Raccolta Sentenze
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CONDOMINIO: RESPONSABILITÀ DECENNALE PER IL DIRETTORE DEI LAVORI<br />
CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. II, SENTENZA N. 9316 DEL 18 APRILE 2007<br />
Con la sentenza in esame, la Cassazione ha specificato che la garanzia per vizi costruttivi è soggetta alla<br />
prescrizione ordinaria decennale, ai sensi dell’art. 2946 c.c.. Va infatti esclusa l'applicazione dell'articolo<br />
2226, comma secondo, c.c. (prescrizione breve di un anno), atteso che, nell'adempimento delle obbligazioni<br />
inerenti all'esercizio di un'attività professionale, la diligenza deve valutarsi esclusivamente tenendo presente<br />
la natura dell'attività esercitata (articolo 1176 c.c.) che ha come contenuto un'obbligazione di mezzi.<br />
L’amministratore dovrà, tuttavia, contestare in tempo utile le eventuali problematiche verificate a fine lavori<br />
ma potrà avvalersi della prescrizione di 10 anni per intraprendere un’azione legale nei confronti del<br />
progettista e del direttore dei lavori, ricorrendo anche dell’istituto dell’interruzione della prescrizione stessa<br />
come previsto dall’art. 2943 c.c.<br />
LA GRONDA DI UN TETTO DI UN EDIFICIO CONDOMINIALE È COMUNE A TUTTO L'EDIFICIO<br />
CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. II, SENTENZA N. 11109 DEL 15 MAGGIO 2007<br />
La gronda di un tetto di un edificio condominiale costituisce bene comune, in quanto, essendo parte<br />
integrante del tetto e svolgendo una funzione necessaria all'uso comune, ricade tra i beni che l'art. 1117 n. 1<br />
c.c. include espressamente tra le parti comuni dell'edificio; (In applicazione del riportato principio, la<br />
Suprema Corte ha affermato che qualora si chieda giudizialmente l'abbattimento della gronda è<br />
indispensabile interpellare in giudizio tutti i condomini, quali litisconsorti necessari).<br />
TRASFERIMENTO DEL PIANEROTTOLO, È NECESSARIO IL CONSENSO DI TUTTI I CONDOMINI<br />
CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. II, SENTENZA N. 15444 DEL 10 LUGLIO 2007<br />
Essendo le scale, come i pianerottoli quali componenti essenziali di esse, elementi necessari alla<br />
configurazione di un edificio diviso per piani o porzioni di piano in proprietà esclusiva e mezzo indispensabile<br />
per accedere al tetto o alla terrazza di copertura, anche al fine di provvedere alla loro conservazione, tali<br />
beni hanno natura di beni comuni ex art. 1117 c. civ., anche relativamente ai condomini proprietari dei<br />
negozi con accesso dalla strada, essendo anch’essi interessati ad usufruire delle scale, e quindi dei<br />
pianerottoli, perché interessati alla conservazione (e manutenzione) della copertura dell'edificio della quale<br />
anch'essi godono. Conseguentemente in mancanza di un titolo contrario, deve ritenersi nullo ed inefficace<br />
l'accordo intervenuto con i condomini, partecipanti all'assemblea e sottoscrittori del relativo verbale, essendo<br />
necessario il consenso di tutti i condomini espresso in un atto negoziale scritto, trattandosi di cedere i diritti<br />
reali di uso del pianerottolo del quarto piano e della sovrastante scala a chiocciola, beni condominiali.<br />
LEGITTIMAZIONE ATTIVA DELL'AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO-AZIONE DI REINTEGRAZIONE<br />
NEL POSSESSO DI UN BENE<br />
CORTE DI CASSAZIONE, SEZ. II, SENTENZA N. 16631 DEL 27 LUGLIO 2007<br />
L'amministratore di condominio - in base ad un'interpretazione estensiva dell'art. 1130,c.c. - è legittimato ad<br />
esercitare l'azione di reintegrazione nel possesso di un bene che, anche se di proprietà di terzi, è destinato<br />
con apposito vincolo urbanistico ad un diritto di uso comune da parte dei condomini (nella specie, diritto di<br />
parcheggio in terreno adiacente a fabbricato condominiale); ciò poiché tale azione si collega al potere<br />
dell'amministratore di esercitare gli atti conservativi sui beni di proprietà comune del condominio.<br />
INDENNITA’ DI SOPRAELEVAZIONE E AUMENTI DI VOLUMETRIA<br />
CORTE DI CASSAZIONE SENTENZA N. 16764 DEL 30 LUGLIO 2007<br />
Secondo il quarto comma dell’art. 1127 del Cod.Civ., il condomino che fa sopraelevazioni deve<br />
corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al valore attuale dell'area da occuparsi con la nuova<br />
fabbrica, diviso per il numero dei piani, ivi compreso quello da edificare, e detratto l'importo della quota a lui<br />
spettante. Con la sentenza in esame, le Sezioni Unite hanno stabilito che l’indennità di sopraelevazione, di<br />
cui all’art. 1127 Cod. Civ., è dovuta non solo nel caso di costruzione oltre l’ultimo piano, ma anche in tutti<br />
quei casi si sia verificato l’aumento della superficie e della volumetria. Riportiamo i casi di aumento di<br />
volumetria (non strettamente collegati a sopraelevazioni) portati come esempio nella sentenza:<br />
• ferma l’altezza del colmo del tetto, ove l’incremento di superficie effettivamente utilizzabile e di<br />
volumetria si realizzino mediante la trasformazione dello spiovente da rettilineo con pendenza unica a<br />
spezzato con pendenze diverse<br />
• mediante l’ampliamento della base con la costruzione d’uno sporto e la consequenziale estensione del<br />
tetto<br />
• Innalzamento dei muri perimetrali<br />
In sostanza la sentenza ha stabilito che il condomino che aveva innalzato i muri perimetrali dell’edificio e del<br />
corrispondente tetto deve corrispondere un’indennità agli altri condomini da calcolarsi secondo quanto