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74<br />
Traspar<strong>in</strong>a<br />
Additivo ut<strong>il</strong>izzato per rendere trasparenti i colori degli <strong>in</strong>chiostri<br />
da stampa.<br />
Transcryl<br />
(Lefranc &Bourgeois) transcryl permette di trasferire, tramite<br />
riporto, un’immag<strong>in</strong>e precedentemente stampata su carta non<br />
lucida. Flacone da 75 ml, da 250 ml, da 500 ml e da un litro.<br />
Questo prodotto permette di trasferire mediante copia un’immag<strong>in</strong>e<br />
precedentemente stampata su carta non pat<strong>in</strong>ata. La<br />
base del trasferimento è qualsiasi supporto liscio o già dip<strong>in</strong>to<br />
con i colori ad olio o acr<strong>il</strong>ici. Evitare i supporti non assorbenti o<br />
grassi.<br />
Fase 1: proteggere <strong>il</strong> piano lavoro con un foglio di plastica o<br />
telo <strong>in</strong>cerato, applicare uno strato di TRANSCRYL sulla carta opportunamente<br />
ritagliata, con l’immag<strong>in</strong>e pre-stampata da trasferire.<br />
far fuoriuscire lo strato di TRANSCRYL per 1 cm. <strong>in</strong>torno<br />
all’immag<strong>in</strong>e da trasferire.<br />
Lasciare essiccare per 20 m<strong>in</strong>uti Applicare un secondo strato <strong>in</strong>crociando<br />
la verniciatura rispetto al primo. Ripetere questa operazione<br />
ancora tre volte, sempre <strong>in</strong>crociando gli strati lasciando<br />
asciugare ogni strato per almeno 15 m<strong>in</strong>uti.<br />
Fase 2: Dopo 24 ore d’essiccazione ritagliare lasciando un marg<strong>in</strong>e<br />
largo 0,5 cm. <strong>in</strong>torno all’immag<strong>in</strong>e plastificata. Immergere<br />
la carta <strong>in</strong> acqua tiepida per 20/30 m<strong>in</strong>uti per favorire lo stacco<br />
dell’immag<strong>in</strong>e.<br />
Fase 3: Togliere la carta dall’immag<strong>in</strong>e che si trova a tergo<br />
dell’immag<strong>in</strong>e, avvolgendo con le dita o con una spugna raschiante<br />
umida. Togliere la pellicola di plastica sulla quale sarà<br />
riprodotta l’immag<strong>in</strong>e.<br />
Fase 4: Stendere la pellicola ottenuta con <strong>il</strong> trasferimento su di<br />
una superficie liscia e asciugarla con della carta assorbente poi<br />
lasciare asciugare per 6 ore.<br />
Fase 5: <strong>in</strong>collare l’immag<strong>in</strong>e trasferita sul supporto a piacere, elim<strong>in</strong>are<br />
le bollic<strong>in</strong>e d’aria con un rullo. Lasciare essiccare 24 ore.<br />
(G<strong>in</strong>o Ramaglia)<br />
Trasferib<strong>il</strong>i<br />
(resistono alle morsure sia con l’acido nitrico e con qualsiasi altro<br />
mordente)<br />
Sono lettere, caratteri e simboli stampati su un supporto trasparente<br />
con un foglio di protezione superiore. Per riportare una<br />
lettera sul disegno o sulla lastra basta alzare <strong>il</strong> foglio di protezione<br />
ed esercitare una pressione sulla lettera prescelta attraverso<br />
una matita morbida o una piccola bacchett<strong>in</strong>a <strong>in</strong> plastica<br />
realizzata apposta. Sotto questa pressione le lettere e i simboli<br />
si staccano dal loro supporto e aderiscono al foglio del disegno<br />
o alla lastra. I trasferib<strong>il</strong>i si trovano <strong>in</strong> diversi colori ma i più usati<br />
sono quelli di colore nero. Attualmente sono poco usati perché<br />
sono stati sostituiti da scritte realizzate al computer.<br />
Trasporti litografici<br />
Procedimenti per trasferire una o più volte l’immag<strong>in</strong>e da una<br />
