puo "arene candide" - Comune di Finale Ligure
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5.2 Caratteristiche e peculiarità dell’ambito oggetto <strong>di</strong> P.U.O.<br />
5.2.1 Aree <strong>di</strong> interesse archeologico<br />
Come elemento <strong>di</strong> particolare interesse presente all’interno dell’ambito oggetto<br />
del P.U.O. deve essere segnalato, in quanto <strong>di</strong> primaria importanza<br />
internazionale, il sito archeologico (meglio conosciuto come grotta delle Arene<br />
Can<strong>di</strong>de), ubicato sul margine superiore del ciglio ovest della ex-cava<br />
Ghigliazza, dal quale proviene l’unica sequenza stratigrafica completa per<br />
l’area me<strong>di</strong>terranea estensiva dal periodo Paleolitico Superiore all’età<br />
bizantina.<br />
Sono inoltre da segnalare le aree sommitali del promontorio, nelle quali<br />
ricerche <strong>di</strong> superficie hanno consentito il rinvenimento <strong>di</strong> manufatti che<br />
in<strong>di</strong>ziano attività inse<strong>di</strong>ative ascrivibili ai perio<strong>di</strong> dell’età bronzo finale e del<br />
ferro. L’importanza <strong>di</strong> tali aree, anche se non ancora approfon<strong>di</strong>tamente<br />
indagate, è dovuta, oltre che dalla rilevanza del giacimento, anche alla<br />
prossimità con l’area delle Arene Can<strong>di</strong>de. Il contesto archeologico del finalese<br />
in generale, e quello del territorio su cui sono situate in particolare, presentano<br />
un carattere <strong>di</strong> unicum ed accrescono l’importanza <strong>di</strong> tali locazioni.<br />
La celebrità internazionale <strong>di</strong> tale sito deriva dai fortunatissimi scavi che<br />
Luigi Bernabò Brea (primo Soprintendente Archeologo della Liguria) e Luigi<br />
Car<strong>di</strong>ni (membro dell’Istituto Italiano <strong>di</strong> Paleontologia Umana) condussero negli<br />
anni 1940-42 e 1948-50 nella porzione sud orientale della caverna.<br />
Come noto quegli scavi conseguirono quella che ancora oggi è la più articolata<br />
stratigrafia del Me<strong>di</strong>terraneo (dal Paleolitico superiore fino all’epoca bizantina<br />
ossia dal 26.000 a. C. circa al VII sec. d.C), in un contesto ambientale <strong>di</strong><br />
giacitura estremamente favorevole alla buona conservazione dei reperti,<br />
soprattutto delle ossa e del materiale bruciato. I resti delle 19 sepolture<br />
paleolitiche rinvenute, oltre a costituire uno dei più consistenti complessi<br />
funerari paleolitici del mondo, sono senz’altro quelli <strong>di</strong> gran lunga meglio<br />
conservati, con tutte le implicazioni sulla qualità delle informazioni scientifiche<br />
che gli antropologi possono attingere.<br />
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