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La luce solare contiene <strong>in</strong>fatti i raggi ultravioletti che possono<br />
provocare nella carta reazioni chimiche di ossidazione (imbrunimento<br />
della carta) Vanno poi evitati muri <strong>in</strong> cui pass<strong>in</strong>o canne<br />
fumarie o pareti che sovrast<strong>in</strong>o termosifoni, poiché <strong>il</strong> calore da<br />
essi sprigionato trasporta verso l’alto polvere e grasso. Un’eccessiva<br />
presenza di umidità negli ambienti ove si conservano le<br />
stampe può causare <strong>in</strong> esse alcune alterazioni, o la formazione<br />
di macchie color rugg<strong>in</strong>e dovute a microorganismi. CONSERVA-<br />
ZIONE DELLE STAMPE NON ESPOSTE. Vanno tenute distese <strong>in</strong><br />
cartelle, <strong>in</strong> un luogo che non sia umido, né esposto a sbalzi termici.<br />
E’ bene evitare <strong>il</strong> contatto diretto fra stampe sovrapposte.<br />
E’ qu<strong>in</strong>di opportuno <strong>in</strong>terporre fogli di carta vel<strong>in</strong>a che hanno<br />
lo scopo di proteggere le stampe dalla polvere e dagli sfregamenti.<br />
Conservazione colori<br />
I colori si conservano per anni nelle scatole o nei tubi. Se la carta<br />
pergamenata che viene messa sugli <strong>in</strong>chiostri <strong>in</strong> scatola è danneggiata,<br />
dovrà essere sostituita per evitare che lo strato superiore<br />
dell’<strong>in</strong>chiostro essicchi.<br />
Consistenza dei colori<br />
La consistenza dei colori Charbonnel è identica dal tubo da 60<br />
ml. al vasetto da 400 ml. La consistenza di un colore d’<strong>in</strong>chiostro<br />
per taglio dolce Charbonnel si misura <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di viscosità.<br />
Essa varia leggermente <strong>in</strong> funzione del pigmento ut<strong>il</strong>izzato, e<br />
per i neri <strong>in</strong> funzione della viscosità. L’aggiunta di olio di l<strong>in</strong>o<br />
permetterà di ridurre <strong>il</strong> collante e di ispessire un <strong>in</strong>chiostro.<br />
Ciò fac<strong>il</strong>iterà l’essiccazione.<br />
E’ possib<strong>il</strong>e altresi ridurre lo spessore dell’<strong>in</strong>chiostro con dell’olio<br />
di standolia a 30 o 60 poise.<br />
In questo caso, l’<strong>in</strong>chiostro resterà abbastanza grasso (ut<strong>il</strong>e se<br />
l’<strong>in</strong>chiostro essicca troppo fac<strong>il</strong>mente). Se l’artista trova ancora<br />
l’olio troppo fluido, potrà aggiungere un po’ di lacca bianca trasparente.<br />
Corrosione<br />
Deteriorazione, <strong>in</strong>izialmente superficiale che porta al degrado<br />
del metallo dallo stato elementare a composto chimico. Causato<br />
da agenti chimici naturali o artificiali <strong>in</strong> genere operanti <strong>in</strong><br />
ambiente umido.<br />
Corrosione secca<br />
Corrosione per opera diretta di agenti chimici, soprattutto gas.<br />
La più comune è l’ossidazione, soprattutto ad alte temperature<br />
<strong>in</strong> seguito a fusione, ricottura ecc.<br />
Cote<br />
Pietra abrasiva per aff<strong>il</strong>are, solitamente arenaria a grana f<strong>in</strong>e,<br />
usata con acqua.<br />
C.P.E.S<br />
E’ la forma abbreviata della formula . Tale scritta, presso la Repubblica veneta,<br />
contrassegnava le stampe che avevano avuto autorizzazione di<br />
essere messe <strong>in</strong> commercio.<br />
Criblè<br />
Fitta punt<strong>in</strong>atura prodotta da strumenti che rende <strong>il</strong> fondo della<br />
lastra da stampa sim<strong>il</strong>e ad un setaccio. Praticata nel ‘500 dal<br />
Campagnola fu perfezionata da Bartolozzi e Ryland.<br />
Crisografia<br />
Scrittura di orig<strong>in</strong>e antichissima che si eseguiva con <strong>in</strong>chiostro<br />
d’oro, e che ebbe particolare diffusione presso i Bizant<strong>in</strong>i e nel<br />
medioevo per la decorazione dei frontespizi e delle <strong>in</strong>iziali nei<br />
Vangeli. Secondo le antiche ricerche l’<strong>in</strong>chiostro era <strong>formato</strong> da<br />
f<strong>in</strong>issima polvere di oro, da aceto o fiele di toro o testugg<strong>in</strong>e e<br />
da adesivi diversi, ad esempio albume d’uovo, gomma, res<strong>in</strong>a di<br />
c<strong>il</strong>iegio, sangue di drago.<br />
Cromolitografia<br />
La cromolitografia è un’arte litografica per mezzo della quale si<br />
stampano i disegni a colori.<br />
Il term<strong>in</strong>e deriva dal greco chroma (colore), lithos (pietra) e graphia<br />
(da graphe<strong>in</strong>, disegnare).<br />
Si tratta di un metodo che si sv<strong>il</strong>uppa dopo la nascita della litografia,<br />
sperimentata dal tedesco Aloys Senefelder nel 1796.<br />
Consiste nel disegnare figure con una particolare matita grassa<br />
su una matrice di pietra e, di seguito, nel versare <strong>il</strong> colore sulla<br />
matrice. Questo si espande entro i limiti ed i bordi della figura<br />
delimitato appunto dai tratti della matita grassa. Per ogni differente<br />
colore è necessaria una differente matrice. Grazie alla<br />
cromolitografia è qu<strong>in</strong>di possib<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>izzare tanti colori senza<br />
sbaffi, più velocemente,con maggiori sfumature e toni molto<br />
più br<strong>il</strong>lanti.<br />
Nei primi tempi le cromolitografie erano senza scritte ed erano<br />
ut<strong>il</strong>izzate come decorazione di oggetti (mob<strong>il</strong>i, scatole, ventagli<br />
e contenitori di vari prodotti). Le immag<strong>in</strong>i stampate venivano<br />
spesso ritagliate e usate per diversi passatempi (ad esempio,<br />
quello di ornare album e quaderni).<br />
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento <strong>in</strong>iziano a comparire<br />
immag<strong>in</strong>i cromolitografiche stampate su fogli o cartonc<strong>in</strong>i<br />
che pubblicizzano, con varie scritte, <strong>il</strong> prodotto da vendere.<br />
Agli <strong>in</strong>izi del Novecento questa tecnica venne (<strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea di massima)<br />
abbandonata con la diffusione della fotografia. Non avvenne<br />
però così bruscamente. Addirittura s<strong>in</strong>o agli <strong>in</strong>izi degli anni<br />
sessanta, sopravvissero nelle periferie italiane piccole stamperie<br />
litografiche artigianali che si servivano degli ultimi <strong>in</strong>cisori o comunque<br />
disegnatori litografi.<br />
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