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gommalacca, salnitro, nerofumo, <strong>in</strong> varie proporzioni.<br />

Ideali per la scrittura ed <strong>il</strong> disegno su tutte le superfici lisce e ruvide,<br />

su vetro, plastica e piastrelle. Ut<strong>il</strong>issime per <strong>il</strong> disegno sulle<br />

lastre preparate all’acquat<strong>in</strong>ta.<br />

Matrice o Lastra<br />

Supporto di pietra, metallo o legno <strong>in</strong>ciso con tecniche varie,<br />

usato ai f<strong>in</strong>i della stampa.<br />

Matoir<br />

Attrezzo a forma di sfera a più punte, ut<strong>il</strong>izzato <strong>in</strong> calcografia per<br />

ottenere <strong>il</strong> punteggio detto opus mallei.<br />

Mazzo<br />

Tampone semisferico per <strong>in</strong>chiostrare i caratteri. L’uso dei mazzi<br />

durò f<strong>in</strong>o alla prima metà dell’Ottocento, quando fu rimpiazzato,<br />

anche per la stampa manuale, da quello di c<strong>il</strong><strong>in</strong>dri ricoperti<br />

di una materia elastica.<br />

Mazzuolo di legno o di gomma<br />

Arnese a forma di martello con manico corto usato per la x<strong>il</strong>ografia<br />

e per raddrizzare le lastre.<br />

Menabò<br />

Così è detto <strong>il</strong> progetto dell’impag<strong>in</strong>azione, che serve da guida<br />

all’impag<strong>in</strong>atore, anche se si tratta soltanto di uno schizzo. Si<br />

chiama così anche una semplice realizzazione preventiva di uno<br />

stampato, che serve a comprendere quale sarà l’effetto complessivo<br />

del lavoro ultimato.<br />

Metodo della matita grassa<br />

Con una matita grassa, un pastello a cera, una matita litografica,<br />

un pastello ad olio o comunque altri strumenti da disegnare<br />

purché antiacidi si disegna su una lastra preparata all’acquat<strong>in</strong>ta<br />

(con bitume giudaico, res<strong>in</strong>a, colofonia o vernice a spruzzo).<br />

La traccia lasciata da un sim<strong>il</strong>e strumento è bene che sia aggredita<br />

da un mordente a bassa concentrazione. Alla f<strong>in</strong>e dell’acidatura<br />

e la lastra pulita i segni che appariranno saranno lucidi e<br />

leggermente sgranati ai lati. In stampa si otterrà un segno sim<strong>il</strong>e<br />

a quello eseguito con un gesso sul muro.<br />

Se si vogliono, <strong>in</strong>vece, ottenere segni più determ<strong>in</strong>ati e senza<br />

sbavature, prima di immergere la lastra nell’acido è necessario<br />

riscaldarla <strong>in</strong> modo che la matita grassa all’azione del colore si<br />

ammorbidisca e aderisca meglio e senza sbavature alla superficie<br />

preparata all’acquat<strong>in</strong>ta.<br />

Una matrice cosi acidata si può ut<strong>il</strong>izzare anche per ottenere<br />

l’immag<strong>in</strong>e <strong>in</strong> positivo, cioè segni scuri su fondo chiaro, <strong>in</strong>chiostrando<br />

la stessa <strong>in</strong> fase di stampa con un rullo molto compatto.<br />

Metodo della viscosità<br />

Il metodo della viscosità è un sistema di stampa simultanea a<br />

più colori <strong>in</strong>ventata da S.W.Hayter all’Atelier 17 durante gli anni<br />

‘60 a Parigi. Tre sono gli aspetti pr<strong>in</strong>cipali: la durezza del rullo,<br />

i livelli creati mediante acidature o <strong>in</strong>terventi vari sulla lastra e<br />

<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la viscosità degli <strong>in</strong>chiostri usati. I colori si comportano<br />

