Può trattarsi di una madre, un padre, un insegnante, un terapeuta, un primario, un capoufficio, un governante, un istnittorc, ecc. ecc,. Comunque si tratta sempre di un esperto che usa l'inesperto per sentirsi potente. Questi esperti potenti violentano l'obiettivo della strategia d'iscrizione interattiva rendendola mostruosa e antinaturale, perché il rapporto inesperto/esperto è una creazione della Vita che colloca l'inesperto come il protagonista esistenziale della relazione ( è stata creata per lui) per permettergli di divenire un esperto libero dalla fissità genetica. Gli esperti potenti sono dei "protagonisti usurpatoli" perché si pongono come l'obiettivo e centro della relazione inesperto/ esperto: essa gira attorno a loro e l'inesperto diviene un'ombra, una fonte di gratificazione dell'esperto. I protagonisti usurpatoli si mantengono nel centro della relazione inesperto/esperto attraverso molti modi, alcuni evidenti e altri più subdoli. II modo più evidente è quello di padre- padrone (che vale anche per le figure femminili): l'esperto utilizza il terrore e la violenza per mantenersi il padrone dell'inesperto. Tutti i sistemi autoritari utilizzano 'questa modalità di usurpazione, tuttavia, in quanto usano modi evidenti, è più facile che si generi la ribellione nell'inesperto. Ma i modi subdoli sono, appunto, meno evidenti e l'inesperto può non rendersi conto consciamente della violazione esistenziale che subisce, anzi, lo stato di suggestionabilità immutato fa si che l'inesperto idealizzi l'esperto usurpatore. L'idealizzazione dell'esperto da parte dell'inesperto gli rende impossibile qualunque riflessione critica: egli è magnetizzato, vincolato all'usurpatore e non si possono generare ribellioni. I vincoli con l'esperto protagonista usurpatore, anche se idealizzati dall'inesperto, portano a reazioni inconsciamente generate che possono essere di enorme gravita. Come abbiamo detto, questa relazione è mostruosa ed è un attacco permanente alla frontiera personale dell'inesperto. Le reazioni all'attacco sono inevitabili e cosi agli inesperti accadono tutta una serie di eventi involutivi che sono inconsciamente collegati a quella relazione. Ma usualmente né l'inesperto e tanto meno l'esperto fanno alcun collegamento tra questi eventi e la relazione. Così, quando Teresa si trovò in ospedale come paziente, cioè come inesperta, ha avuto due reazioni opposte nelle due interazioni con gli esperti "camici bianchi". Nella prima interazione Teresa è stata la protagonista della stessa e immediatamente si è ricordata dei numeri di telefono dei genitori; nella seconda interazione, quando viene trattata in modo leggero e quasi scherzoso, i protagonisti sono gli altri e lei immediatamente si disorganizza piangendo a dirotto e temendo di morire. Ricordo una persona che raccontava del suo istnittorc di yoga dal quale andava da tre anni; era entusiasta e diceva che era una persona saggia, che gli dava degli insegnamenti meravigliosi, ecc. ecc.. Le domandai come si era rotta la gamba (aveva un gesso), mi rispose che se l'era rotta uscendo dalla lezione di yoga e aggiunse che da tre anni gli succedeva di tutto, tanto che era andata da una maga per togliersi il malocchio. Questa persona non poneva minimamente in relazione ciò che gli accadeva da tre anni con il rapporto con il suo insegnante di yoga, anzi, lo idealizzava fortemente, tanto che si dimostrò immediatamente molto irritato quando una terza persona gli domandò che tipo di yoga facesse l'insegnante. 25
Molti protagonisti usurpatoti utilizzano "l'amore", "la verità", "il proprio fascino", "la propria saggezza", "la propria conoscenza", "la propria malattia", "la propria preoccupazione", ecc. ecc. per imprigionare l'inesperto alla relazione. I protagonisti usurpatoli hanno loro stessi una malformazione organizzativa della loro frontiera personale e non possono auto- sostenersi nel centro esistenziale della loro vita, perciò hanno bisogno di trovarsi continuamente nel centro delle relazioni: Gli inesperti offrono loro una fonte inesauribile di gratificazione perché li fanno sentire potenti e seguiti. 26
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