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Il Rinascimento e la nascita della scienza moderna - 1

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era prodotto per una ristretta cerchia di lettori ben conosciuta dall’autore,<br />

l’ordine monastico e l’università in cui <strong>la</strong>vorava, gli intellettuali del<br />

<strong>Rinascimento</strong> si rivolgevano a un pubblico di intellettuali, che continuava a<br />

rappresentare un’élite, ma che era diventato più vasto e in gran parte<br />

sconosciuto all’autore.<br />

Nel lungo periodo, <strong>la</strong> maggior diffusione dei libri ebbe come sua conseguenza<br />

anche una maggior omogeneizzazione delle c<strong>la</strong>ssi colte, dal momento che essi<br />

consentivano una decisamente più rapida e capil<strong>la</strong>re diffusione delle idee. L’élite<br />

dominante che sinora, soprattutto quel<strong>la</strong> civile ma spesso anche quel<strong>la</strong><br />

ecclesiastica, aveva fatta sua <strong>la</strong> stessa cultura prodotta dalle c<strong>la</strong>ssi inferiori<br />

cominciava ora a distinguersi non solo più per il monopolio del<strong>la</strong> violenza ma<br />

anche perché colta, ovvero portatrice di una cultura diversa e che, come<br />

accenneremo fra poco, si preparava a riformare quel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>re.<br />

<strong>Il</strong> moltiplicarsi delle possibilità di utilizzare i libri non solo modificò il dibattito<br />

culturale ma cambiò anche in altri modi il <strong>la</strong>voro degli intellettuali.<br />

<strong>Il</strong> libro a stampa, innanzitutto, produsse una modificazione molto significativa<br />

nel<strong>la</strong> tecnica del<strong>la</strong> lettura; prima del XV secolo i libri venivano letti ad alta<br />

voce, anche dall'uomo di cultura nel chiuso del suo studio; <strong>la</strong> "lettura<br />

silenziosa", certamente favorita dal<strong>la</strong> stampa, divenne invece quel<strong>la</strong> più<br />

comune per gli uomini dei tempi moderni, conducendo a un sapere più astratto e<br />

interiorizzato, a un rapporto nuovo con <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>. Per <strong>la</strong> maggior parte degli<br />

uomini del Medioevo <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> era qualcosa di oggettivo, pronunciata di fronte<br />

a un pubblico reale o virtuale da un predicatore, da un professore, dal lettore<br />

stesso; per l'uomo moderno <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> divenne un fatto soggettivo, il muto<br />

risuonare del pensiero nel<strong>la</strong> co<strong>scienza</strong>. Ciò era vero solo per chi sapeva leggere,<br />

ma il loro numero, almeno nelle città, crebbe rapidamente dal Quattrocento al<br />

Cinquecento e questo fatto non mancò di avere le più profonde conseguenze su<br />

tutti gli aspetti del<strong>la</strong> vita sociale.<br />

Disponendo contemporaneamente di più libri sul proprio tavolo, gli eruditi,<br />

come gli studenti universitari, presero l'abitudine di confrontare un libro con<br />

l'altro e di paragonare le opinioni e le informazioni. Le contraddizioni tra i vari<br />

testi divennero più visibili e più evidenti le discordanze tra le varie tradizioni:<br />

l'accettazione dell'opinione comune, che in precedenza dipendeva anche dal<strong>la</strong><br />

mancanza d'informazioni parallele, fu sostituita da un modo di pensare<br />

maggiormente critico.<br />

Un'altra importante conseguenza dell'invenzione del<strong>la</strong> stampa fu <strong>la</strong><br />

standardizzazione, cioè l'effetto determinato dall'esistenza di copie tutte<br />

identiche (o quasi) di uno stesso libro. Per <strong>la</strong> prima volta nel<strong>la</strong> storia<br />

dell'umanità, gli studiosi di una stessa epoca, in città e regioni diverse<br />

dell'Europa, poterono <strong>la</strong>vorare e discutere su copie di opere che sapevano uguali a<br />

quelle possedute dai loro colleghi: veniva meno il dubbio che un passo preso in<br />

esame e ritenuto fondamentale per una determinata interpretazione non fosse<br />

contenuto nell'esemp<strong>la</strong>re a disposizione di un altro studioso o vi fosse presente<br />

sotto forma diversa.<br />

La diffusione del<strong>la</strong> stampa favorì, inoltre, il rafforzamento di una mentalità<br />

sistematica. Di<strong>la</strong>gò, anzitutto, l'uso dell'ordine alfabetico, certo non ignoto al<strong>la</strong><br />

cultura medievale, ma non adeguatamente diffuso. La diffusione dell'ordine<br />

alfabetico fu imposta universalmente dai cataloghi di libri, che gli stampatori<br />

diffondevano per propagandare i propri prodotti, dai criteri di schedatura nelle<br />

biblioteche, dove i libri affluivano ora in misura sempre più consistente.<br />

Indubbiamente <strong>la</strong> produzione culturale dell'epoca ebbe una circo<strong>la</strong>zione e una<br />

fruizione ristrette, trovando il proprio destinatario in un pubblico prevalentemente<br />

aristocratico che per formazione culturale, gusto e possibilità economiche<br />

rappresentava una ristretta élite privilegiata. Lo stesso recupero del<br />

<strong>la</strong>tino c<strong>la</strong>ssico, ossia di una lingua ormai morta e ben lontana dal <strong>la</strong>tino<br />

"imbarbarito" eppure vivo, insegnato e utilizzato nelle scuole, il rifiuto del<br />

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