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Il Rinascimento e la nascita della scienza moderna - 1

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4. <strong>Il</strong> metodo del<strong>la</strong> <strong>scienza</strong>.<br />

Un altro risultato storicamente decisivo dell'opera di Galileo — che fa di lui il<br />

padre del<strong>la</strong> <strong>scienza</strong> <strong>moderna</strong> — è l'individuazione del metodo del<strong>la</strong> fisica, ossia il<br />

procedimento che ha spa<strong>la</strong>ncato le porte ai maggiori progressi scientifici<br />

dell’umanità, da Newton ad Einstein e ai giorni nostri.<br />

Tuttavia, in Galileo, non vi è una teoria organica del metodo, analoga ad esempio a<br />

quel<strong>la</strong> che Bacone svolgerà nel Novum Organum (Nuovo Organo), poiché egli,<br />

tutto preso dalle sue ricerche concrete di fisica ed astronomia, applica il metodo,<br />

più che teorizzarlo filosoficamente. Ciò nonostante, nelle sue opere si trovano<br />

disseminati qua e là, talune preziose osservazioni metodologiche e alcuni tentativi<br />

di sintetizzare il procedimento del<strong>la</strong> <strong>scienza</strong>. Ad esempio nel Saggiatore, nel<br />

Dialogo e nei Discorsi, Galileo tende ad artico<strong>la</strong>re il <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong> <strong>scienza</strong> in due<br />

parti fondamentali: il momento «risolutivo» o analitico e quello «compositivo»o<br />

sintetico. <strong>Il</strong> primo consiste nel risolvere un fenomeno complesso nei suoi elementi<br />

semplici, quantitativi e misurabili, formu<strong>la</strong>ndo un'ipotesi matematica sul<strong>la</strong> legge da<br />

cui dipende. <strong>Il</strong> secondo momento risiede nel<strong>la</strong> verifica e nell'esperimento attraverso<br />

cui si tenta di comporre o riprodurre artificialmente il fenomeno, in modo che se<br />

l'ipotesi supera <strong>la</strong> prova, risultando quindi veri-ficata (= fatta vera), essa venga<br />

accettata e formu<strong>la</strong>ta in termini di legge, mentre se non supera <strong>la</strong> prova risultando<br />

smentita o falsificata (= non verificata), venga sostituita da un’altra ipotesi.<br />

Questo schema, su cui si sono basate soprattutto le presentazioni tradizionali, pur<br />

descrivendo in modo formalmente corretto il procedimento del<strong>la</strong> fisica<br />

sperimentale (osservazione dei fenomeni - misurazione matematica dei dati -<br />

ipotesi verifica - legge), appare un po' generico ed incapace di far comprendere le<br />

vie concrete e i modi originali seguiti da Galileo nelle sue scoperte. Di<br />

conseguenza, data l'importanza dell'argomento, risulta indispensabile scavare più a<br />

fondo.<br />

4.1- ____________________________________________________<br />

Nel<strong>la</strong> lettera a Cristina di Lorena Galileo scrive: «Pare che quello degli effetti<br />

naturali che o <strong>la</strong> sensata esperienza ci pone dinanzi agli occhi o le necessarie<br />

dimostrazioni ci concludono, non debba in conto alcuno esser revocato in dubbi»<br />

Questo passo, come tendono a riconoscere gli studi più recenti, è altamente<br />

significativo, poiché in esso Galileo ha racchiuso il cuore stesso del suo metodo e<br />

<strong>la</strong> strada effettivamente seguita nelle sue scoperte.<br />

Con l'espressione «sensate esperienze», che al<strong>la</strong> lettera significa «esperienze dei<br />

sensi», con primario riferimento al<strong>la</strong> vista, Galileo ha voluto evidenziare il<br />

momento osservativo-induttivo del<strong>la</strong> <strong>scienza</strong>, preponderante in talune<br />

scoperte (come quelle re<strong>la</strong>tive ai corpi celesti). Infatti, in certi casi, <strong>la</strong> <strong>scienza</strong><br />

galileiana, attraverso un'attenta ricognizione dei fatti e dei casi partico<strong>la</strong>ri<br />

induce, sul<strong>la</strong> base dello osservazione, una legge generale (ad esempio quel<strong>la</strong><br />

re<strong>la</strong>tiva alle fasi di Venere)<br />

E’questo il momento più comunemente noto del metodo scientifico, denominato<br />

appunto «sperimentale».<br />

Con l'espressione «necessarie dimostrazioni» Galileo ha voluto evidenziare il<br />

momento raziocinativo o ipotetico-deduttivo del<strong>la</strong> <strong>scienza</strong>, preponderante in altre<br />

scoperte (ad esempio quel<strong>la</strong> sul principio d'inerzia o sul<strong>la</strong> caduta dei gravi). È questa<br />

<strong>la</strong> parte meno nota, ma anche <strong>la</strong> più affascinante — ed in taluni casi decisiva — del<br />

metodo galileiano. Le «necessarie dimostrazioni», o «matematiche dimostrazioni»,<br />

sono i ragionamenti logici, condotti su base matematica, attraverso cui il ricercatore,<br />

partendo da una intuizione di base e procedendo per una «supposizione», formu<strong>la</strong> in<br />

teoria le sue ipotesi, riservandosi di verificarle nel<strong>la</strong> pratica. In altre parole, «intuendo»<br />

e «ragionando» lo scienziato, anche sul<strong>la</strong> scorta di pochi dati empirici, perviene<br />

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