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L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana

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Biblioteca<br />

<strong>Padana</strong><br />

Celti, popolo atlantico” (pagg.<br />

180, Lire 9.900).<br />

<strong>La</strong> tesi del noto archeologo è<br />

presto detta: nelle isole britanniche,<br />

contrariamente a quanto<br />

asserito dalla storiografia<br />

tradizionale, i Celti non sono<br />

mai vissuti. C’erano, prima dell’invasione<br />

degli Angli e dei<br />

Sassoni, delle popolazioni aborigene<br />

che nulla avevano a che<br />

fare con l’etnia celtica se non<br />

per alcuni scambi culturali, comunque<br />

marginali, coi Celti<br />

veri, quelli che abitavano sul<br />

continente.<br />

Il falso mito della Britannia<br />

celtica sarebbe nato solo nel<br />

Settecento, a fini di rivendicazione<br />

nazionalistica e autonomistica<br />

da parte dell’Irlanda e<br />

della Scozia: prova ne sia il fatto<br />

che nessuno, prima del Settecento,<br />

nelle isole si definiva<br />

celta o discendente di Celti.<br />

I vari popoli detti dagli antichi<br />

“atlantici” presentavano oltretutto<br />

delle notevoli differenze<br />

tra di loro, che dimostrano la<br />

mancanza di un ceppo comune.<br />

I famosi druidi sarebbero<br />

una peculiarità solo insulare,<br />

che non corrisponde alla vera<br />

cultura celtica, meno “sanguinaria”<br />

ed “esoterica” di quanto<br />

si sia finora creduto. Altri caratteri<br />

e comportamenti che la<br />

letteratura britannica ed europea<br />

ha attribuito ai Celti d’oltremanica<br />

andrebbero rivisti e<br />

ridimensionati.<br />

Chi sarebbero allora i veri eredi<br />

degli antichi Celti? Sir James<br />

lascia intendere che solo francesi<br />

e svizzeri (ex galli transalpini)<br />

e padani (ex galli cisalpini)<br />

possono rivendicare appie-<br />

no questa eredità. In<br />

particolare nell’Italia<br />

settentrionale sono stati<br />

ritrovati abitati, reperti<br />

e manufatti che testimonianoinequivocabilmente<br />

la medesima<br />

identità celtica riscontrata<br />

a nord delle Alpi.<br />

Dalle zone del Reno e<br />

del bacino altodanubiano<br />

i Celti si sarebbero<br />

diffusi per l’Europa continentale<br />

e occidentale,<br />

senza mai superare la<br />

Manica.<br />

Il testo di Simon James<br />

si divide in una prima<br />

parte di fase destruens<br />

ed una seconda di fase<br />

construens.<br />

Riporta dapprima i presupposti<br />

e i limiti della storia<br />

ufficiale, che viene criticata per<br />

l’eccessivo piglio antropologico<br />

destinato a generare delle false<br />

classificazioni: gli antropologi<br />

infatti vorrebbero incasellare<br />

subito qualsiasi cultura in una<br />

grande famiglia etnica, mentre<br />

la realtà, quale risulta dalle ricerche<br />

degli archeologi, risulta<br />

sempre molto più complessa,<br />

specifica e frammentata. Inoltre<br />

la manualistica storica risulta<br />

il frutto della mentalità<br />

dell’epoca in cui viene scritta e<br />

delle ideologie che la contraddistinguono,<br />

al di là delle stesse<br />

buone intenzioni dello studioso.<br />

Ad esempio gli storici inglesi<br />

dell’Ottocento e del Novecento<br />

hanno visto inconsciamente<br />

nell’esistenza di un puro<br />

popolo celtico nelle isole<br />

britanniche, caratterizzato da<br />

riti ancora arcaici, la dimostrazione<br />

della superiorità dell’etnia<br />

anglosassone, venuta oltremanica<br />

a portare la “vera civiltà”.<br />

Del resto - fa intendere l’autore<br />

- la stessa linguistica e una<br />

scienza naturale come la genetica<br />

non sono mai riuscite a dimostrare<br />

l’esistenza di un’unica<br />

grande lingua diffusasi sulle<br />

isole e legata strettamente a<br />

quella gallica da una parte e<br />

una vera omogeneità biologica<br />

tra irlandesi, gallesi e scozzesi<br />

dall’altra. Va scritta allora una<br />

nuova storia etnica delle regioni<br />

atlantiche, le cui linee principali<br />

vengono appunto proposte<br />

negli ultimi capitoli del libro,<br />

attraverso paragrafi dal titolo<br />

illuminante: “Dall’età del<br />

bronzo all’età del ferro”, “I regni<br />

indigeni dopo i Romani”, “I<br />

Vichinghi, elemento catalizzatore<br />

o etnogenesi?”.<br />

Nel complesso il libro del James<br />

si propone come il tassello<br />

di un nuovo mosaico storiografico<br />

ed etnologico che potrebbe<br />

presto portare anche al definitivo<br />

riconoscimento della reale<br />

identità etnica della Padania rispetto<br />

all’Italia e alle nazioni<br />

periferiche dell’Europa, facendo<br />

sempre più riconoscere la<br />

cultura celtica come “madre<br />

della Mitteluropa”.<br />

58 - Quaderni Padani Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000

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