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6<br />

si producono ogni anno oltre 1 m<strong>il</strong>iardo di tonnellate di acciaio<br />

(produzione 1996: 1.222,57 m<strong>il</strong>ioni di tonnellate ), successivamente<br />

lavorato tramite diversi processi di produzione <strong>in</strong>dustriale,<br />

quali ad esempio la fusione, la forgiatura e lo stampaggio.<br />

Accoppiamento della carta<br />

operazione che consiste nel far aderire l’uno contro l’altro due<br />

o più strati di carta <strong>in</strong> modo da ottenere un unico foglio di carta<br />

(cartonc<strong>in</strong>o, cartone).<br />

Acciugh<strong>in</strong>a<br />

Insetto roditore della carta che alligna nei vecchi libri; detto anche<br />

(lepisma sacchar<strong>in</strong>a).<br />

Acidità della carta<br />

L’acidità (o alcal<strong>in</strong>ità) della carta è la capacità che essa ha di rendere<br />

acida (o alcal<strong>in</strong>a) l’acqua con la quale viene a contatto.<br />

Essa è dovuta essenzialmente: al solfato di allum<strong>in</strong>io usato nella<br />

fabbricazione della carta, specialmente nell’operazione di collatura;<br />

alla presenza di residui di sbianca; all’impiego di materie di<br />

carica e di pigmenti alcal<strong>in</strong>i, come <strong>il</strong> carbonato di calcio.<br />

Essa può essere valutata come acidità (o alcal<strong>in</strong>ità) totale, oppure<br />

come pH.<br />

L’acidità totale è determ<strong>in</strong>ata titolando con idrossido di sodio<br />

centesimonormale, <strong>in</strong> presenza di fenolftal<strong>in</strong>a, l’estratto acquoso<br />

della carta, preparato all’ebollizione.<br />

Se l’estratto ha reazione alcal<strong>in</strong>a, si titola con acido e si determ<strong>in</strong>a<br />

l’alcal<strong>in</strong>ità totale. Il pH .della carta è determ<strong>in</strong>ato di solito<br />

sull’estratto acquoso di questa.<br />

Si possono seguire due procedimenti: a freddo, facendo macerare<br />

la carta a temperatura ambiente per un’ora con acqua<br />

dist<strong>il</strong>lata <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e esente da anidride carbonica (che altrimenti<br />

impartisce all’acqua reazione acida) e determ<strong>in</strong>ando <strong>il</strong><br />

pH dell’estratto con un piaccametro a elettrodo di vetro; a caldo<br />

operando nello stesso modo, ma riscaldando l’acqua e la carta<br />

all’ebollizione.<br />

Si può anche determ<strong>in</strong>are <strong>il</strong> pH superficiale della carta, <strong>in</strong>umidendo<br />

questa con qualche goccia d’acqua e appoggiandovi sopra<br />

un elettrodo di vetro con membrana appiattita; durante la<br />

determ<strong>in</strong>azione è necessario proteggere la superficie bagnata<br />

dal contatto con l’anidride carbonica dell’aria, che altererebbe<br />

<strong>il</strong> risultato.<br />

Con questo procedimento è possib<strong>il</strong>e determ<strong>in</strong>are separatamente<br />

<strong>il</strong> pH dei due lati della carta, <strong>il</strong> che può essere ut<strong>il</strong>e nel<br />

caso di carte pat<strong>in</strong>ate o trattate <strong>in</strong> superficie.<br />

Non è consigliab<strong>il</strong>e saggiare <strong>il</strong> pH della carta toccando questa<br />

con una goccia di <strong>in</strong>dicatore, perché la colorazione ottenuta<br />

non è attendib<strong>il</strong>e.<br />

L’acidità totale è determ<strong>in</strong>ata solo <strong>in</strong> casi speciali, mentre di solito<br />

si misura <strong>il</strong> pH. Il pH a freddo della carta dipende dal pH delle<br />

acque di ritorno durante la fabbricazione della carta.<br />

Il pH a caldo è più basso di quello a freddo, soprattutto perché i<br />

sali di allum<strong>in</strong>io assorbiti nella carta si idrolizzano.<br />

Il pH della carta è molto importante nel caso delle carte per documenti<br />

e di quelle dest<strong>in</strong>ate a durare, perché un pH basso pregiudica<br />

fortemente la stab<strong>il</strong>ità all’<strong>in</strong>vecchiamento della carta.<br />

