Scienze dell'Interazione anno 2012 n.1-2 - Scuola di ...
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STUDI, RICERCHE E DIBATTITI Antonio Iu<strong>di</strong>ci<br />
5. Trattamento farmacologico<br />
Il trattamento della cosiddetta sindrome “Disturbo <strong>di</strong> Attenzione e/o<br />
Iperattivà” (ADHD) è stata oggetto <strong>di</strong> una quantità notevole <strong>di</strong> indagini<br />
sperimentali e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> scientifici. Come già detto, le risorse finanziarie sono<br />
state concentrate prevalentemente sulla ricerca – in larga parte non<br />
in<strong>di</strong>pendente, in quanto finanziata con fon<strong>di</strong> dei produttori stessi – mirata<br />
ad in<strong>di</strong>viduare le presunte cause biologiche del <strong>di</strong>sagio nonché gli effetti<br />
degli interventi farmacologici, penalizzando la ricerca sugli aspetti<br />
psicologici, ambientali e sociali, nonché gli interventi pedagogici,<br />
psicoterapeutici e sociali autonomi. Una recente meta-analisi <strong>di</strong> esperimenti<br />
su alcune sostanze farmacologiche utilizzate nel trattamento dell’ADDH,<br />
controllati a random, ha evidenziato come <strong>di</strong>versi dei più noti esperimenti<br />
che concludevano con rilievi a favore della terapia farmacologica fossero <strong>di</strong><br />
scarsa qualità e con una forte prova <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zio e<strong>di</strong>toriale: gli effetti a<br />
breve termine erano irregolari su scale percentuali <strong>di</strong>fferenti, gli effetti<br />
collaterali erano frequenti e problematici e gli effetti a lungo termine oltre le<br />
quattro settimane <strong>di</strong> trattamento non venivano presi in considerazione<br />
(Consensus, 2005). In molti casi non è dunque facile riconoscere quali<br />
autori non abbiano prodotto risultati legati a finanziamenti delle case<br />
farmaceutiche. Prima <strong>di</strong> presentare i dati raccolti può essere utile precisare<br />
in quale schema me<strong>di</strong>co-scientifico si inserisce il trattamento<br />
farmacologico. Nella prassi me<strong>di</strong>ca la cura è un proce<strong>di</strong>mento terapeutico<br />
che, rimuovendo le cause che h<strong>anno</strong> generato la patologia, porta alla<br />
guarigione. Il sollievo e la remissione dei sintomi, per quanto siano eventi<br />
importanti, non qualificano un intervento terapeutico come cura. Tuttavia in<br />
moltissime situazioni l’intervento farmacologico viene definito<br />
impropriamente “curativo”, pur essendoci evidenza e riconoscimento<br />
ufficiale da parte <strong>di</strong> enti scientifici, istituzioni e aziende farmaceutiche in<br />
merito all’assenza <strong>di</strong> eziologia certa. E’ bene dunque precisare che<br />
l’intervento farmacologico non è <strong>di</strong>retto a eliminare le cause, bensì a ridurre<br />
i sintomi, nella cui <strong>di</strong>agnosi nosografica sono peraltro prevalentemente<br />
comportamenti.<br />
Al momento la soluzione più utilizzata per intervenire sull’ADDH è quella<br />
farmacologica, in particolare utilizzando metilfenidato e destroanfetamine,<br />
stimolanti a base anfetaminica farmacologicamente simili alla cocaina. Il<br />
primo (denominazione commerciale Ritalin, Novartis) rappresenta <strong>di</strong> solito<br />
la prima scelta quale trattamento farmacologico (Kremer H., 2003; Carey,<br />
2004). Altri stimolanti tra i quali l'atomoxetina (Strattera-Eli Lilly, USA), un<br />
inibitore selettivo della ricaptazione della noradrenalina, sono anch'essi<br />
correntemente usati per trattare l'ADHD nei bambini (Barkley, 1998). Le<br />
anfetamine sono da considerare sostanze ad elevata potenzialità <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ventare farmaci da abuso cfr. Foley, Verani et al. (1984), cfr. Hart J.B.,<br />
Wallace (1975) e per tali ragioni sono classificate in quasi tutti i paesi nella<br />
tabella delle sostanze stupefacenti e dei veleni (La Food and Drugs<br />
Administration (FDA), Breggin, 1997). Si usano anche per trattare i sintomi<br />
<strong>di</strong> traumatismi cranici, astenia <strong>di</strong>urna da narcolessia, sindrome da<br />
affaticamento cronico (CFS). Il meccanismo <strong>di</strong> azione terapeutico <strong>di</strong> tali<br />
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