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Scienze dell'Interazione anno 2012 n.1-2 - Scuola di ...

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<strong>Scienze</strong> dell’Interazione, n. 1-2, <strong>2012</strong><br />

responsabilizzare la rete dei servizi e le interazioni che favoriscono<br />

situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sattenzione, irrequietezza. Relativamente al processo<br />

<strong>di</strong>agnostico, la comunità degli stu<strong>di</strong>osi sembra riferirsi prevalentemente al<br />

Diagnostic and statistical manual of mental <strong>di</strong>sorders (DSM) e ai criteri<br />

definiti dai suoi autori, un’associazione privata <strong>di</strong> psichiatri americani. Tali<br />

criteri consistono in un elenco <strong>di</strong> comportamenti, considerati sintomi a<br />

partire dal prototipo categoriale (in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo mentale) presentato<br />

nel DSM e denominato ADHD. A <strong>di</strong>fferenza che nell’ambito della me<strong>di</strong>cina<br />

(ove i sintomi sono esplicitamente correlati), non è esplicitato, né chiarito, il<br />

legame esistente tra i comportamenti presentati. Gli aspetti critici relativi al<br />

processo <strong>di</strong>agnostico sono <strong>di</strong>versi, prevalentemente metodologici.<br />

Innanzitutto la descrizione dei comportamenti presentati nel Manuale è<br />

preceduta dall’avverbio “spesso”, il quale può assumere un significato<br />

<strong>di</strong>fferente a partire dal singolo operatore che si cimenti con la <strong>di</strong>agnosi,<br />

rendendo non standar<strong>di</strong>zzabile l’in<strong>di</strong>viduazione del criterio. Non sono inoltre<br />

presenti degli in<strong>di</strong>catori rigorosi in grado <strong>di</strong> operazionalizzare il<br />

comportamento descritto, ad es. si <strong>di</strong>ce che “spesso giocherella<br />

nervosamente” senza definire quali in<strong>di</strong>catori identificano il termine<br />

“nervosamente”, o in cosa consista il “giocherella”. La valenza soggettiva<br />

implicata nell’attività conoscitiva del <strong>di</strong>agnosta, per un manuale che si<br />

<strong>di</strong>chiara “neutrale” e “obiettivo”, rende la valutazione decisamente ambigua,<br />

tale da essere considerata <strong>di</strong> senso comune. La concordanza tra adulti<br />

<strong>di</strong>versi che valutano lo stesso bambino infatti è molto bassa, così come la<br />

correlazione tra i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> scale utilizzate. Il numero <strong>di</strong> comportamenti<br />

<strong>di</strong>scernenti un soggetto con ADHD sono considerati non sufficienti dal<br />

punto <strong>di</strong> vista psicometrico: con sei comportamenti la <strong>di</strong>agnosi è<br />

autorizzata, con cinque no. La valutazione viene inoltre effettuata grazie al<br />

contributo <strong>di</strong> genitori e insegnanti, i quali descrivono il comportamento<br />

tramite criteri osservativi legati ognuno alla propria esperienza e alla<br />

propria forma mentis. Tali criteri non sono esplicitati e dunque non sono<br />

“formalizzati” dal punto <strong>di</strong> vista scientifico, rendendo la <strong>di</strong>agnosi un prodotto<br />

<strong>di</strong> fattori non controllabili. Una feroce critica rivolta a tale impostazione<br />

consiste nel fatto che questi comportamenti possono comportare un<br />

<strong>di</strong>sadattamento non tanto per il loro numero ma per il fatto che ognuno <strong>di</strong><br />

questi è l’esito <strong>di</strong> una interazione basata su modalità del bambino e<br />

modalità utilizzate dal contesto in cui il bambino è inserito. Altro aspetto<br />

critico rilevato sia nella valutazione <strong>di</strong>agnostica sia in molte ricerche svolte,<br />

riguarda il metodo <strong>di</strong> campionatura: si tratta infatti <strong>di</strong> popolazioni<br />

preselezionate. Se cioè creo un prototipo (con caratteristiche<br />

comportamentali da me definite inadeguate) prima della <strong>di</strong>agnosi o della<br />

ricerca, allora la stessa si traduce nella conferma <strong>di</strong> dati a supporto <strong>di</strong> tale<br />

idea e non un proce<strong>di</strong>mento capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernere le <strong>di</strong>fferenze tra<br />

caratteristiche <strong>di</strong> soggetti in<strong>di</strong>viduati con criterio random e in “doppio cieco”,<br />

ossia confrontando i risultati ottenuti dal gruppo in<strong>di</strong>viduato con gruppi non<br />

preselezionati. Altro aspetto critico riguarda l’adesione alla procedura<br />

<strong>di</strong>agnostica definita dall’Apa (DSM IV) e prescritta da varie istituzioni. Infatti<br />

alcune ricerche h<strong>anno</strong> mostrato come molti operatori non seguano<br />

tendenzialmente le procedure in<strong>di</strong>cate. In generale la critica maggiormente

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