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Inchiostro<br />

Dal lat<strong>in</strong>o encaustum o atramentum: bruciato. I primi <strong>in</strong>chiostri<br />

erano soluzioni a base di fuligg<strong>in</strong>e e legno bruciato. Genericamente<br />

si può dire che sono composti da un veicolo (olio di noce)<br />

e da pigmenti. Gli <strong>in</strong>chiostri si differenziano molto a seconda del<br />

tipo di stampa <strong>in</strong> cui sono usati. La consistenza, <strong>il</strong> corpo e altre<br />

proprietà operative dipendono pr<strong>in</strong>cipalmente da due variab<strong>il</strong>i:<br />

la viscosità ed <strong>il</strong> tiro.<br />

Inchiostro autografico<br />

Inchiostro grasso speciale per disegni o stampe da trasportare o<br />

eseguire su pietre litografiche o lastre di z<strong>in</strong>co.<br />

Contiene sego, colofonia, cera e nerofumo <strong>in</strong> varie proporzioni.<br />

Inchiostri calcografici<br />

La stampa calcografica ha diverse caratteristiche tutte particolari.<br />

La parte stampante della matrice è <strong>in</strong>cisa. La matrice (o lastra)<br />

viene riscaldata a 50-70°C. Essa viene ricoperta <strong>in</strong>teramente<br />

d’<strong>in</strong>chiostro: la parte eccedente viene asportata con una tarlatana,<br />

di modo che l’<strong>in</strong>chiostro resti solamente nelle parti <strong>in</strong>cise. La<br />

carta viene <strong>in</strong>umidita. La stampa avviene su torchio, mettendo i<br />

fogli a mano, per la stampa di <strong>in</strong>cisioni artistiche <strong>in</strong> pochi esemplari<br />

(acqueforti, puntesecche). I tratti stampati riescono di uno<br />

spessore notevole, f<strong>in</strong>o a uno o due decimi di m<strong>il</strong>limetro, tanto<br />

che si sentono agevolmente col dito. L’<strong>in</strong>chiostro perciò non ha<br />

necessità di avere una grande <strong>in</strong>tensità t<strong>in</strong>toriale.<br />

E’ <strong>in</strong>vece necessario che conservi una certa compattezza anche<br />

a caldo ma con uno strappo m<strong>in</strong>imo. A caldo deve cioè presentarsi<br />

piuttosto burroso, <strong>in</strong> modo da fac<strong>il</strong>itare la stesa sulla lastra<br />

e la pulizia con la garza. L’<strong>in</strong>chiostro deve perciò essere esente<br />

da ogni possib<strong>il</strong>ità di st<strong>in</strong>gimento per effetto dell’acqua alcal<strong>in</strong>izzata.<br />

Ciò è necessario anche per <strong>il</strong> fatto che si stampa su carta<br />

umida. E’ anche necessario che l’<strong>in</strong>chiostro permetta una fac<strong>il</strong>e<br />

pulizia della lastra ma non tenda ad abbandonare i tratti <strong>in</strong>cisi.<br />

Deve <strong>in</strong>vece passare fac<strong>il</strong>mente e <strong>il</strong> più completamente possib<strong>il</strong>e<br />

sulla carta che vien premuta contro la lastra per l’impressione.<br />

L’<strong>in</strong>chiostro deve essiccare penetrando <strong>il</strong> meno possib<strong>il</strong>e nella<br />

carta <strong>in</strong> modo che la stampa f<strong>in</strong>ale essiccata risulti abbastanza<br />

ricca di legante e non tenda né a screpolarsi, ne a venir via per<br />

sfregamento. Tenendo conto di tutto, ciò gl’<strong>in</strong>chiostri calcografici<br />

sono a freddo piuttosto duri, rigidi.<br />

L’<strong>in</strong>tensità non è necessaria, ma i pigmenti devono essere solidissimi<br />

sia alla luce e all’acqua sia agli altri agenti (alcali, acidi,<br />

solventi, ecc.).<br />

Inchiostri metallo-gallici<br />

Tipo di <strong>in</strong>chiostri ut<strong>il</strong>izzati a partire dal sec. XII. Ne esistono numerose<br />

