Il Rinascimento e la nascita della scienza moderna - 1
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13 –MONTAIGNE: “UN NUOVO MODO DI INDAGARE SE STESSI”<br />
Se <strong>la</strong> mia anima potesse stabilizzarsi, non mi saggerei<br />
L’interiorità si coltiva nel<strong>la</strong> solitudine<br />
La forza del<strong>la</strong> consuetudine<br />
Barbarie e civiltà<br />
Gli altri formano l'uomo; io lo descrivo, e ne presento un esemp<strong>la</strong>re assai mal<br />
formato, e tale che se dovessi model<strong>la</strong>rlo di nuovo lo farei in verità molto diverso<br />
da quello che è 10 . Ma ormai è fatto. Ora, i segni del<strong>la</strong> mia pittura sono sempre<br />
fedeli, benché cambino e varino. II mondo non è che una continua altalena. Tutte le<br />
cose vi oscil<strong>la</strong>no senza posa: <strong>la</strong> terra, le rocce del Caucaso, le piramidi d'Egitto, e<br />
per il movimento generale e per il loro proprio. La stessa costanza non è altro che<br />
un movimento più debole. Io non posso fissare il mio oggetto. Esso procede incerto<br />
e vacil<strong>la</strong>nte, per una naturale ebbrezza. Io lo prendo in questo punto, com'è,<br />
nell'istante in cui m'interesso a lui. Non descrivo l'essere. Descrivo il passaggio:<br />
non un passaggio da una età all'altra o, come dice il popolo, di sette in sette anni,<br />
ma di giorno in giorno, di minuto in minuto. Bisogna che adatti <strong>la</strong> mia descrizione<br />
al momento. Potrei cambiare da un momento all'altro, non solo per caso, ma anche<br />
per intenzione. È una registrazione di diversi e mutevoli eventi e di idee incerte e<br />
talvolta contrarie: sia che io stesso sia diverso, sia che io colga gli oggetti secondo<br />
altri aspetti e considerazioni. Tant'è che forse mi contraddico, ma <strong>la</strong> verità non <strong>la</strong><br />
contraddico mai. Se <strong>la</strong> mia anima potesse stabilizzarsi, non mi saggerei, mi<br />
risolverei: essa è sempre in tirocinio e in prova.<br />
Io espongo una vita umile e senza splendore, ma è lo stesso. Tutta <strong>la</strong> filosofia<br />
morale si applica benissimo a una vita comune e privata, come a una vita di più<br />
ricca sostanza; ogni uomo porta in sé <strong>la</strong> forma intera dell'umana condizione.<br />
Gli autori si presentano al popolo con qualche segno partico<strong>la</strong>re ed esteriore; io, per<br />
primo, col mio essere universale, come Michel de Montaigne, non come<br />
grammatico o poeta o giureconsulto. Se <strong>la</strong> gente si <strong>la</strong>menta perché parlo troppo di<br />
me, io invece mi <strong>la</strong>mento perché essa nemmeno pensa a se stessa.<br />
Ma è ragionevole che, così privato nel<strong>la</strong> vita, io pretenda di rendermi pubblico<br />
nel<strong>la</strong> conoscenza altrui? Ed è ragionevole inoltre che io presenti al mondo, dove <strong>la</strong><br />
forma e l'arte hanno tanto credito e autorità, dei prodotti di natura nudi e crudi, e<br />
per giunta di una natura assai deboluccia? Non è come fare un muro senza pietra, o<br />
qualcosa di simile, fabbricar dei libri senza <strong>scienza</strong> e senz'arte? Le fantasie del<strong>la</strong><br />
musica sono guidate dall'arte, le mie dal caso. Per lo meno io son conforme al<strong>la</strong><br />
rego<strong>la</strong> nel fatto che mai uomo trattò un soggetto che comprendesse e conoscesse<br />
meglio di quanto io faccia con quello che ho intrapreso, e che in questo io sono<br />
l'uomo più competente che ci sia; in secondo luogo, che mai alcuno penetrò più a<br />
fondo <strong>la</strong> sua materia e ne esaminò più minuziosamente le artico<strong>la</strong>zioni e<br />
diramazioni; e non arrivò più esattamente e completamente al fine che si era<br />
proposto nel suo <strong>la</strong>voro 11 . Per condurlo a termine non ho bisogno di mettervi altro<br />
10 Gli Essais sono stati definiti il libro più personale che fosse mai stato scritto, fino a quel momento, nel<strong>la</strong><br />
letteratura universale. Né i modelli c<strong>la</strong>ssici dell’autobiografia, né i precedenti cristiani del<strong>la</strong> confessione o<br />
del soliloquio , sembrano giustificare l'originalità di aver posto ai centro di un'opera letteraria l'autoritratto di<br />
un uomo del tutto ordinario, di una vita privata spoglia di eventi o di circostanze eccezionali. Montaigne è<br />
consapevole di contravvenire a un'antica rego<strong>la</strong> di convenienza morale e letteraria: quel<strong>la</strong> che vieta all'autore<br />
di par<strong>la</strong>re di sé, a meno che non si tratti di un personaggio illustre, intento a fissare per iscritto <strong>la</strong> propria virtus,<br />
al fine di offrire un esempio al<strong>la</strong> posterità. Ma quel<strong>la</strong> che sembra a prima vista una deplorevole vanità o<br />
una vio<strong>la</strong>zione delle regole del bon ton letterario, è agli occhi di Montaigne <strong>la</strong> via più diretta per raggiungere<br />
il suo intento filosofico: <strong>la</strong> conoscenza e <strong>la</strong> descrizione dell'uomo, così come esso è di fatto.<br />
11 La duplice mobilità — dell'oggetto in perpetua metamorfosi, e del soggetto, che muta di continuo il suo punto di<br />
vista, per meglio aderire all'oggetto — sembra trovare un provvisorio punto di accordo e di stabilità in un caso:<br />
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