L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana
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garanzie istituzionali a tutela dei gruppi e delle<br />
nazionalità minoritarie tutto può succedere in<br />
modo subdolo o manifesto. L’entrata in guerra<br />
nel 1915 dell’Italia a fianco della Serbia contro<br />
gli Imperi centrali, per esempio, può configurarsi<br />
storicamente come una occulta, indiretta<br />
ma efficace pulizia etnica nei confronti del Veneto<br />
colpevole, fin d’allora, di strane voglie indipendentiste<br />
e federaliste. Tale verità emerge<br />
dalla storica constatazione che gli ultimi colloqui<br />
preliminari del Sonnino con i plenipotenziari<br />
austriaci nel 1915, pur dando soluzione a<br />
ogni precedente pretesa di carattere territoriale<br />
messa in campo da Roma (Trento e Trieste),<br />
non fu sufficiente a evitare la guerra, che del resto,<br />
pur sanguinosa e vittoriosa, non servirà a<br />
conquistare tutto ciò che si aveva precedentemente<br />
acquisito nel tavolo delle segrete trattative<br />
preliminari.<br />
In realtà qui siamo tutti pacifisti, tutti aborriamo<br />
la guerra e tutti siamo a favore della politica<br />
da intendere, questa sì, come vera guerra,<br />
ma combattuta con le parole in un posto chiamato<br />
Parlamento. Ma attenzione ai sotterfugi, a<br />
veri e propri inganni politici guidati da sètte segrete<br />
e malavitose che tanta parte hanno avuto<br />
nel manovrare in modo occulto gli eventi politici<br />
e nel decidere le sorti di questo paese dal Risorgimento<br />
in poi. Attenzione alle furberie truffaldine<br />
che sono presenti a ogni angolo di strada,<br />
perché già il fatto di aver unificato fin dal<br />
1861 la penisola italica senza la guida di un<br />
Congresso Costituente che desse voce alle giuste<br />
pretese delle storiche e diverse entità etniche<br />
e culturali, senza la presenza fin dall’inizio,<br />
di una Dieta che fosse fulcro e arbitro dei diversi<br />
poteri, si è costituita immediatamente, fin dal<br />
primo governo dell’Italia unificata, una maggioranza<br />
parlamentare che di fatto ha pieni poteri<br />
che mai però compare. Questa maggioranza<br />
parlamentare che si protrae nel tempo, occulta<br />
dietro il grande teatro della politica italica, e<br />
che tira i fili di ogni commedia parlamentare, è<br />
individuabile nel Partito Trasversale Meridionale<br />
che ha fatto, fin dal 1861, un boccone di tutte<br />
le antiche civiltà italiche e le ha poste di fatto<br />
sotto le grandi ali della vecchia cultura borbonica.<br />
È stata questa la carta vincente giocata fin<br />
dall’origine dalle grandi organizzazioni segrete<br />
e mafiose del meridione italiano, che sottende<br />
alla grande epopea risorgimentale e che nessun<br />
grande storico italiano, escluso forse Stefano<br />
Jacini, ci ha mai raccontato. Questa carta è stata<br />
talmente vincente che a tutt’oggi - pur dopo i<br />
travagli spaventosi di questi ultimi centotrent’anni,<br />
è ancora perfettamente giocabile nel<br />
Parlamento italiano. Ma con quali principi giuridici,<br />
politici e ideali si è unificato questo paese<br />
nel 1861? Possiamo noi continuare ad affidarci<br />
a storici prezzolati e a politici corrotti nel pensare<br />
e nello sperare nel futuro dei nostri figli? A<br />
quale weltanschauung, in coscienza, noi possiamo<br />
affidarci se le premesse sono queste? Come<br />
possiamo noi oggi - come ieri, del resto - continuare<br />
a essere chini sul nostro lavoro giornaliero<br />
e trascurare le ragioni di fondo, le fondamenta<br />
del nostro essere politico, le ragioni<br />
profonde della caduta del nostro “telos”, della<br />
nostra speranza? Com’è possibile che derubati<br />
sistematicamente della nostra cultura e della<br />
nostra economia si possa continuare a lavorare<br />
e a produrre e tirare la carretta come degli asini<br />
presi a bastonate?<br />
Se negli anni della fame l’emigrazione era<br />
mossa dalla disperazione, oggi si emigra per necessità<br />
e per scelte imprenditoriali, per sfuggire<br />
alla micidiale morsa fiscale - una colossale tangente<br />
- che impone la chiusura delle aziende.<br />
Se la nostra terra batte tutti i record della denatalità,<br />
se i giovani più non procreano, ci dovrà<br />
essere pure un motivo... e il motivo essenziale,<br />
al di là dei moralismi, è che si è interrotta - forse<br />
inconsciamente ma in modo generalizzato -<br />
la ragione della speranza!<br />
Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000 Quaderni Padani - 17