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Divinatio in Quintum Caecilium, §§ 1-11 - Facoltà di Lettere e Filosofia

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2007-2008 Il processo <strong>di</strong> Verre. Traduzioni 27<br />

Scoperta del nuovo piano <strong>di</strong> Verre<br />

Ma ecco ad un tratto, <strong>in</strong> questi ultimi giorni, dopo che si erano svolte le elezioni consolari, si<br />

riprendono quei medesimi progetti precedenti, con somme <strong>di</strong> denaro più gran<strong>di</strong>, e si preparano,<br />

per mezzo delle medesime persone, le medesime <strong>in</strong>si<strong>di</strong>e alla vostra reputazione e alla sorte <strong>di</strong> tutti.<br />

Questo piano, giu<strong>di</strong>ci, mi fu <strong>in</strong> un primo momento svelato da una prova e un <strong>in</strong><strong>di</strong>zio molto tenui;<br />

ma poi, essendo ormai aperta la porta al sospetto, sono giunto senza nessuna <strong>in</strong>certezza a tutti i<br />

più riposti piani <strong>di</strong> costoro.<br />

comitiis consularibus factis (abl. ass.): i magistrati maggiori (pretori, consoli, censori) venivano<br />

eletti dai comitia centuriata, nei quali il popolo votava sud<strong>di</strong>viso per centurie (193), rispecchianti<br />

l’ord<strong>in</strong>amento militare e <strong>di</strong>stribuite <strong>in</strong> classi <strong>di</strong> censo; i magistrati m<strong>in</strong>ori (questori, e<strong>di</strong>li, tribuni)<br />

erano eletti dai comitia tributa, nei quali il popolo votava sud<strong>di</strong>viso <strong>in</strong> tribù (35, <strong>di</strong> cui 4 urbane e<br />

31 rustiche), su base territoriale. Le votazioni delle due assemblee elettorali si svolgevano <strong>in</strong> giorni<br />

<strong>di</strong>versi, con precedenza per i comitia centuriata, come risulta chiaramente anche da questi<br />

capitoli; ogni centuria e ogni tribù costituiva una unità <strong>di</strong> un voto, determ<strong>in</strong>ato dalla maggioranza<br />

dei voti espressi al suo <strong>in</strong>terno.<br />

aperto suspicionis <strong>in</strong>troitu: abl. ass., lett. “essendo stato aperto l’<strong>in</strong>gresso del sospetto”<br />

18. Infatti, quando Qu<strong>in</strong>to Ortensio, designato console, veniva accompagnato a casa dal Campo<br />

Marzio <strong>in</strong> mezzo a gran<strong>di</strong>ssima ressa e folla, si fa <strong>in</strong>contro per caso a quella folla Gaio Curione. Io<br />

voglio che sia nom<strong>in</strong>ato qui con tutto il dovuto rispetto, non per arrecargli offesa: e <strong>in</strong> effetti io<br />

riferirò parole che, se non avesse voluto che io le riferissi, non avrebbe pronunciato <strong>in</strong> mezzo a<br />

tanta gente, così apertamente e pubblicamente; e tuttavia io le riferirò con esitazione e cautela,<br />

perché si comprenda che ho tenuto conto sia della nostra amicizia sia della sua posizione.<br />

ut reducebatur: sub. temporale <strong>in</strong> rapporto <strong>di</strong> contemporaneità con la sovraord<strong>in</strong>ata fit obviam<br />

(presente descrittivo)<br />

potius honoris quam contumeliae causa: lett. “a scopo <strong>di</strong> onore piuttosto che <strong>di</strong> offesa”, con causā<br />

da legare ad entrambi i genitivi.<br />

si noluisset...<strong>di</strong>xisset: per. ipotetico dell’irrealtà al passato<br />

commemorare: <strong>in</strong>f. <strong>di</strong>p. da noluisset con ellissi del soggetto (me); alcuni e<strong>di</strong>tori <strong>in</strong>tervengono con<br />

una lieve correzione commemorari, “se non avesse voluto che fossero riferite (sc. le parole)”<br />

habita ratio esse <strong>in</strong>tellegatur: costrutto personale del passivo <strong>di</strong> <strong>in</strong>tellego<br />

19. Proprio accanto all’arco <strong>di</strong> Fabio, Curione scorge Verre <strong>in</strong> mezzo alla folla, lo chiama e ad<br />

altissima voce si congratula con lui; a Ortensio, che era stato eletto console, ai suoi parenti e<br />

amici, che erano lì presenti, non <strong>di</strong>ce una parola. Con Verre si trattiene, lui abbraccia, lui esorta a<br />

stare tranquillo. “Ti <strong>di</strong>chiaro, <strong>di</strong>ce, che con le elezioni <strong>di</strong> oggi tu sei stato assolto”. Poiché tante<br />

persone assolutamente rispettabili avevano u<strong>di</strong>to questa frase, essa mi viene subito riportata;<br />

anzi, <strong>in</strong> verità, ognuno, appena mi vedeva, me la riferiva. Ad alcuni sembrava una cosa <strong>in</strong>degna,<br />

ad altri ri<strong>di</strong>cola: ri<strong>di</strong>cola a quelli che ritenevano che il processo <strong>di</strong> costui poggiasse sulla<br />

deposizione dei testimoni, sulla considerazione delle imputazioni, sul potere dei giu<strong>di</strong>ci e non<br />

sull’elezione dei consoli; <strong>in</strong>degna a coloro che guardavano più a fondo, e capivano che queste<br />

congratulazioni riguardavano la corruzione del processo.<br />

videt, appellat ecc.: tutta la scena è riferita con verbi al presente, che conferiscono vivacità al<br />

racconto.<br />

ut viderat narrabat: il piuccheperfetto nella subord<strong>in</strong>ata temporale esprime anteriorità rispetto alla<br />

sovraord<strong>in</strong>ata narrabat

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