Il Rinascimento e la nascita della scienza moderna - 1
Il Rinascimento e la nascita della scienza moderna - 1
Il Rinascimento e la nascita della scienza moderna - 1
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
che <strong>la</strong> fedeltà; e questa c'è, <strong>la</strong> più sincera e pura che si possa trovare. Io dico <strong>la</strong><br />
verità, non quanto voglio, ma quanto oso dir<strong>la</strong>; e l'oso un po' di più invecchiando,<br />
poiché mi sembra che l'uso conceda a quest'età una maggiore libertà di<br />
chiacchierare e una maggiore indiscrezione nel par<strong>la</strong>re di sé 12 . Qui noi andiamo<br />
d'accordo e allo stesso passo: il mio libro ed io. Altrove si può considerare e<br />
accusare l'opera separatamente dall'artefice; qui no: chi tocca l'uno, tocca l'altra.<br />
Chi ne giudicherà senza conoscerlo, farà più torto a se stesso che a me: chi l'avrà<br />
conosciuto, mi avrà soddisfatto completamente. Felice oltre il mio merito se<br />
dell'approvazione pubblica mi tocchi solo questa parte, di far sentire alle persone<br />
d'ingegno che sarei stato capace di trarre profitto dal<strong>la</strong> <strong>scienza</strong>, se l'avessi avuta, e<br />
che avrei meritato che <strong>la</strong> memoria 13 mi servisse meglio.<br />
Giustifichiamo qui ciò che dico spesso, che mi pento raramente e che <strong>la</strong> mia<br />
co<strong>scienza</strong> è contenta di sé, non come del<strong>la</strong> co<strong>scienza</strong> d'un angelo o d'un cavallo, ma<br />
come del<strong>la</strong> co<strong>scienza</strong> d'un uomo, aggiungendo sempre questo ritornello, non un<br />
ritornello di convenienza, ma di semplice ed essenziale sottomissione : che parlo da<br />
curioso e da ignorante, riferendomi per decidere, puramente e semplicemente, alle<br />
credenze comuni e legittime. Non insegno, racconto.<br />
Non c'è cosa tanto poco socievole e tanto socievole come l'uomo: questo per vizio,<br />
quello per natura. …<br />
Lasciamo da parte il vecchio confronto tra <strong>la</strong> vita solitaria e l'attiva; quanto poi a<br />
quel bel detto sotto il quale si nascondono l'ambizione e <strong>la</strong> cupidigia, e cioè che<br />
non siamo nati per <strong>la</strong> nostra vita privata, ma per quel<strong>la</strong> pubblica, rimettiamoci coraggiosamente<br />
a quelli che sono in ballo; e ne risponda <strong>la</strong> loro co<strong>scienza</strong> se, al<br />
contrario, i gradi, le cariche e tutti gli intrighi del mondo si ricercano piuttosto per<br />
trarre dal pubblico il proprio partico<strong>la</strong>re profitto. I mezzi disonesti con i quali lo si<br />
persegue nel nostro secolo 14 , mostrano bene che il fine non vale di più.<br />
Rispondiamo all'ambizione che è proprio essa a darci il gusto del<strong>la</strong> solitudine: infatti,<br />
che altro fugge più del<strong>la</strong> società? Che altro cerca più del<strong>la</strong> sua libertà? Si può<br />
fare del bene e del male dappertutto: tuttavia, se è vero il detto di Biante 15 , che i<br />
cattivi sono <strong>la</strong> maggior parte, o quello che dice l'Ecclesiaste, che fra mille non ce<br />
n'è uno buono,<br />
Rari quippe boni: numero vix sunt totidem,<br />
quot<br />
Thebarum porte, vel divitis ostia Nili<br />
quello appunto in cui soggetto e oggetto coincidono, nel<strong>la</strong> pittura di sé da parte dell'io. Ciò comporta una<br />
caratteristica trasposizione dell'io soggettivo dell'autore (Michel de Montaigne nell'io narrativo degli<br />
Essais, fino a provocare una perfetta coincidenza (apertamente rivendicata) dell'autore con il suo libro, che<br />
conterrà il suo più vero, soggettivo e oggettivo, privato e pubblico a un tempo.<br />
Per tale via, Montaigne è stato il primo filosofo moderno (questo è appunto dei possibili significati del<strong>la</strong><br />
modernità) a utilizzare <strong>la</strong> propria vita come terreno di un esperimento metafisico: <strong>la</strong> trasformazione dell'io<br />
singolo privato in io universale, <strong>la</strong> elevazione del fatto umano e biografico in significato. Qui sta anche <strong>la</strong><br />
radicalità del suo scetticismo: che non è l'abdicazione al<strong>la</strong> conoscenza, ma un'enorme estensione dei suoi<br />
compiti epistemologici e dei suoi confini antropologici.<br />
12 Montaigne introduce qui il motivo, assai ricorrente negli Essais, del<strong>la</strong> vecchiaia e lo fa con un intento (come gli<br />
accade spesso) autoabbassamento ironico. La vecchiaia non è più (come nel De Senectute di Cicerone) l’età<br />
del<strong>la</strong> saggezza e del<strong>la</strong> virtù, ma del<strong>la</strong> debolezza e del<strong>la</strong> indiscreta loque<strong>la</strong>.<br />
13 Montaigne si <strong>la</strong>menta frequentemente negli Essais, del<strong>la</strong> propria memoria difettosa, cui imputa <strong>la</strong> responsabilità dei<br />
suoi scarsi progressi nel campo del<strong>la</strong> <strong>scienza</strong>. Anche qui, come nel caso del motivo del<strong>la</strong> vecchiaia,<strong>la</strong>"sincerità" biografica si<br />
presta dl'uso raffinato dell'ironia letteraria. Confessando il proprio difetto di memoria Montaigne esprime in realtà un rifiuto<br />
polemico delle regole del<strong>la</strong> retorica, di cui <strong>la</strong> memorizzazione era una componentefondamentale.<br />
14 Montaigne visse durante <strong>la</strong> prima fase delle sanguinose guerre religiose europee.<br />
15 Uno dei sette savi del<strong>la</strong> Grecia.<br />
32