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Scienze dell'Interazione anno 2012 n.1-2 - Scuola di ...

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<strong>Scienze</strong> dell’Interazione, n. 1-2, <strong>2012</strong><br />

si impegnavano a in<strong>di</strong>viduare strategie <strong>di</strong> gestione, come ad esempio<br />

insegnanti, psicologi, educatori, genitori (Carey, 2004; Angold A., Erkanli<br />

A., et al., 2000). Ciò che si finisce per con<strong>di</strong>videre, implicitamente ed<br />

esplicitamente, è l’idea che la responsabilità del suo comportamento sia da<br />

attribuire al deficit o alla malattia del minore. Così facendo viene limitato il<br />

contributo dei i ruoli che si occupano del minore, sia rispetto alle strategie<br />

in<strong>di</strong>viduate fin lì, sia rispetto agli errori commessi da genitori o dagli<br />

insegnanti.<br />

Ma, a ben guardare, l'ADHD viene <strong>di</strong>agnosticata a quei bambini il cui<br />

comportamento è in conflitto con le aspettative o le richieste dei genitori e/o<br />

degli insegnanti. La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ADHD consiste infatti in una lista <strong>di</strong><br />

comportamenti che generano conflitto o <strong>di</strong>sturbo in classe, specialmente<br />

nelle classi in cui è richiesto <strong>di</strong> aderire pe<strong>di</strong>ssequamente alle istanze<br />

proposte dall’insegnante. Diagnosticando al bambino l'ADHD, a questi<br />

viene addossata la responsabilità del conflitto. Invece <strong>di</strong> esaminare il<br />

contesto in cui il bambino vive e cogliere quali consentono al minore <strong>di</strong><br />

essere più o meno attivo, la questione viene riconfigurata in termini <strong>di</strong><br />

deficit cerebrale del bambino. Sia la classe che la famiglia vengono<br />

esentati da ogni critica o dalla necessità <strong>di</strong> contribuire alla mo<strong>di</strong>fica delle<br />

situazioni critiche, e al contrario il bambino <strong>di</strong>venta il “caprio espiatorio” del<br />

problema. La somministrazione <strong>di</strong> farmaci al bambino <strong>di</strong>venta allora una<br />

risposta repressiva al conflitto, in cui il membro più debole, ovvero il<br />

bambino, viene “intossicato” per renderlo più sottomesso e ubbi<strong>di</strong>ente. I<br />

<strong>di</strong>sturbi ossessivo-compulsivi provocati dai farmaci sono dunque l’effetto<br />

collaterale del tentativo <strong>di</strong> sottomettere il bambino alle attività proposte<br />

dagli adulti, che altrimenti risulterebbero noiose. Ancora una volta la<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ADHD, formulata nel corso <strong>di</strong> pochi decenni, svela il fine a cui<br />

tende, ovvero ridefinire il comportamento tenuto in classe come una<br />

malattia. Gli aspetti negativi dell'etichettatura <strong>di</strong>agnostica non possono<br />

comunque essere nascosti né sottostimati, visto che i minori imparer<strong>anno</strong> a<br />

guardarsi alla luce del “presunto” deficit e ad usare l’atteggiamento <strong>di</strong><br />

“<strong>di</strong>simpegno” e deresponsabilizzazione attuato dagli adulti nei suoi<br />

confronti. Ad esempio, in caso <strong>di</strong> successo o <strong>di</strong> comportamento “adeguato”<br />

attribuir<strong>anno</strong> il merito al farmaco, se fallir<strong>anno</strong> penser<strong>anno</strong> <strong>di</strong> averne<br />

assunto poco o che il <strong>di</strong>sturbo sia più forte <strong>di</strong> quello che h<strong>anno</strong> potuto fare.<br />

Ma soprattutto andr<strong>anno</strong> a dare coerenza alla sensazione <strong>di</strong> essere<br />

“<strong>di</strong>versi”, al pensare che ci sia qualcosa nel loro cervello e che il loro<br />

rapporto con il mondo sia me<strong>di</strong>ato dai farmaci che assume o dal deficit a lui<br />

attribuito.<br />

6. Conclusioni<br />

Con la denominazione <strong>di</strong> “<strong>di</strong>sturbo da deficit d’attenzione/iperattività”<br />

vengono identificati un’insieme <strong>di</strong> comportamenti ritenuti <strong>di</strong>sfunzionali. Nel<br />

corso del tempo gli stu<strong>di</strong> e le ricerche che si sono interessate al tema sono<br />

stati notevolissimi, interessando vari professionisti: psicologi, psichiatri,<br />

farmacologi, sociologi, economisti. Gli esiti <strong>di</strong> tali stu<strong>di</strong> non h<strong>anno</strong> risolto le<br />

controversie scientifiche generate allorquando la stessa categoria veniva

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