03.06.2013 Views

quartiere 1 - Associazione Due fiumi

quartiere 1 - Associazione Due fiumi

quartiere 1 - Associazione Due fiumi

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Questa amica sta in quel momento utilizzando la sua capacità di pensare e di sentire per ricordare e<br />

raccontare la sua esperienza, non c'è compassione nel suo comportamento perché questa esperienza<br />

comporta che tutte le capacità di uno si aprano per vivere le esperienze di un altro. Con l'esperienza<br />

della compassione si vivono le passioni dell'altro con le nostre capacità di pensare, sentire e agire.<br />

La terza amica ascoltandoci si mette a piangere così come piangiamo noi e si sente stravolta dal<br />

nostro problema così come lo siamo noi. La sua esperienza di quel momento non è di compassione<br />

ma di identificazione e così non ci offre una organizzazione a due <strong>fiumi</strong>. Non ci sentiamo capite da<br />

un altro essere umano e concludiamo l'incontro con quella amica sentendoci ancora più angosciate,<br />

anche se condividiamo la tragedia con lei.<br />

Questa amica ha perso sé $tessa nell'incontro con noi perché la sua frontiera personale non si è aperta<br />

a noi (come nella compassione) ma si è rotta in modo tale da confondersi con noi Per questo alla<br />

fine siamo carichi della nostra e della sua angoscia.<br />

La quarta amica alla quale raccontiamo il nostro problema ci dice che "non è niente", "ma cosa vuoi<br />

che sia", "c'è chi sta molto peggio", "fra qualche tempo ti sentirai meglio". Questa amica, almeno in<br />

quel momento, si pone come un cristallo e si rifiuta di ascoltarci e di accoglierci e non è in grado di<br />

porsi in modo compassionevole. Ci caccia via dal rapporto e al nostro dolore aggiunge il senso di<br />

essere stati rifiutati e di essere totalmente soli.<br />

Sono i filosofi buddisti che più di 3.000 anni fa iniziarono a sviluppare il concetto di compassione.<br />

Loro concepiscono questa possibilità come la via della conoscenza amorevole. Ed è proprio così, una<br />

conoscenza amorevole che permette -come alla prima delle nostre amiche- di capirci, di farci sentire<br />

amati e di avere il comportamento più adeguato allo stato del mondo.<br />

E 1 importante capire che la compassione è un movimento esistenziale verso l'altro, permanendo allo<br />

stesso tempo ciascuno fortemente ancorato al proprio essere. Così mentre la prima amica rimane sé<br />

stessa pur aprendosi intensamente a noi, la terza non si apre ma si rompe e così si perde. Questa è la<br />

differenza fondamentale tra la compassione e la identificazione.<br />

Una differenza notevole tra la compassione proposta dai filosofi buddisti e quella proposta dal<br />

sistema comunicativo-evolutivo è questa: per il sistema comunicativo-evolutivo la compassione è una<br />

possibilità data da una adeguata organizzazione della frontiera personale. Tale organizzazione<br />

comporta la possibilità di vivere le proprie passioni, senza venire né stravolti né doverle rimpicciolire<br />

e intiepidire, e rende possibile ad ogni essere umano poter vivere le passioni di un altro, rimanendo se<br />

stessi.<br />

Invece i filosofi buddisti suggeriscono la necessità di liberarsi delle proprie passioni come modo di<br />

vita mentre per il sistema che io vi propongo una tale liberazione sarebbe nociva e porterebbe in<br />

realtà alla perdita della possibilità della compassione.<br />

La richiesta di liberarsi delle proprie passioni è necessaria durante l'esperienza della compassione. Il<br />

"vuoto", il "nulla" della filosofia buddista indicano la necessità di sgombrarsi dai contenuti personali,<br />

altrimenti succede come nel caso della seconda amica che racconta le sue passioni proprio perché<br />

non si è svuotata dei contenuti personali.<br />

15

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!