e la - Rivista IDEA

AMEDEO DELLA VALLE
HA L’AMERICA
A PORTATA DI MANO
L’ASTRO NASCENTE DEL BASKET ITALIANO
Paolo Cornero
Amedeo Della Valle,
play di 1,96 centimetri
e figlio del grande Carlo
(sopra, a sinistra in una
foto che li ritrae insieme)
pure lui play (giocò nella
Berloni Torino negli anni
’80), sta suscitando
parecchio interesse nel
mondo delle università
americane. L’azzurrino
(immortalato sopra con la
madre Maria Cristina
Ferrero), migliore fra gli
“under18”, è volato
a inizio stagione negli
States dove si sta
mettendo in luce il
Findlay Prep High School
(la compagine è nella
foto al centro). L’albese
ha attirato l’attenzione di
vari college di Division I,
fra cui California,
Utah e Arizona
The “american dream” is
over? Assolutamente
no, almeno nella storia
che stiamo per raccontare.
Gli elementi cardine sono
due: un ragazzo e la sua passione
per la pallacanestro o, per dirla
“all’americana”, il basket.
Amedeo Della Valle, classe 1993,
da Alba a Las Vegas, appena diciottenne,
per un percorso congiunto
di studio e sport in una delle mi -
gliori high school degli States.
Nel mezzo, costanti sacrifici che
ren dono più meritorio il traguardo
raggiunto. In primis i centri sportivi
di Gs Europa e Albese, sotto le
suole non il parquet, ma l’erba dei
campi da calcio. Di tanto in tanto,
vista la vicinanza, anche due colpi
di “balon” al “Mermet”, con il coetaneo
Massimo Vacchetto, oggi
cam pione di pallapugno.
56 á 16 febbraio 2012 á astri nascenti targati Cuneo
A 10 anni il Dna iniziò a fremere e
la “pesante” eredità di papà Carlo
(cestista professionista dal 1980 al
’93) ebbe il sopravvento.
«Lui non mi disse mai di giocare a
basket», confessa Amedeo. «Fui io
a decidere di provare e penso di a -
ver fatto la scelta giusta». Sin dai
primi tiri al palazzetto di corso Lan -
ghe scoppiò la passione, un colpo
di fulmine. Papà Carlo fu il suo
primo coach, poi Alberto Bo gliatto.
Con la fine delle scuole me die il
primo importante passo del cammino:
«Iniziai le superiori a Casale
Mon ferrato per potermi allenare
nelle giovanili della Ju nior Casale.
Anni di sport, studio e vita collegiale
che mi hanno fatto crescere sotto
ogni profilo».
Da un lato il liceo sportivo “Asca -
nio Sobrero”, dall’altro il Pala Fer -
raris: dai professori agli allenatori,
punti di riferimento fondamentali.
Marco Crespi, oggi ex allenatore di
Casale, ne seguì l’evoluzione e, con
il coach delle gio vanili, Loren zo
Pansa, decise di aggregarlo agli allenamenti
di Le ga due.
«Fu proprio Marco a darmi l’energia
e la voglia di migliorare, nonostante
i metodi non proprio teneri,
le urla e i “cazziatoni”».
Gli anni di Casale non furono facili:
«Amedeo lasciò casa in piena adolescenza
e i primi due anni furono
difficili», racconta mamma Cristi -
na. «Proprio quando sembrava vo -
ler mollare, il colpo di scena: una
passeggiata a braccetto con Marco
Crespi nel centro di Casale. Le parole
giuste al momento giusto: grande
professionista e gran de uo mo».
Carlo e Cristina fecero i “pendolari”
per sorreggere il cammino di
Amedeo: sacrifici ripagati.