forma litografica orig<strong>in</strong>ale su altre pietre litografiche o su lastre<br />
metalliche di z<strong>in</strong>co o allum<strong>in</strong>io preventivamente granite.<br />
Il trasferimento dell’immag<strong>in</strong>e viene effettuato mediante una<br />
carta appositamente preparata, rivestita di uno strato gelat<strong>in</strong>oso<br />
o di altro colloide (a base di amido, destr<strong>in</strong>a, gomma arabica,<br />
ecc.), <strong>in</strong> ogni caso solub<strong>il</strong>e <strong>in</strong> acqua.<br />
Dalla forma orig<strong>in</strong>ale, sul torchio litografico, si tirano su questa<br />
carta copie con <strong>in</strong>chiostro speciale grasso. Queste vengono<br />
fissate su una base di carta o cartone, secondo uno schema<br />
prestab<strong>il</strong>ito e qu<strong>in</strong>di pressate mediante ripetuti passaggi <strong>in</strong> un<br />
apposito torchio di grandi dimensioni, sulla pietra litografica o<br />
lastra metallica da usare come forma di stampa.<br />
Dopo aver tolto la base <strong>in</strong> carta o cartone su cui erano state fissate<br />
le copie e la carta supporto dello strato solub<strong>il</strong>e, questo rimane<br />
aderente alla forma e può essere asportato sciogliendolo<br />
con acqua. Sulla forma rimane l’<strong>in</strong>chiostro costituente l’immag<strong>in</strong>e.<br />
Le successive operazioni di protezione dell’immag<strong>in</strong>e, gommatura,<br />
ecc. sono analoghe a quelle per la preparazione diretta<br />
delle forme <strong>in</strong> pietra litografica.<br />
Il procedimento di trasporto, come descritto, è ora quasi completamente<br />
sostituito dai procedimenti di fototrasporto.<br />
Trattamenti superficiali<br />
Per trattamenti superficiali si <strong>in</strong>tendono tutti quei processi atti<br />
alla modificazione di una superficie di un metallo o di una lega<br />
metallica. L’esigenza di modificare tali superfici è nota già dai<br />
tempi più antichi: è la ricerca del giusto compromesso tra un<br />
materiale di partenza poco costoso (e qu<strong>in</strong>di di bassa qualità)<br />
e le buone caratteristiche superficiali che è possib<strong>il</strong>e fargli assumere.<br />
Al giorno d’oggi è vastissimo l’ut<strong>il</strong>izzo di superfici metalliche<br />
che vengono qu<strong>in</strong>di trattate per numerosi motivi riassumib<strong>il</strong>i<br />
<strong>in</strong> modificazioni delle proprietà meccaniche, chimiche<br />
e fisiche delle stesse. Fanno ad esempio parte dei trattamenti<br />
superficiali più conosciuti: lavaggio, sgrassaggio, decapaggio,<br />
br<strong>il</strong>lantatura e pulitura.Esistono poi altri trattamenti più strettamente<br />
meccanici (carteggiatura, sabbiatura ecc.) o metallurgici<br />
(tempra ecc.) oltre a trattamenti che prevedono deposizione di<br />
sostanze senza alterazione chimica della superficie (pitturazione,<br />
metallizzazione elettrolitica ecc) o con reazioni chimiche tra<br />
reagenti e superficie (ossidazione anodica, fosfatazione, passivazione).<br />
La placcatura elettrolitica protegge e impreziosisce Con la placcatura<br />
elettrolitica un sott<strong>il</strong>e strato di metallo viene applicato<br />
sulla superficie di un oggetto per mezzo di processi chimici o<br />
elettrochimici. Questo processo fu scoperto dall’italiano Luigi<br />
Galvani (1737-1798), <strong>il</strong> quale più di 200 ani fa, <strong>in</strong>tuì che i metalli<br />
hanno reazioni elettrochimiche. Solo oggetti le cui superfici<br />
conducono corrente elettrica, cioè i metalli, possono essere