Il pH della carta <strong>in</strong>fluisce anche sulla sua stampab<strong>il</strong>ità, poiché<br />

nelle carte stampate <strong>in</strong> tipografia e <strong>in</strong> offset, l’essiccamento<br />

dell’<strong>in</strong>chiostro è tanto più lento quanto più <strong>il</strong> pH della carta è<br />

basso.<br />

Per questo caso, <strong>il</strong> pH a caldo è più <strong>in</strong>dicativo di quello a freddo.<br />

Le carte pat<strong>in</strong>ate per offset hanno un comportamento optimum<br />

a pH 8.<br />

Se <strong>il</strong> pH è m<strong>in</strong>ore, l’asciugamento dell’<strong>in</strong>chiostro è più lento; se<br />

è maggiore, l’acidità dell’acqua di bagnatura tende a dim<strong>in</strong>uire<br />

per l’effetto dell’alcal<strong>in</strong>ità della carta.<br />

Acidi<br />

Gli acidi sono disponib<strong>il</strong>i <strong>in</strong> queste tre concentrazioni. La prima<br />

è molto costosa e non necessaria.<br />

Chimicamente puro (C.P.) 100 %<br />

Puro per analisi circa 70 %<br />

Tecnico circa 50 %<br />

Acido acetico<br />

(conosciuto anche come acido etanoico) è un composto chimico<br />

organico la cui formula chimica è CH3COOH, meglio conosciuto<br />

per conferire all’aceto <strong>il</strong> suo caratteristico sapore acre e <strong>il</strong><br />

suo odore pungente. L’acido acetico puro, privo di acqua (acido<br />

acetico glaciale), a temperatura ambiente è un liquido <strong>in</strong>colore<br />

che attrae acqua dall’ambiente (igroscopicità) e che congela al<br />

di sotto dei 16,7 °C (62 °F) <strong>in</strong> un solido cristall<strong>in</strong>o <strong>in</strong>colore. L’acido<br />

acetico è corrosivo, e i suoi vapori causano irritazione agli<br />

occhi, <strong>in</strong>fiammazione delle vie respiratorie e congestione dei<br />

polmoni, ma chimicamente è considerato un acido debole per<br />

via della sua limitata capacità di dissociarsi <strong>in</strong> soluzioni acquose.<br />

L’acido acetico è uno dei più semplici acidi carboss<strong>il</strong>ici (<strong>il</strong> secondo,<br />

dopo l’acido formico). È un composto molto diffuso <strong>in</strong><br />

natura; gli organismi superiori lo impiegano ampiamente come<br />

<strong>in</strong>termedio di s<strong>in</strong>tesi, ed è anche <strong>il</strong> prodotto f<strong>in</strong>ale della fermentazione<br />

acetica <strong>in</strong> cui l’etanolo viene ossidato dall’Acetobacter<br />

<strong>in</strong> presenza di aria. È un importante reagente chimico e prodotto<br />

<strong>in</strong>dustriale che viene ut<strong>il</strong>izzato nella produzione del poliet<strong>il</strong>entereftalato,<br />

usato pr<strong>in</strong>cipalmente per le bottiglie di plastica<br />

per le bibite; dell’acetato di cellulosa, pr<strong>in</strong>cipalmente per le<br />

pellicole c<strong>in</strong>ematografiche; dell’acetato di poliv<strong>in</strong><strong>il</strong>e per le colle<br />

da legno e <strong>in</strong> molte fibre s<strong>in</strong>tetiche e tessuti. In casa, d<strong>il</strong>uito <strong>in</strong><br />

acqua viene spesso usato come smacchiante. Nell’<strong>in</strong>dustria alimentare,<br />

l’acido acetico è usato come additivo alimentare con<br />

la funzione di regolatore di acidità; è classificato sotto <strong>il</strong> codice<br />

E260.

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