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Il Rinascimento e la nascita della scienza moderna - 1

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scienziato «stimo che, tolti via gli orecchi, le lingue e i nasi, restino bene le<br />

figure i numeri e i moti, ma non già gli odori né i sapori né i suoni, li quali fuor<br />

dell'animal vivente non credo che sieno altro che nomi, come a punto altro che<br />

nome non è il solletico e <strong>la</strong> titil<strong>la</strong>zione, rimosse l'ascelle e <strong>la</strong> pelle intorno al<br />

naso».<br />

e) La credenza nel<strong>la</strong> validità del rapporto causale e delle leggi generali<br />

scoperte dal<strong>la</strong> <strong>scienza</strong>, basate sul principio che a cause simili corrispondano<br />

necessariamente effetti simili, viene suggerita e avvalorata dal<strong>la</strong> persuasione<br />

dell'uniformità dell'ordine naturale che, seguendo un corso sempre identico a se<br />

stesso, risulta necessario ed immutabile come una verità geometrica.<br />

d) La fiducia nel<strong>la</strong> verità assoluta del<strong>la</strong> <strong>scienza</strong> viene confortata mediante <strong>la</strong><br />

teoria secondo cui <strong>la</strong> conoscenza umana, pur differendo da quel<strong>la</strong> divina per il<br />

modo di apprendere e per l'estensione di nozioni possedute, risulta simile per<br />

il grado di certezza. Infatti, mentre Dio conosce intuitivamente, cioè in modo<br />

immediato <strong>la</strong> verità, l'uomo <strong>la</strong> conquista progressivamente attraverso il<br />

ragionamento discorsivo. Inoltre Dio conosce tutte le infinite verità, mentre l'uomo<br />

solo alcune di esse. Tuttavia, per quanto riguarda le dimostrazioni<br />

matematiche, <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> certezza è identica (in quanto, ad esempio, 2 + 2 =<br />

4 vale sia per noi che per Dio).<br />

5. 2 ______________________________________________________<br />

Questo gruppo asistematico di giustificazioni filosofiche poggia, a ben vedere,<br />

su di un'unica credenza di base che sta a monte del <strong>la</strong>voro scientifico di Galilei<br />

e di ogni suo tentativo di legittimazione teorica: <strong>la</strong> corrispondenza fra pensiero ed<br />

essere, ossia <strong>la</strong> conformità fra ciò che <strong>la</strong> <strong>scienza</strong> sostiene e il mondo qual è<br />

veramente. Infatti, in Galileo vi è una tenace fiducia che lo porta ad interpretare<br />

il rapporto <strong>scienza</strong>-realtà in termini di riproduzione o rispecchiamento. Ad<br />

esempio, in astronomia egli ha sempre rifiutato di essere considerato un semplice<br />

matematico o «calcolista», ritenendosi uno studioso di fisica celeste, cioè un<br />

«matematico e filosofo» al tempo stesso, dove il termine «filosofo», usato secondo<br />

<strong>la</strong> prassi dei suoi tempi, sta ad indicare <strong>la</strong> portata ontologica e non puramente<br />

matematico-astratta delle sue teorie. Ed è proprio qui uno dei motivi di fondo<br />

dello scontro con <strong>la</strong> Chiesa cattolica e con Bel<strong>la</strong>rmino, che volevano invece<br />

«obbligarlo» a par<strong>la</strong>re del copernicanesimo in termini puramente «ipotetici».<br />

E tale persuasione «realista», nell'uomo e nello scienziato Galileo, è così forte da<br />

non <strong>la</strong>sciarsi scalfire neppure dalle insidie logiche del<strong>la</strong> cosiddetta «argomentazione<br />

di Urbano VIII» (che Galileo, nel Dialogo, mette in bocca a Simplicio,<br />

definendo<strong>la</strong> opportunisticamente «mirabile e veramente angelica») secondo cui lo<br />

studioso, non conoscendo le «infinite vie » del Creatore, non può mai essere sicuro<br />

che una sua teoria corrisponda veramente al modo seguito da Dio nell'ordinare le<br />

cose e deve quindi accontentarsi di par<strong>la</strong>re per sole «ipotesi».<br />

Ovviamente, mentre il ragionamento di Urbano VIII, che affondava le sue<br />

radici nel<strong>la</strong> tarda Sco<strong>la</strong>stica, era stato escogitato dall'esterno per deprimere le<br />

«superbie» del<strong>la</strong> nuova <strong>scienza</strong>, <strong>la</strong> fiducia realistica di Galileo nasceva<br />

dall'interno del<strong>la</strong> sua opera di ricercatore e più che di argomentazioni teoriche<br />

si alimentava dei successi del<strong>la</strong> <strong>scienza</strong>. Ma in tal modo Galileo <strong>la</strong>sciava ai<br />

filosofi successivi — insoddisfatti delle sue «giustificazioni», ritenute un po'<br />

grezze e semplicistiche — grossi problemi teorici e gnoseologici, su cui si<br />

arrovelleranno molte menti.<br />

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