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Scienze dell'Interazione anno 2012 n.1-2 - Scuola di ...

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STUDI, RICERCHE E DIBATTITI Antonio Iu<strong>di</strong>ci<br />

degli USA incaricò James M. Swanson, <strong>di</strong>rettore del centro stu<strong>di</strong> sull’ADHD<br />

all’Università della California, noto “organicista” e sostenitore della tesi<br />

biologica dell’ADHD e favorevole all’uso degli psicofarmaci sui minori, <strong>di</strong><br />

condurre una ricerca che facesse il punto della situazione in merito<br />

all’efficacia del Ritalin. Furono consultate 300 riviste (9000 articoli),<br />

spaziando su 55 anni <strong>di</strong> letteratura. Questi i risultati: 1. i benefici a lungo<br />

termine non sono stati verificati sperimentalmente; 2. i benefici sul breve<br />

termine degli stimolanti non devono essere considerati una soluzione<br />

permanente sui sintomi cronici dell’ADHD; 3. gli stimolanti possono<br />

migliorare l’appren<strong>di</strong>mento in alcuni casi ma danneggiarlo in altri; 4. nella<br />

prassi le dosi prescritte possono essere troppo alte per l’effetto ottimale<br />

sull’appren<strong>di</strong>mento, e la durata dell’effetto troppo breve per agire sul<br />

risultato scolastico; 5. non ci sono gran<strong>di</strong> effetti sulle abilità e processi<br />

mentali superiori, genitori e insegnanti non devono aspettarsi significativi<br />

miglioramenti nello stu<strong>di</strong>o o in abilità atletiche, abilità sociali,<br />

appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> nuovi concetti; 6. nessun miglioramento negli<br />

aggiustamenti a lungo termine, insegnanti e genitori non devono aspettarsi<br />

miglioramenti sotto questo profilo (Breggin P.R., 2001). La terapia con<br />

questi prodotti farmaceutici <strong>di</strong> per sé non migliora il ren<strong>di</strong>mento scolastico<br />

dei bambini, in quanto i proce<strong>di</strong>menti legati all’appren<strong>di</strong>mento sono<br />

qualcosa <strong>di</strong> molto più complesso del semplice “prestare attenzione”<br />

(Cornol<strong>di</strong>, 2001, pag. 188). E’ bene allora ricordare che si possono<br />

registrare effetti positivi nel controllo dell’impulsività, dell’iperattività per la<br />

durata della somministrazione del farmaco. Le criticità legate<br />

all’appren<strong>di</strong>mento e alla condotta richiedono interventi <strong>di</strong> natura <strong>di</strong>versa. Si<br />

può pertanto concludere che gli psicofarmaci non migliorano<br />

l’appren<strong>di</strong>mento scolastico, che non curano la presunta patologia ADHD,<br />

piuttosto agiscono sui sintomi permettendo una migliore accettazione<br />

sociale dei bambini da parte degli adulti.<br />

5.2 Effetti collaterali sui minori<br />

L’uso <strong>di</strong> psicofarmaci richiede molta attenzione dal punto <strong>di</strong> vista me<strong>di</strong>co,<br />

soprattutto per i rischi e gli effetti che l’uso comporta. Ulteriori attenzioni<br />

devono essere poste se l’utente è un bambino, per i loro potenziali effetti<br />

che si possono avere nei confronti della sua crescita, come ampiamente<br />

rilevato dalle ricerche, riportato persino dall’American Psychiatric<br />

Association nel Diagnostic and Statistical Manual (DMS IV): “Il termine<br />

tossicologia dello sviluppo, si riferisce a quegli effetti collaterali<br />

particolarmente gravi, causati dall’interazione tra un farmaco e il processo<br />

<strong>di</strong> crescita e <strong>di</strong> sviluppo. I bambini e gli adolescenti st<strong>anno</strong> crescendo non<br />

solo fisicamente, ma anche dal punto <strong>di</strong> vista cognitivo ed emotivo. E’<br />

importante che i farmaci non interferiscano con l’appren<strong>di</strong>mento scolastico<br />

o con lo sviluppo <strong>di</strong> relazioni sociali all’interno della famiglia o con gli amici”<br />

(Dulcan, 1994, pag. 1209). I dati <strong>di</strong>sponibili suggeriscono che nei bambini e<br />

negli adolescenti il rischio <strong>di</strong> sperimentare effetti avversi è più alto rispetto<br />

agli adulti trattati con farmaci psicotropi, e reazioni avverse sono state<br />

osservate con tutti i trattamenti farmacologici su bambini affetti da ADHD<br />

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