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L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana

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di uomini - onesti o disonesti che siano -) - che<br />

dà giudizi di valore su altri uomini, che determina<br />

la graduatoria dei valori umani e sociali,<br />

ma dev’essere la vita stessa (la “gara”, nell’ambito<br />

sportivo) che fa queste scelte obbligate in<br />

misura dei valori presenti nella “piazza”, ai fini<br />

di un arricchimento e miglioramento comune.<br />

Alla fine di questo processo democratico, se si<br />

ha pazienza, e soprattutto se si vuole credere in<br />

ciò, accettandone le regole e i responsi, i veri<br />

valori individuali e collettivi emergono, come i<br />

funghi nel bosco dopo la pioggia.<br />

Noi sappiamo che la sovrana legge di selezione<br />

naturale decide la scomparsa o l’evoluzione<br />

in positivo (la vita) di ogni razza animale o vegetale.<br />

Voglia o non voglia questa legge è in applicazione<br />

anche nel mondo dell’uomo. È molto<br />

dubbio che questo concetto si presti a giudizi di<br />

valore: il determinismo storico dell’uomo infatti<br />

(uomo come singolo e uomo come entità sociale)<br />

- la sua weltanschauung - è dovuto per<br />

tanta parte alla sua capacità di sopravvivere alla<br />

sofferenza, alla volontà (individuale o di gruppo)<br />

di prestabilire e di conseguire un proprio<br />

difficile e problematico futuro, alla originale<br />

“forza” civile di elaborare e di tener fede a una<br />

propria etica di gruppo. Per scendere nello specifico<br />

di un paese che adotti la legalità parlamentare<br />

in politica e la libera intrapresa in economia,<br />

lo sviluppo della dinamica libertaria nella<br />

sua pur minima interpretazione impone che<br />

l’evoluzione storica di ogni gruppo sociale omogeneo<br />

non sia frenata o “guidata” da un potere<br />

Bandiera veneziana del XVII secolo<br />

“superiore” che la predetermini in nome di un<br />

concetto giustizialista di corto respiro, ma sia<br />

libera di incanalarsi in una o in un’altra direzione<br />

verso un determinismo storico fondato su<br />

dei reali rapporti di forza e di potere che tale<br />

gruppo sociale è in grado di imporre, non tanto<br />

al resto della società a cui appartiene, quanto al<br />

più ampio contesto internazionale, affermando<br />

e illustrando così - coi fatti - il valore assoluto<br />

della propria cultura autoctona.<br />

Tale possibilità alla affermazione della propria<br />

storia, tale libera opzione verso un proprio e determinato<br />

futuro, responsabilizza e unifica il<br />

gruppo sociale, amplia il ventaglio delle possibilità<br />

del singolo e fornisce sempre nuovi, freschi<br />

e positivi impulsi all’insieme, in contrapposizione<br />

a una latente e regressiva involuzione in<br />

senso “imperiale”, non tanto e non solo della<br />

singola etnia, quanto di tutta la società. Il problema<br />

sostanziale è che questa weltanschauung<br />

sociale possa essere contenuta all’interno di<br />

una vera struttura di democrazia rappresentativa<br />

(l’Europa dei Popoli!) che, pur permettendo<br />

e assecondando la modifica - non irreversibile -<br />

dei rapporti di forza intesi in questo caso non<br />

tra i ceti ma tra le etnie, garantisca vera e sicura<br />

democraticità al sistema sociale e politico in<br />

oggetto.<br />

Qualche tempo fa un nostro amico diceva che<br />

“... oggi bisogna trovare la forza di vivere per<br />

“altri” valori per non correre il rischio d’imputridire!”.<br />

Sono poche povere parole che esprimono<br />

tuttavia una condizione esistenziale,<br />

Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000 Quaderni Padani - 15

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