Scienze dell'Interazione anno 2012 n.1-2 - Scuola di ...
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STUDI, RICERCHE E DIBATTITI Antonio Iu<strong>di</strong>ci<br />
APPROFONDIMENTO 8<br />
La <strong>di</strong>zione “l’eziologia <strong>di</strong> questa sindrome [ADHD] è sconosciuta” è adottata:<br />
1) dalla Novartis ©, nel “Riassunto delle caratteristiche del prodotto” del metilfenidato (Ritalin<br />
®) redatto per gli addetti ai lavori<br />
2) dalla Food and Drug Administration (FDA)<br />
3) dalla Drug Enforcement Administration (DEA)<br />
4) dal National Institute of Mental Health (NIMH) che ha <strong>di</strong>chiarato quanto sopra in<br />
occasione <strong>di</strong> una deposizione giurata del suo rappresentante Dr. Richard Nakamura davanti<br />
al “Committee on Government Reform, United States House of Representatives”;<br />
5) l’Australian National Association of Practising Psychiatrists: ”l’ADHD non è una malattia<br />
ere<strong>di</strong>taria o organica e non c’è nessuna prova scientifica che esista come <strong>di</strong>sturbo” (Gil<br />
Anaf, 2001).<br />
5) dal Consensus <strong>di</strong> Torino, maggio 2005.<br />
Appare dunque con<strong>di</strong>visibile chiedere all’ISS una rettifica della frase<br />
adottata a seguito dell’emanazione delle linee guida SINPIA (Società<br />
Italiana <strong>di</strong> Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), laddove si<br />
afferma che “l’ADHD è una malattia cronica”. L’aggettivo “cronica”, riferito<br />
ad una malattia, è in questo caso del tutto illegittimo, in quanto solo una<br />
parte non ancora esattamente definita <strong>di</strong> bambini manifesta in età adulta il<br />
<strong>di</strong>sturbo, ed inoltre tale <strong>di</strong>citura prefigura fin da subito una prescrizione<br />
farmacologica a vita, ed è quin<strong>di</strong> con ragionevole certezza un chiaro<br />
presupposto <strong>di</strong> abuso (ISS, 2005). Se realmente l’ADHD fosse <strong>di</strong> natura<br />
neurologica, allora i membri della comunità scientifica dovrebbero iniziare a<br />
chiedersi quali meccanismi biochimici abbiano potuto creare un’alterazione<br />
del sistema neurologico dei bambini negli ultimi 10-15 (Poma, 2008; Poma<br />
L., Bianchi <strong>di</strong> Castelbianco F., 2006). In definitiva quin<strong>di</strong> l’unico elemento<br />
con<strong>di</strong>visibile dal punto <strong>di</strong> vista scientifico è l’associazione tra aspetti<br />
biologici e “quadro sintomatico”, che in termini concreti è come attribuire ad<br />
un livello elevato <strong>di</strong> adrenalina una specifica categoria <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo mentale,<br />
senza tener conto che le fenomenologie cui da luogo il me<strong>di</strong>atore chimico<br />
possono essere notevolissime.<br />
4. “Realta’” socioeconomica<br />
Nonostante la carenza <strong>di</strong> evidenze certe e la lacunosità <strong>di</strong> quelle esibite<br />
come tali, persiste il pregiu<strong>di</strong>zio che si tratti <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo su base<br />
neurobiologica. Rimane quin<strong>di</strong> la questione del perché sia i me<strong>di</strong>ci che il<br />
pubblico si riferiscono all’ADHD come a un <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>mostrabile, mentre<br />
c’è un’ampia evidenza che non lo è. Tale “effetto realtà” è descritto da<br />
<strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> psicologici, sociologici e sulla comunicazione, i quali h<strong>anno</strong><br />
<strong>di</strong>mostrato come il linguaggio sia in grado <strong>di</strong> creare livelli <strong>di</strong> realtà <strong>di</strong>fferenti<br />
(Berger, Luchmann, 1969). John Jurei<strong>di</strong>ni (2001), capo del Dipartimento <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina Psicologica all’Ospedale delle Donne e dei Bambini <strong>di</strong> Adelaide,<br />
Sud Australia, ha sintetizzato così il processo: “c’è un’abbondante<br />
letteratura che considera un dato <strong>di</strong> fatto che l’ADHD sia una con<strong>di</strong>zione<br />
neurobiologica, e da qui si parte per parlare delle varie forme <strong>di</strong><br />
trattamento. Una volta che si h<strong>anno</strong> migliaia <strong>di</strong> articoli pubblicati su<br />
qualcosa, come può qualcuno alzarsi e <strong>di</strong>re ”questa cosa non esiste”? Non<br />
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