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L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana

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predominio tra Milano<br />

e Venezia. L’Adda diventò<br />

confine tra i due<br />

Stati nel 1427, dopo la<br />

vittoria di Venezia a<br />

Maclodio, ma la situazione<br />

non si stabilizzò<br />

di certo. Nel 1437 sull’Adda<br />

fu sconfitto l’esercito<br />

guidato dal capitano<br />

di ventura Niccolò<br />

Piccinino, che<br />

combatteva al soldo dei<br />

Visconti sempre contro<br />

Venezia e si era già distinto,<br />

pur nella disfatta,<br />

proprio a Maclodio<br />

contro il Conte di Carmagnola.<br />

E il 14 maggio<br />

1509, nel quadro<br />

delle guerre d’Italia, a Vailate - poco distante dal<br />

fiume, in località nota anche col nome di Agnadello<br />

o di Ghiara d’Adda - l’esercito della Lega di<br />

Cambrai (circa 37mila uomini messi a disposizione<br />

da papa Giulio II, da Ferdinando il Cattolico,<br />

dal re di Francia Luigi XII, dall’imperatore<br />

Massimiliano, dal duca di Savoia e dal duca di<br />

Ferrara) sconfisse duramente Venezia, costringendola<br />

a rinunciare definitivamente ad espandersi<br />

oltre l’Adda.<br />

I veneziani, comandati da Bartolomeo d’Alviano<br />

e Nicola Orsini, varcarono il fiume per conquistare<br />

gli avamposti di Pandino e Vailate; ma<br />

appena giunti all’altra riva, vennero colti di sorpresa<br />

dai Francesi capitanati da Giangiacomo<br />

Trivulzio; i reparti guidati dal d’Alviano si batterono,<br />

mentre quelli comandati dall’Orsini preferirono<br />

ritirarsi lasciando gli alleati in balia dell’avversario.<br />

Le perdite furono circa seimila e<br />

Bartolomeo fu ferito e fatto prigioniero.<br />

Dopo un periodo di relativa tranquillità, le rive<br />

dell’Adda tornarono al centro delle vicende<br />

belliche nel Settecento durante la guerra di successione<br />

spagnola. A Cassano nel 1703 ben 4500<br />

soldati piemontesi furono imprigionati dai Francesi<br />

e lasciati morire di fame nelle segrete della<br />

fortezza dopo che Vittorio Amedeo II di Savoia<br />

ebbe deciso di rompere l’alleanza stipulata con il<br />

re Luigi XIV. E due anni dopo, nel 1705, sempre<br />

Cassano fu il sito di una battaglia tra gli imperiali<br />

austriaci comandati dal principe Eugenio di<br />

Savoia e i Francesi del Duca di Vendome. Il 15<br />

agosto, dopo vari scontri improduttivi, gli Austriaci<br />

furono costretti a passare al di là del fiu-<br />

Statua equestre di Bernabò Visconti, che morì<br />

in prigione nel castello di Trezzo<br />

me per riparare a<br />

Brembate; e il giorno<br />

dopo i Francesi incontrarono<br />

le truppe austro-piemontesi<br />

a Cassano<br />

e le sconfissero<br />

duramente. Il principe<br />

Eugenio, che era intervenuto<br />

in aiuto del duca<br />

di Savoia contro gli<br />

Spagnoli che nel frattempo<br />

avevano occupato<br />

il Piemonte, fu<br />

costretto alla fuga in<br />

Tirolo, lasciando sul<br />

campo oltre 10.000<br />

morti.<br />

L’ultimo episodio importante<br />

di cui fu teatro<br />

il fiume avvenne il<br />

10 maggio 1796, nel quadro della campagna d’Italia<br />

condotta da Napoleone Bonaparte. Dopo<br />

aver sconfitto i Piemontesi a Mondovì, Bonaparte<br />

rivolse le sue attenzioni contro gli Austriaci<br />

guidati dal generale Beaulieu, riuscendo a imporgli<br />

la ritirata sul fiume Adda attraverso il<br />

ponte di Lodi. Dall’altra riva gli Austriaci cannoneggiarono<br />

i Francesi che cercavano di passare<br />

il fiume; per aggirare il bersagliamento, Napoleone<br />

condusse una parte dei suoi a guadare<br />

l’Adda sulla sinistra, in modo da accerchiare il<br />

nemico. <strong>La</strong> manovra riuscì perfettamente e gli<br />

Austriaci furono costretti a ritirarsi in disordine<br />

in direzione del Mincio, lasciando ai Francesi il<br />

ponte e gran parte dei cannoni e dell’artiglieria<br />

e aprendo loro la via per Milano.<br />

Tanti avvenimenti bellici, tanti personaggi<br />

storici e tanti morti hanno dunque contribuito a<br />

caratterizzare nel corso dei secoli la fisionomia e<br />

l’importanza del fiume Adda, uno dei più notevoli<br />

luoghi storici della Lombardia e di tutta la<br />

Padania. In questa sede abbiamo trattato solo<br />

dei fatti militari, ma l’Adda fa parte del nostro<br />

patrimonio culturale anche perché le sue acque<br />

furono sfruttate per scopi industriali e sono state<br />

uno dei fattori che hanno portato l’economia<br />

della Lombardia a distinguersi come una delle<br />

più avanzate e produttive d’Europa. E sull’Adda<br />

lavorò Leonardo e operarono altri ingegneri, che<br />

diedero il loro contributo per domarne il corso.<br />

L’Adda è dunque una parte integrante della nostra<br />

storia e della nostra cultura, che sicuramente<br />

bisognerebbe valorizzare e far conoscere<br />

meglio.<br />

Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000 Quaderni Padani - 51

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