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L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana

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cerò a Ravenna, dove capitolò dopo tre anni di<br />

duro assedio.<br />

Meno di duecento anni dopo, nel 688, un<br />

cruento combattimento ebbe luogo a Cornate<br />

d’Adda tra i Longobardi tradizionalisti ariani<br />

guidati dal duca di Trento e Brescia Alachis e le<br />

truppe comandate dal re Cuniperto, esponente<br />

della parte cattolica. I guerrieri di Alachis avevano<br />

posto i loro accampamenti nei pressi di Cornate,<br />

dove c’era una piccola radura. Paolo Diacono,<br />

lo storico dei Longobardi, racconta che poco<br />

prima della battaglia un tal Senone, chierico<br />

della chiesa di S. Giovanni Battista di Pavia, poiché<br />

temeva per la vita di Cuniperto, si offrì di<br />

sostituirlo indossando la sua armatura e fu ucciso<br />

per mano del duca ribelle. Cuniperto sfidò al-<br />

Crocetta d’oro che i Longobardi cucivano sui<br />

vestiti. Alcune sono tornate alla luce nei pressi<br />

di Cornate<br />

lora Alachis in singolar tenzone, ma il duca rifiutò<br />

perché sulle lance del re era incisa l’immagine<br />

di S. Michele, protettore del popolo longobardo<br />

e sul quale egli stesso aveva giurato. Ma<br />

ormai era troppo tardi per evitare lo scontro,<br />

che si consumò con una grossa strage da ambo<br />

le parti. L’esercito cattolico ebbe la meglio, e i<br />

guerrieri ariani che scamparono al massacro sul<br />

campo perirono annegati nel fiume. Alachis fu<br />

vinto dal re in persona; la sua testa fu mozzata e<br />

le ginocchia spezzate; il suo cadavere mutilato e<br />

informe fu esposto dai vincitori come trofeo di<br />

guerra.<br />

Nel Medioevo, in piena lotta tra Comuni e Im-<br />

pero, il fiume fu teatro di parecchie scaramucce<br />

tra le truppe imperiali di Federico Barbarossa e<br />

quelle guidate dai Milanesi. Il castello di Trezzo<br />

sull’Adda, caposaldo conteso tra le due parti proprio<br />

per le sue qualità di avamposto militare di<br />

primaria importanza strategica, fu occupato varie<br />

volte dall’imperatore e altrettante riconquistato<br />

dai lombardi, che si impadronirono anche del tesoro<br />

che il Barbarossa vi aveva nascosto. Ma fu a<br />

Cassano d’Adda, nel 1158, che Federico ricevette<br />

una sonora batosta. Dopo aver sconfitto i milanesi<br />

al di là del fiume, pensò bene di inseguirli sul<br />

ponte mentre ripiegavano a rotta di collo verso la<br />

loro città. <strong>La</strong> struttura di legno però non resse<br />

l’urto della cavalleria pesante imperiale e si frantumò<br />

sotto di essa, trascinando tra i flutti un<br />

gran numero di uomini e permettendo ai superstiti<br />

milanesi di tornare salvi a casa.<br />

Sempre Cassano fu al centro di un altro evento<br />

importante, avvenuto il 27 settembre 1259. Ezzelino<br />

da Romano, il terribile signore di Verona, dopo<br />

aver occupato Brescia ritenne giunto il momento<br />

di dirigersi verso Milano per prenderne<br />

possesso, ma non vi riuscì. Ripiegò dunque verso<br />

l’Adda - non senza prima aver razziato strada facendo<br />

qualche centro come Vimercate - e tentò<br />

l’assedio della fortezza di Cassano. Ma fallì nel<br />

suo progetto: sconfitto dai Milanesi e dai loro alleati<br />

della Lega guelfa comandati da Martino della<br />

Torre e Azzo d’Este, Ezzelino fu ferito ad un piede<br />

da un colpo di mazza sferrato da un tal Antelmo<br />

da Cova. Nel tentativo di salvarsi, si gettò nell’Adda<br />

ma fu catturato e portato al castello di Soncino,<br />

dove morì una decina di giorni più tardi.<br />

Successivamente, il 25 febbraio 1323, a scontrarsi<br />

sul fiume furono i seimila fanti e mille cavalieri<br />

di Galeazzo Visconti e le forze della Lega<br />

antiviscontea. Sul campo i comandanti Marco e<br />

Luchino Visconti uccisero senza pietà, dopo<br />

averli fatti prigionieri, Simone Crivelli e Francesco<br />

di Garbagnate, i due capitani avversari.<br />

Dopo le lotte tra Comuni e Barbarossa e quelle<br />

tra Visconti e Torriani per il predominio su<br />

Milano, troviamo di nuovo il castello di Trezzo<br />

protagonista. Essendo caduto in rovina a causa<br />

dell’incuria e dei numerosi eventi bellici, fu restaurato<br />

nel 1370 da Bernabò Visconti, che ne<br />

fece una sua residenza adibita alle cacce e ai divertimenti,<br />

oltre che una solida fortezza. Ma tale<br />

azione fu al Visconti fatale: nel 1385 fu infatti<br />

rinchiuso nelle sue segrete dal nipote, e vi trovò<br />

la morte - forse per avvelenamento - poco tempo<br />

dopo.<br />

Il Quattrocento fu il secolo delle lotte per il<br />

50 - Quaderni Padani Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000

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