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Formato<br />

Indica la dimensione fisica di un volume, manoscritto o a stampa,<br />

quale risulta al term<strong>in</strong>e del lavoro di assemblaggio dei fascicoli<br />

di cui è costruito e secondo la piegatura dei fogli.<br />

Formato atlantico<br />

Il più grande, quello che accoglie <strong>il</strong> foglio di cartiera e lo assembla<br />

ad altri fogli senza alcuna piegatura (adottato generalmente<br />

per manifesti e avvisi da esporre ai pubblico, album di<br />

disegni, carte geografiche, ecc.).<br />

Formato <strong>in</strong>-folio<br />

Una sola piegatura al centro del foglio, che ottiene un bifolio, 4<br />

pag<strong>in</strong>e, generalmente oltre i 38 cm.<br />

Formato <strong>in</strong>-ottavo<br />

Tre piegature e 16 pag<strong>in</strong>e, da 20 a 28 cm.<br />

Formato <strong>in</strong>-quarto<br />

Due piegature, che ottengono 8 pag<strong>in</strong>e, da 28 a 38 cm.<br />

Formato <strong>in</strong>-trentaduesimo<br />

Quattro piegature e 32 pag<strong>in</strong>e, da 15 a 20 cm.<br />

Fornello (scaldalastre)<br />

Necessario nel laboratorio per dare calore alla matrice da lavorare<br />

e stampare. E’ <strong>formato</strong> da una piastra metallica riscaldab<strong>il</strong>e<br />

mediante elettricità o gas alle temperature desiderate (termostato).<br />

Foto<strong>in</strong>cisione<br />

Procedimento fotomeccanico che ut<strong>il</strong>izza la fotografia per ricavare,<br />

su lastra di z<strong>in</strong>co o di rame sensib<strong>il</strong>izzata, un’<strong>in</strong>cisione. La<br />

lastra è preparata mediante un’emulsione fotografica e successivamente<br />

<strong>in</strong>cisa.<br />

Fotolitografia<br />

Procedimento che ut<strong>il</strong>izza <strong>il</strong> metodo fotografico per riprodurre<br />

sulla superficie di una pietra litografica o di una lastra di z<strong>in</strong>co,<br />

preparata appositamente, un’immag<strong>in</strong>e.<br />

All’approssimarsi della f<strong>in</strong>e del XIX secolo, si sv<strong>il</strong>uppa un’altra<br />

tecnica fotomeccanica che raccoglie le esperienze dei pionieri<br />

della fotografia per applicarle alla stampa; <strong>in</strong>fatti si riesce a<br />

trasferire un’immag<strong>in</strong>e fotografica, mediante gelat<strong>in</strong>e fotosensib<strong>il</strong>i<br />

a base di albume e bicromato, su di una pietra litografica.<br />

L’immag<strong>in</strong>e fotografica ottiene gli effetti tonali mediante una<br />

ret<strong>in</strong>atura <strong>in</strong>izialmente sim<strong>il</strong>e alla trama di una garza poi ad<br />

un <strong>in</strong>treccio complesso e sempre più regolare, ret<strong>in</strong>atura ben<br />

visib<strong>il</strong>e con <strong>il</strong> contaf<strong>il</strong>i. Successivamente la pietra è sostituita da<br />

lastre di z<strong>in</strong>co o allum<strong>in</strong>io.<br />

Fototipia<br />

La fototipia è un processo di stampa fotografica su carta attraverso<br />

l’ut<strong>il</strong>izzo di una matrice solitamente di metallo sulla quale<br />

viene impressa l’immag<strong>in</strong>e <strong>in</strong> negativo da stampare. Una volta<br />

<strong>in</strong>chiostrata la matrice, essa riproduce sulla carta l’immag<strong>in</strong>e <strong>in</strong><br />

positivo. Inventato dal viennese Karl Kl<strong>in</strong>c nel 1879, questo metodo<br />

fu molto ut<strong>il</strong>izzato f<strong>in</strong>o alla prima guerra mondiale<br />

Fox<strong>in</strong>g<br />

Dall’<strong>in</strong>glese “ fox” volpe, per <strong>il</strong> suo colore. Indica le macchie bruno-rossastre<br />

che affiorano talora sulle stampe antiche.<br />

Frontespizio<br />

è la pag<strong>in</strong>a, di solito a <strong>in</strong>izio pubblicazione, che presenta le <strong>in</strong>formazioni<br />

più complete sul volume. I primi libri a stampa ne<br />

sono privi, ma già alla f<strong>in</strong>e del Quattrocento <strong>il</strong> frontespizio prende<br />

forma, come componimento poetico, tipo occhiello o esplicativo,<br />

arricchendosi anche di elementi decorativi come cornici<br />

x<strong>il</strong>ografiche e vignette. Nei secoli XVI e XVII si fa più prolisso e<br />

più vario, e compaiono <strong>in</strong>dicazioni di carattere pubblicitario. In<br />

epoca moderna, si cerca un maggiore equ<strong>il</strong>ibrio delle parti, le<br />

decorazioni tendono a trasferirsi sulla copert<strong>in</strong>a.<br />

Fuligg<strong>in</strong>e stemperata o bistro<br />

Inchiostro di colore bruno giallastro ottenuto partendo da fuligg<strong>in</strong>e<br />

di cam<strong>in</strong>o mac<strong>in</strong>ata poi stemperata nell’acqua gommata. Il<br />

bistro fu ut<strong>il</strong>izzato f<strong>in</strong>o al XIX secolo, <strong>in</strong> particolare da Lorra<strong>in</strong>. Gli<br />

si preferisce ormai <strong>il</strong> nero di seppia.<br />

Fusagg<strong>in</strong>e<br />

Materiale da disegno fabbricato a partire da un carbone di legno<br />

friab<strong>il</strong>e e semicarbonizzato. I tipi di legno usati più frequentemente<br />

oltre alla fusagg<strong>in</strong>e sono <strong>il</strong> salice, <strong>il</strong> tiglio, la betulla,<br />

<strong>il</strong> noce e <strong>il</strong> prugno. La fusagg<strong>in</strong>e esiste sotto forma di gessi, di<br />

matite e bastonc<strong>in</strong>i. L’uso della fusagg<strong>in</strong>e risale alla preistoria.<br />

Fustella<br />

Utens<strong>il</strong>e punzonatore <strong>in</strong> acciaio, a spigoli taglienti, usato per<br />

<strong>in</strong>cidere o tagliare per impressione, carte o cartoni, o eseguire<br />

perforazioni secondo diverse sagome o diciture perforate.<br />

G<br />

Galvanica, <strong>in</strong>cisione<br />

Procedimento elettrochimico di corrosione con corrente elettrica.<br />

Gaufrace<br />

Indica un sistema di stampa a secco (senza <strong>in</strong>chiostrazione), che<br />

si realizza attraverso una deformazione permanente della carta.<br />

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