Anna. «I<br />
Carabinieri continuano a seguirmi, a interessarsi al<strong>la</strong> mia situazione e<br />
questo è importante per farmi sentire sicura». Ci salutiamo, un’altra stretta<br />
di mano. In mente solo il pensiero che quel<strong>la</strong> ragazza potrei essere io e<br />
che, mentre lei ha ur<strong>la</strong>to <strong>la</strong> sua situazione, sono troppe le donne che soffocano<br />
il loro disagio tra le mura di casa. Troppe. i.b.<br />
Qual è <strong>la</strong> situazione in provincia<br />
di Cuneo?<br />
«Nel 2011 abbiamo registrato,<br />
rispetto all’anno precedente, un<br />
sensibile aumento dei casi che,<br />
tuttavia, diversamente da quanto<br />
si potrebbe credere, reputo un<br />
da to positivo perché è ragionevole<br />
ri tenere sia, in buona parte,<br />
conseguenza del costante <strong>la</strong>voro<br />
di sen sibilizzazione e di assistenza<br />
svolto da istituzioni e associazioni<br />
e, quindi, di una maggiore<br />
propensione delle donne a de -<br />
nunciare. Aumento, quindi, an -<br />
che per quanto riguarda l’attività<br />
re pressiva dell’Arma in termini<br />
di arresti e di denunce all’Au -<br />
torità giudiziaria, sempre sensibilissima<br />
al tema».<br />
Quale messaggio possiamo far<br />
arrivare a tutte le donne che<br />
stanno subendo, in silenzio,<br />
delle violenze?<br />
«Alle donne che in questo mo -<br />
mento si trovano in una situazione<br />
di soggezione ad atti di violenza<br />
psicologica, fisica o sessuale<br />
dico che, contrariamente a quanto<br />
possano pensare, vi è sempre<br />
il modo per uscirne e che devono<br />
uscirne, soprattutto quando vi<br />
sono minori coinvolti. Subire,<br />
sperando che le cose cambino da<br />
sole, è un grave errore. Devono<br />
sapere che vi è una rete di protezione<br />
pronta a dispiegarsi per<br />
Un appello:<br />
«È sbagliato<br />
sperare che,<br />
accettando<br />
di subire,<br />
le cose<br />
migliorino<br />
da sole.<br />
E occorre<br />
che anche<br />
chi sa non<br />
taccia più»<br />
tute<strong>la</strong>rle anche con luoghi, se<br />
necessario, dove ospitarle. Ma il<br />
primo passo devono avere <strong>la</strong> for -<br />
za e il coraggio di farlo loro. Non<br />
ha senso il non agire, sopraffatte<br />
dal timore di ulteriori violenze,<br />
di ripercussioni sui figli o che i<br />
fatti diventino pubblici. Un invito<br />
voglio anche rivolgerlo a quanti<br />
sanno, perché hanno assistito o<br />
saputo di violenze o ne abbiano<br />
notato i segni sulle vittime: prevalga<br />
il senso civico e <strong>la</strong> solidarietà<br />
umana e ne facciano pervenire<br />
notizia. Per quanto ci riguarda as -<br />
sicuro <strong>la</strong> massima riservatezza e<br />
che qualsiasi azione da intraprendere,<br />
nel quadro delle leggi vi -<br />
genti, viene sempre attentamente<br />
ponderata e concordata».