quartiere 1 - Associazione Due fiumi
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sempre inesperto perché anche da adulto continuerà a imparare (basti pensare a quanti adulti<br />
abbiamo dovuto imparare a usare il computer, la macchina, navigare in Internet e chissà cosa ci<br />
aspetta ancora).<br />
Come Teresa aveva notato, il fratellino appena nato non poteva fare quasi niente a differenza dei suoi<br />
pesciolini; inoltre secondo lei, ci metteva un sacco di tempo ad imparare a fare qualcosa, a differenza<br />
deimaialini.<br />
Insommà, Teresa aveva voluto un fratellino con cui giocare ma lui ci metteva un sacco di tempo per<br />
imparare a fare tutto ... In realtà il fratellino, come ogni bambino, era incredibilmente veloce; solo<br />
che doveva imparare tantissime cose tutte insieme.<br />
I principi di organizzazione che acquisiva il fratellino non solo li utilizzava per imparare tutto ciò che<br />
aveva bisogno d'imparare ma anche per organizzare la sua frontiera personale. Per esempio, capire<br />
che succhiare il dito non era lo stesso che succhiare il bordo della culla,gli forniva il principio di<br />
organizzazione io/ non io e cioè appartenenza; appropriarsi del principio organizzativo<br />
dell'appartiene/non appartiene, gli permetteva di organizzare un territorio io da un territorio non-io<br />
(mio). -<br />
Teresa aveva molto da ridire su questa fondamentale delimitazione perché per un lungo periodo tutto<br />
ciò che non era io (fratellino) era mio (del fratellino) e solo dopo diversi anni era riuscito a delimitare<br />
mio/ non-mio (e il non-mio spesso era di Teresa).<br />
Nella lunga fase nella quale il fratellino si trovava in un quasi totale stato di inermità (così come '<br />
succede nei piccoli che hanno bisogno di acquisire numerosi principi di organizzazione dei loro<br />
comportamenti) la mamma di Teresa o il babbo o la nonna o il nonno o qualche altro adulto lo<br />
accudiva e lo proteggeva.<br />
Teresa a volte si sentiva gelosa che la mamma facesse il bagno al fratellino e non a lei e solo quando<br />
la mamma le mostrò tutte le cose che loro due facevano insieme (andare in bicicletta, andare al<br />
cinema, a nuotare al mare, e tante altre cose) lei si rese conto che la mamma faceva tutto al fratellino<br />
perché lui non poteva ancora fare da solo, mentre lei già era in grado di fare un sacco di cose da sola<br />
e con gli altri.<br />
Parlando più in generale possiamo dire che la Natura ha fornito un maestro naturale e poi è andata<br />
via vìa aggiungendo nuove funzione a questo esperto. Poiché dover acquisire molti principi di<br />
organizzazione comporta il prolungarsi nei piccoli dello stato di inermità, la funzione di maestro<br />
venne perciò così completata con quella di "protettore naturale": un esperto che avesse anche la<br />
funzione di proteggere l'inesperto e non solo quella di avere la pazienza di mostrare moltissime volte<br />
i propri comportamenti.<br />
II protettore naturale deve sviluppare una doppia_prQspettiya; quella di esperto e quella di inesperto.<br />
Una per capire il bisogno dell'inesperto e l'altra per realizzare l'azione adeguata a quel bisogno.<br />
Le mamme spesso sorprendono i babbi perché capiscono che il bambino "ha fame", "ha sonno", "ha<br />
bisogno di cambiarsi il pannolino"; i babbi dicono "Come hai fatto a capirlo?" Le mamme hanno<br />
sviluppato la doppia prospettiva: capiscono che il bimbo ha fame e gli danno da mangiare, ha sonno e<br />
lo mettono a letto, è sporco e gli cambiano il pannolino. L'azione da esperto deriva dalla<br />
comprensione del bisogno dell'inesperto.<br />
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