<strong>in</strong> modo repulsivo secondo la loro viscosità, tutte le <strong>in</strong>terazioni<br />

tra gli <strong>in</strong>chiostri, <strong>il</strong> colore più liquido resp<strong>in</strong>ge un colore più viscoso<br />

ecc., dando luogo a miscele di colori o zone separate. Gli<br />

<strong>in</strong>chiostri per lito offset sono da preferirsi per la loro trasparenza<br />

che rende possib<strong>il</strong>e la sovrapposizione di colori. Per <strong>in</strong>iziare si<br />

acquista una lastra con uno spessore maggiore, 1,5/2 mm, qu<strong>in</strong>di<br />

completato <strong>il</strong> progetto del lavoro si <strong>in</strong>izia ad acidare la lastra<br />

creando differenti livelli. Passando alla stampa si può anche<br />

<strong>in</strong>chiostrare prima i segni (gli <strong>in</strong>cavi) calcograficamente con un<br />

primo colore, per poi passare all’uso dei rulli di durezza diversa<br />

con colori e viscosità differenti (<strong>il</strong> rullo più duro si manterrà sulla<br />

superficie alta della lastra, quello di media durezza scenderà al<br />

livello sotto, mentre quello più morbido coprirà con <strong>il</strong> colore le<br />

aree più scavate). Il risultato f<strong>in</strong>ale, e le sorprese, stanno proprio<br />

<strong>in</strong> questa ampia scelta di possib<strong>il</strong>ità, la densità dell’<strong>in</strong>chiostro,<br />

le direzioni <strong>in</strong> cui vengono passati i rulli, la successione (morbido,<br />

duro, medio oppure viceversa), <strong>il</strong> cambio di colore (colore<br />

A con densità 1 steso con rullo morbido, oppure nella stampa<br />

successiva stesso colore con medesima densità steso con <strong>il</strong><br />

rullo duro ecc.). Il lavoro è sicuramente sorprendente ma non<br />

<strong>in</strong>iziatelo se vi stancate fac<strong>il</strong>mente nel fare prove di stampa, al<br />

di là della bontà della lastra più dell’80% del risultato f<strong>in</strong>ale di<br />

stampa è dato dalle <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite prove per cercare la soluzione più<br />

adatta al lavoro e diffic<strong>il</strong>mente la prima prova di stampa sarà la<br />

migliore. Per <strong>in</strong>formazioni dettagliate potete consultare <strong>il</strong> testo<br />

di Krishna Reddy “Intaglio Simultaneous Color Pr<strong>in</strong>tmak<strong>in</strong>g: Significance<br />

of Materials & Processes”.<br />

Met<strong>il</strong>et<strong>il</strong>chetone<br />

Ut<strong>il</strong>izzato come sostitutivo dell’acetone quando è necessario<br />

l’impiego di un solvente meno volat<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> met<strong>il</strong>et<strong>il</strong>chetone scioglie<br />

gommalacca, colofonia, res<strong>in</strong>e cellulosiche, res<strong>in</strong>e epossidiche,<br />

molte res<strong>in</strong>e fenoliche e acr<strong>il</strong>iche, polistirolo ecc. E’ un<br />

componente delle vernici v<strong>in</strong><strong>il</strong>iche e alla nitrocellulosa. Adatto<br />

anche per la pulizia di strumenti, attrezzi e lavaggio di parti<br />

meccaniche da impurità e prodotti chimici.<br />

Mezzaluna o berceau<br />

E’ uno strumento <strong>formato</strong> da un manico di legno dove è <strong>in</strong>nestato<br />

un blocchetto d’acciaio quadrangolare con <strong>il</strong> lato <strong>in</strong>feriore<br />

arrotondato a forma di mezzaluna, che presenta dei solchi fitti,<br />

paralleli molto aff<strong>il</strong>ati e appuntiti. Viene ut<strong>il</strong>izzato nella maniera<br />

nera, vedi anche Mezzat<strong>in</strong>ta..<br />

Mezzot<strong>in</strong>to Mezzat<strong>in</strong>ta<br />

Tecnica calcografica diretta. È detto anche «<strong>in</strong>cisione alla maniera<br />

nera» o «a fumo». La superficie della lastra viene dapprima<br />

resa ruvida con la mezzaluna fittissimamente dentata, <strong>in</strong> modo

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