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quartiere 1 - Associazione Due fiumi

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particolare stato del mondo. Ricordo una donna che diceva che quando discuteva con il marito i suoi<br />

argomenti "non avevano peso" e che finiva sempre sentendosi impotente e senza forza per discutere;<br />

suo marito invece discuteva in un modo tale che finiva sempre avendo ragione.<br />

Anche molti/e allievi/e durante le interrogazioni parlano senza forza, senza convinzione e anche se<br />

hanno studiato l'argomento lo espongono in modo "fumoso e poco consistente". In questi casi<br />

l'organizzazione della loro frontiera personale non è in grado di trovare la modulazione adeguata<br />

allo stato del mondo.<br />

In altre parole una adeguata organizzazione della frontiera personale ci permette di auto-modularci<br />

secondo la consistenza richiesta da ogni circostanza, da ogni momento della nostra vita e delle<br />

nostre relazioni. La plasticità dei nostri tenitori e delle nostre frontiere è una delle caratteristiche<br />

fondamentali dell'organizzazione umana.<br />

Anche le coppie di <strong>fiumi</strong> sono molto plastiche nella loro scelta di accoppiamento: un pensiero si<br />

accoppia con un affetto ma questo non è per sempre poiché sia uno che l'altro scelgono<br />

continuamente nuove combinazioni. Questa plasticità nella combinazione dei <strong>fiumi</strong> vale per tutti i<br />

nostri comportamenti e ogni comportamento è a sua volta un fiume della coppia di <strong>fiumi</strong> tra io e il<br />

mondo.<br />

Anche la collocazione dei <strong>fiumi</strong> va cambiando: quello di sopra può divenire quello di sotto e<br />

viceversa. Per esempio se mi trovo a parlare in pubblico il mio pensiero dovrebbe essere il fiume di<br />

. sopra e una componènte affettiva adeguata il fiume di sotto, ma se avessi una reazione di panico la<br />

mia angoscia romperebbe quella organizzazione e si collocherebbe come fiume di sopra e così non mi<br />

potrei concentrare su ciò che ho da dire, nel mio comportamento fisico apparirebbero segnali di<br />

angoscia o di terrore; forse non potrei continuare a parlare e a pensare e potrei avere dei<br />

comportamenti "inconsulti" per quel particolare stato del mondo, come mettermi a piangere<br />

(comportamento "inconsulto" per chi sta dando una lezione).<br />

In modo complementare molto spesso gli istruttori sportivi dicono di "non pensare a ciò che stai<br />

facendo" perché durante l'apprendimento di comportamenti fisici (lo sport, la danza, le<br />

arti marziali, ecc) la collocazione adeguata è che il corpo sia il fiume di sopra e la mente quello di<br />

sotto. La mente accompagna ma se si colloca sopra non riusciamo a continuare a fare ciò che stiamo<br />

facendo.<br />

Oltre che alla collocazione adeguata/inadeguata dei due <strong>fiumi</strong> anche la distanza tra di essi può essere<br />

adeguata o inadeguata. La questione della distanza tra i <strong>fiumi</strong> è estremamente importante: a volte<br />

non accettiamo delle frasi da una persona perché percepiamo, consciamente o inconsciamente, che la<br />

distanza tra i <strong>fiumi</strong> che formano quel comportamento verbale non è quella adeguata; magari<br />

accettiamo le stesse frasi da un'altra persona poiché ci vengono dette con un comportamento dove i<br />

<strong>fiumi</strong> hanno un'adeguata distanza.<br />

10 potrei fare una lezione "troppo" affettiva o "troppo" amichevole o "troppo" intellettuale, In questi<br />

casi voi lo percepireste, sia a livello conscio, inconscio o entrambi, e questo disturberebbe fortemente<br />

11 vostro apprendimento. In questi tre casi la distanza tra le due componenti del mio comportamento<br />

sarebbe inadeguata.<br />

Per concludere, ogni comportamento può essere o non essere organizzato come coppie di <strong>fiumi</strong> che<br />

scorrono insieme; ciò dipende dall'organizzazione delle nostre frontiere e dalle loro possibilità di<br />

modularsi tenendo conto dello stato del mondo.

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