Scienze dell'Interazione anno 2012 n.1-2 - Scuola di ...
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<strong>Scienze</strong> dell’Interazione, n. 1-2, <strong>2012</strong><br />
si sta <strong>di</strong>cendo che questi bambini non h<strong>anno</strong> <strong>di</strong>sagi o non sono meritevoli<br />
d’attenzione, si vuole solo evidenziare che l’ADHD, come malattia, è<br />
un’entità spuria”. Per <strong>di</strong>stinguere tra malattie reali e malattie metaforiche, lo<br />
psichiatra americano Thomas Szasz (2001, pag. 24) nota al proposito: “<strong>di</strong>re<br />
che, ad esempio, AIDS e ADHD sono tipi ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> malattie o<br />
più precisamente che la seconda non è affatto una malattia, è una cosa<br />
così politicamente scorretta che viene scartata a priori”. Questo fa pensare<br />
che l’ADDH è innanzitutto un fenomeno sociale, capace <strong>di</strong> rispondere ad<br />
una esigenza, un bisogno, la paura <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> persone. Fenomeno<br />
similare potrebbe essere la lettura quoti<strong>di</strong>ana dell’oroscopo da parte <strong>di</strong><br />
persone che non ammettono <strong>di</strong> crederci oppure l’altissima percentuale <strong>di</strong><br />
persone che si rivolgono ai maghi. L’utilizzo del MMPI (Minesota<br />
Personality Inventory), uno dei test psicologici più utilizzati nonostante le<br />
smentite e l’invalidazione dei suoi autori due anni dopo la realizzazione, né<br />
costituisce un altro valido esempio.<br />
A cosa va a rispondere dunque l’utilizzo <strong>di</strong> una categoria <strong>di</strong>scussa come<br />
quella dell’addh? Quali sono le ragioni che spingono molte persone, tra cui<br />
moltissimi esperti, ad usare una ipotesi nosografica come se fosse una<br />
dato <strong>di</strong> fatto? In molti paesi, gli Stati Uniti in particolar modo, vi sono ragioni<br />
sociali molto “convincenti” che inducono genitori, educatori e me<strong>di</strong>ci a<br />
ritenere che l’ ADHD vada attribuita tout court ad un deficit neurologico:<br />
- per i genitori c’è il sollievo dai sensi <strong>di</strong> colpa e l’evitamento delle<br />
responsabilità educative. Molti genitori provano sollievo e gratitu<strong>di</strong>ne<br />
nell’apprendere che i problemi del proprio figlio non <strong>di</strong>pendono da loro ma<br />
dal bambino stesso, dalla sua “neuro<strong>di</strong>versità”. Molti Autori sottolineano la<br />
gratitu<strong>di</strong>ne che la gente prova nel ricevere la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ADHD per il<br />
proprio figlio o per se stessa. Molti pensano che questa sia una buona<br />
pratica <strong>di</strong> salute mentale perché solleva in<strong>di</strong>vidui ed educatori dai mille<br />
sensi <strong>di</strong> colpa nell'aver prodotto i problemi dei figli. Affibbiare l'etichetta al<br />
bambino conferma l'opinione dei genitori che il bambino funziona<br />
<strong>di</strong>versamente e che i problemi <strong>di</strong> comportamento non h<strong>anno</strong> a che fare con<br />
loro (Diller L.H., 1998). A contribuire al mantenimento <strong>di</strong> tale<br />
deresponsabilizzazione genitoriale si può asrivere la seguente frase dei<br />
protocolli ISS (2005, pag. 13) circa “la necessità <strong>di</strong> privilegiare l’approccio<br />
farmacologico per le famiglie a basso red<strong>di</strong>to” . Tale affermazione è<br />
considerabile <strong>di</strong> senso comune in quanto parte dal presupposto che<br />
esistano dei genitori che non siano in grado <strong>di</strong> imparara per ragioni<br />
economiche. Ma ciò risulta infondato, oltre che pregiu<strong>di</strong>ziale, in quanto tutte<br />
le teorie psicologiche dell’età evolutiva con<strong>di</strong>vidono l’assunto per il quale<br />
esistono livelli <strong>di</strong> competenze <strong>di</strong>fferenti, ma non l’assenza delle stesse.<br />
Ancora una volta l’approccio me<strong>di</strong>calistico<strong>di</strong>venta una lente interpretativa<br />
capace <strong>di</strong> omettere stu<strong>di</strong> entro cui <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline psicologiche e sociali<br />
si riconoscono. Last but non least la <strong>di</strong>scutibilità dell’approccio culturale<br />
implicito nella stessa frase: se una famiglia con basso red<strong>di</strong>to non ci può<br />
arrivare, allora tanto meglio non perder tempo e dunque meglio intervenire<br />
con i farmaci! Da qui il pregiu<strong>di</strong>zio culturale per il quale gli interventi<br />
psicopedagogici debbano essere prevalentemente offerti alle persone con<br />
red<strong>di</strong>to adeguato.