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Scienze dell'Interazione anno 2012 n.1-2 - Scuola di ...

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STUDI, RICERCHE E DIBATTITI Alessandro Salvini<br />

persona. E la vigoressia come malattia della psiche inizia a vivere <strong>di</strong> vita<br />

propria, come già è avvenuto, ad esempio, anche per le varie versioni dei<br />

“<strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> personalità”.<br />

3.2 Prototipi e stereotipi <strong>di</strong>agnostici<br />

A questo punto dovrà esserci concessa una piccola <strong>di</strong>gressione su come<br />

conosciamo il mondo e gli altri attraverso prototipi e stereotipi, dal momento<br />

che la classificazione è il proce<strong>di</strong>mento cognitivo per eccellenza del<br />

nosografo e del <strong>di</strong>agnosta.<br />

E’ noto che siamo portati a fare inferenze sul mondo utilizzando percezioni<br />

e ragionamenti che si basano sul pensiero categoriale, che è, tra le altre<br />

cose, alla base delle classificazioni e della conoscenza per prototipi e<br />

stereotipi. Il proce<strong>di</strong>mento cognitivo della categorizzane è il modo più<br />

<strong>di</strong>ffuso e economico <strong>di</strong> conoscere or<strong>di</strong>nando la realtà in classi omogenee,<br />

in relazione ai criteri <strong>di</strong>scriminativi e aggregativi adottati. E’ altresì noto che<br />

in talune <strong>di</strong>scipline scientifiche dette tassonomiche la categorizzazione è un<br />

importante proce<strong>di</strong>menti cognitivo soggetto a vincoli specifici. Le scienze<br />

cliniche della psiche possono solo tentare <strong>di</strong> imitare i proce<strong>di</strong>menti<br />

tassonomici, non possono avvalersi in modo estensivo degli stessi criteri<br />

positivi ed empirici delle scienze biome<strong>di</strong>che, prevalendo in loro criteri<br />

interpretativi e semantici, valutativi e normativi, prescrittivi e proscrittivi e<br />

altri ancora.<br />

Variando i criteri basati su proce<strong>di</strong>menti interpretativi e attributivi, si<br />

possono configurare categorie <strong>di</strong> persone e ‘fatti’ psicologici molto <strong>di</strong>versi<br />

tra <strong>di</strong> loro. E’ noto ad esempio che i sintomi <strong>di</strong> un paziente, variando i criteri,<br />

possono essere assegnati a <strong>di</strong>fferenti classi <strong>di</strong>agnostiche, come spesso<br />

scoprono i cultori dei sistemi iperclassificatori quando utilizzano (“in modo<br />

pedante, meticoloso e ossessivo”, potrebbero <strong>di</strong>re <strong>di</strong> sè”) i criteri<br />

nosografici del DSM IV. E’ anche noto che se si usano <strong>di</strong>fferenti criteri<br />

concettuali, epistemici e psicopatologici o <strong>di</strong>fferenti criteri culturali, o<br />

psico<strong>di</strong>agnostici, si possono dare <strong>di</strong>fferenti versioni <strong>di</strong> un fenomeno<br />

psicologico.<br />

Se da una classe o da una categoria si estrae il tipo ideale, che per<br />

astrazione quella categoria rappresenta, si crea un ‘prototipo’. Il culturista<br />

campione del mondo che fa mostra <strong>di</strong> sè sulla copertina <strong>di</strong> Men’s Healt,<br />

può essere considerato dall’uomo della strada il prototipo con cui<br />

identificare e immaginare tutti coloro che appartengono alla categoria dei<br />

culturisti. In coloro che lavorano a stretto contatto con chi pratica la cultura<br />

fisica, è raro che si costruisca un’immagine prototipica, sociale e<br />

psicologica, del culturista. La stessa cosa può valere per coloro che<br />

intrattengono delle relazioni strette con molte categorie <strong>di</strong> persone, siano<br />

essi religiosi, politici o tossico<strong>di</strong>pendenti. Siamo portati ad usare i prototipi<br />

quanto meno conosciamo le persone in relazione alla <strong>di</strong>stanza sociale o<br />

culturale che ci separa da loro. Prototipi e stereotipi servono anche a<br />

semplificare e riempire un vuoto cognitivo facilitando inferenze, tra cui i<br />

giu<strong>di</strong>zi sugli altri. In linea <strong>di</strong> principio non sono mo<strong>di</strong> sbagliati <strong>di</strong> conoscere e<br />

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