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Scienze dell'Interazione anno 2012 n.1-2 - Scuola di ...

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STUDI, RICERCHE E DIBATTITI Antonio Iu<strong>di</strong>ci<br />

rappresenta una prova <strong>di</strong> per sé scientificamente accettabile della valenza genetica<br />

dell’ADHD, in quanto non sono state tenute sotto debito controllo le variabili<br />

“appren<strong>di</strong>mento per imitazione” e “appren<strong>di</strong>mento per con<strong>di</strong>zionamento”, i cui potenti<br />

effetti nel plasmare i comportamenti, da quasi un secolo, sono stati sperimentalmente<br />

<strong>di</strong>mostrati. La supposta “ere<strong>di</strong>tarietà” della sindrome non è <strong>di</strong> per sé suggestiva <strong>di</strong><br />

anomalia cerebrale: come sostiene W.Carey (2004, pag. 240) «I comportamenti ADHD<br />

variano geneticamente secondo un continuum nella popolazione generale piuttosto che<br />

come un <strong>di</strong>sturbo con variazioni <strong>di</strong>scontinue (Levy E., 1997; Rutter, 1983). D'altra parte,<br />

forti sono anche le evidenze sul forte contributo genetico alle variazioni temperamentali<br />

(Plomin R, Owen M, McGuffin P., 1994), e alle strategie <strong>di</strong> soluzione dei problemi (Fox<br />

N. et al., 1995), che ci siano o no <strong>di</strong>fficoltà sociali e scolastiche.<br />

Un recente stu<strong>di</strong>o dell’ American Academy of Pe<strong>di</strong>atrics su un campione <strong>di</strong> 2000<br />

bambini ha svelato il ruolo determinante della TV, delle Playstation e <strong>di</strong> tutti quegli<br />

strumenti che, in genere, “sparano” immagini ad una velocità tale da compromettere lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> determinati circuiti neuronali: ciò altererebbe la “percezione del senso <strong>di</strong><br />

realtà” nel bambino, con grave pregiu<strong>di</strong>zio per il suo stato evolutivo (Dimitri A. et al.,<br />

2004). Il d<strong>anno</strong> si presenterebbe, guarda caso, proprio attorno ai 7 anni, allorché <strong>di</strong><br />

solito comincia a manifestarsi l’ ADHD e sarebbe in relazione sia alla precoce età <strong>di</strong><br />

esposizione alle immagini televisive che al numero <strong>di</strong> ore <strong>di</strong> esposizione.<br />

3.2 Anormalità neurochimica o correlato biologico aspecifico?<br />

A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto è stato affermato dall’American Psichiatric<br />

Association e da quanto sottolineato nella documentazione dell’Istituto<br />

Superiore <strong>di</strong> Sanità (2005), risulta molto critico considerare l’ADHD come<br />

un’anormalità neurochimica perché le prove scientifiche richiamate nel<br />

protocollo <strong>di</strong>agnostico terapeutico dell’ISS stesso contengono prove<br />

incoerenti secondo le quali il sistema nervoso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui affetti da ADHD<br />

sarebbe “<strong>di</strong>verso” da quello degli in<strong>di</strong>vidui in cui il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne non è stato<br />

<strong>di</strong>agnosticato. In realtà l’unica cosa attualmente con<strong>di</strong>visa dalla<br />

comunità scientifica è l’esistenza <strong>di</strong> una correlazione fra le <strong>di</strong>namiche<br />

biologiche e la categoria ADHD, dove per <strong>di</strong>namiche biologiche si intende<br />

un’interazione <strong>di</strong>: emozioni, pensieri, intenzioni e comportamento<br />

sperimentati dagli in<strong>di</strong>vidui ai quali è stata attribuita la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ADHD.<br />

Ad avvalorare questa tesi alcune ricerche riportate nell’approfon<strong>di</strong>mento 7<br />

APPROFONDIMENTO 7<br />

-Baumeister A. e Hawkins M., (2001, pag.10) h<strong>anno</strong> effettuato un'esaustiva ricerca sui<br />

tentativi <strong>di</strong> identificare uno o più siti neuroanatomici correlati all'ADD/ADHD, me<strong>di</strong>ante<br />

tecniche strutturali e funzionali <strong>di</strong> neurovisualizzazione come PET, scanning<br />

positronico, MRI e misurazioni elettrofisiologiche. I ricercatori h<strong>anno</strong> affermato che,<br />

"nonostante sembri essere oggi con<strong>di</strong>viso dagli esperti che l'ADHD sia associata ad<br />

anormalità cerebrali strutturali e/o funzionali l'indagine in corso in<strong>di</strong>ca che la letteratura<br />

<strong>di</strong> neurovisualizzazione non fornisce prove convincenti sull'esistenza <strong>di</strong> anormalità nei<br />

cervelli <strong>di</strong> persone affette da ADHD" .<br />

-Un recente stu<strong>di</strong>o dello psichiatra <strong>di</strong> Seattle Arif Khan (Khan e altri, 2002) ha in<strong>di</strong>cato<br />

una notevole affinità fra gli effetti <strong>di</strong> placebo e <strong>di</strong> farmaci antidepressivi nella<br />

sperimentazione originale FDA <strong>di</strong> queste me<strong>di</strong>cine. Leuchter e altri ricercatori<br />

dell'UCLA (Leuchter A.F., Cook I.A., Witte E.A., et al., 2002) h<strong>anno</strong> scoperto che questi<br />

effetti placebo consistono in rilevanti cambiamenti nelle funzioni cerebrali. Stu<strong>di</strong> simili<br />

non sono stati effettuati su soggetti affetti da ADD/ADHD nè su in<strong>di</strong>vidui che potrebbero<br />

aver subito alterazioni cerebrali temporanee o permanenti in conseguenza <strong>di</strong> cure<br />

me<strong>di</strong>che stimolanti tipicamente escluse o controllate nelle ricerche su ADD/ADHD (Leo<br />

J.T., Cohen D., 2002);<br />

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