ricette, solitamente a base di acido gallico, solfato di ferro<br />

o di rame e gomma arabica. Freschi sono di un colore grigio<br />

scuro, tendente al viola; <strong>in</strong>vecchiando vanno dal bruno cupo<br />

all’arancio chiaro. Degenerano rapidamente e, a causa della<br />

loro acidità, distruggono le fibre della carta corrodendole. Inc. /<br />

<strong>in</strong>cid. / <strong>in</strong>cidit / Incisor<br />

Abbreviazione posta sulle <strong>in</strong>cisioni litografiche o calcografiche<br />

per <strong>in</strong>dicare <strong>il</strong> nome dell’<strong>in</strong>cisore del disegno (che può essere<br />

diverso da quello dell’ideatore del disegno stesso).<br />

In. / <strong>in</strong>v. / <strong>in</strong>venit / <strong>in</strong>ventor<br />

Abbreviazione posta sulle <strong>in</strong>cisioni litografiche o calcografiche<br />

per <strong>in</strong>dicare <strong>il</strong> nome dell’ideatore del disegno (che può essere<br />

diverso da quello dell’<strong>in</strong>cisore).<br />

Incisione<br />

Si dice per tutte le tecniche con cui si ottengono matrici da<br />

stampa con la superficie segnata da solchi, o comunque dove<br />

si asporti del materiale, come nella x<strong>il</strong>ografia e calcografia <strong>in</strong><br />

genere. Inoltre con questo term<strong>in</strong>e si def<strong>in</strong>isce sia <strong>il</strong> disegno <strong>in</strong>ciso<br />

sulla lastra, sia l’immag<strong>in</strong>e su carta che ne consegue dopo <strong>il</strong><br />

procedimento di stampa.<br />

Incisione al bul<strong>in</strong>o<br />

È chiamata anche <strong>in</strong>cisione a taglio dolce.<br />

Il bul<strong>in</strong>o è sim<strong>il</strong>e all’acquaforte, perché esso pure ha i tratti <strong>in</strong>cisi,<br />

ma riguardo alla tecnica è tutto diverso. Nell’acquaforte si ottiene<br />

l’<strong>in</strong>cisione col mezzo degli acidi, mentre nel bul<strong>in</strong>o è la mano<br />

che guida <strong>il</strong> ferro: essa <strong>in</strong>cide sulla lastra nuda senza preparazione<br />

di vernice, con tagli <strong>in</strong>crociati e misurati.<br />

Incisione <strong>in</strong> cavo<br />

Tecnica <strong>in</strong>cisoria, generalmente su lastra metallica (rame, z<strong>in</strong>co,<br />

acciaio, ferro, ottone, allum<strong>in</strong>io), attraverso la quale si ottiene<br />

una stampa su carta <strong>in</strong>chiostrando i solchi e lasciando bianchi<br />

i r<strong>il</strong>ievi. Il procedimento può essere diretto, con uno strumento<br />

<strong>in</strong>cisorio maneggiato dall’artista, oppure <strong>in</strong>diretto attraverso la<br />

morsura di un acido corrosivo.<br />

Incisione diretta<br />

Si compie agendo con gli arnesi a punta sulla lastra di metallo<br />

nudo.<br />

Incisione <strong>in</strong>diretta<br />

Si usa <strong>il</strong> mordente adatto, che corrode i tratti lasciati scoperti<br />

dalla punta sulla preparazione cerosa del metallo.<br />

Incisione <strong>in</strong> piano<br />

Tecnica <strong>in</strong>cisoria che non ut<strong>il</strong>izza matrici né <strong>in</strong> cavo né <strong>in</strong> r<strong>il</strong>ievo;<br />

appartengono a questa tecnica la litografia e la serigrafia.<br />

Incisione <strong>in</strong> r<strong>il</strong>ievo<br />

Tecnica <strong>in</strong>cisoria per ottenere una stampa su carta attraverso<br />

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