L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana
L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana
L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Biblioteca<br />
<strong>Padana</strong><br />
Trasgressioni. Quadrimestrale<br />
di cultura politica, numero 25<br />
(1998) e numero 26 (1998).<br />
Il nome di Marco Tarchi è ben<br />
noto a chi si occupi di studi politici<br />
e istituzionali. Pur riconoscendo<br />
la sua serietà metodologica<br />
e storiografica, gran<br />
parte dell’apparato culturale liberal<br />
gli attribuisce posizioni<br />
politiche personali a dir poco<br />
oscure. Al contrario, attento e<br />
metodico studioso della crisi<br />
politica dei regimi democratici<br />
(e il fenomeno del “leghismo”<br />
non poteva non passare attraverso<br />
la sua lente meticolosa<br />
ed esigente), Tarchi è animatore<br />
di un orizzonte culturale<br />
che si definisce, con orgoglio,<br />
“non conformista”. In questa<br />
prospettiva, dirige e coordina<br />
due importanti riviste: il quadrimestrale<br />
di cultura politica<br />
Trasgressioni e il mensile di attualità<br />
culturali Diorama letterario.<br />
Negli ultimi numeri di<br />
Trasgressioni si leggono due<br />
articoli di Tarchi che senz’altro<br />
interesseranno il lettore: “Il<br />
‘crimine’ etnopluralista”, sul<br />
numero 25 (l’articolo è apparso<br />
anche, con lo stesso titolo, nel<br />
numero 20/1998 di Tellus, rivista<br />
di geofilosofia), e “Le radici<br />
della crisi italiana e le scorciatoie<br />
dell’ingegneria istituzionale”,<br />
sul numero 26. Quest’ultimo<br />
riporta anche una ben curata<br />
analisi di Pietro Montanari<br />
sul “Documento per un nuovo<br />
federalismo” di Cacciari. Già da<br />
una prima lettura ci si può rendere<br />
conto della serietà del<br />
“prodotto” e della sua indubbia<br />
utilità documentaria.<br />
L’articolo sul “‘crimine’ etnopluralista”<br />
è una risposta critica<br />
di Tarchi alle posizioni di<br />
Bruno Luverà (di cui i lettori<br />
ricorderanno gli interventi non<br />
sempre benevoli nei confronti<br />
dei Quaderni, pubblicati su Limes.<br />
In particolare, il riferimento<br />
è a: “<strong>La</strong> politica estera<br />
della Lega”, Limes. 2/1997, pp.<br />
87-96) e ai detrattori dell’idea<br />
federalista. <strong>La</strong> risposta è analitica<br />
e rigorosa, non mancando<br />
però gli spunti polemici. Accanto<br />
a una certa confusione<br />
metodologica, Tarchi rimarca,<br />
respingendola, la volontà di<br />
inutile criminalizzazione che<br />
accompagnerebbe le posizioni<br />
di Luverà. Certo, se il federalismo<br />
della Nuova destra (si veda,<br />
a tal proposito, l’ottima antologia<br />
curata da Alessandro<br />
Campi, <strong>La</strong> rivoluzione federalista.<br />
Roma: Edizioni del Settimo<br />
Sigillo, 1997), di cui Tarchi,<br />
assieme ad Alain de Benoist,<br />
è animatore, non sempre è<br />
compatibile con il federalismo<br />
libertario tout court da noi in<br />
gran parte proposto, è comunque<br />
da rilevare che punti di<br />
contatto e di serio confronto<br />
non mancano. Ma anche questo,<br />
giustamente, non è un<br />
“crimine”, è libertà di discussione<br />
e di posizione.<br />
L’articolo sul numero 26 di<br />
Trasgressioni, parte da una<br />
questione fondamentale nella<br />
ricostruzione della dinamica<br />
della crisi del sistema italiano.<br />
la latenza della crisi stessa nel<br />
piano dei governi di centro sinistra.<br />
<strong>La</strong> “crisi italiana” viene<br />
così analizzata da Tarchi secondo<br />
i suoi sviluppi, seguendo i<br />
suoi tempi lunghi, e abbandonando<br />
gran parte dei luoghi<br />
comuni tra Prima Repubblica e<br />
Seconda Repubblica, e mostrando<br />
infine continuità e divergenze<br />
nel segno di quella la-<br />
tenza, diventata, col tempo,<br />
“patenza”.<br />
Le riviste, dal prezzo contenuto,<br />
sono facilmente reperibili<br />
in libreria, ma per informazioni<br />
ci si può rivolgere alla Cooperativa<br />
culturale “<strong>La</strong> Roccia di<br />
Erec” di Firenze (che coordina<br />
anche un bel servizio di offerte<br />
librarie), telefonando allo 055-<br />
2340714.<br />
Marco Dotti<br />
<strong>La</strong> Vallassina. Identità<br />
e memoria nella storia<br />
di una Valle <strong>La</strong>riana<br />
Nell’area più interna del Triangolo<br />
<strong>La</strong>riano, penisola compresa<br />
fra i due rami del <strong>La</strong>go di<br />
Como, un’antica vallata che<br />
prende il nome dal borgo di Asso<br />
si configura come un’area<br />
socioculturale e ambientale vitale,<br />
luogo dalle grandi potenzialità<br />
attrattivo-turistiche e<br />
tecnico-imprenditoriali. <strong>La</strong> Vallassina<br />
è il cuore del Triangolo<br />
<strong>La</strong>riano e la sua identità più<br />
antica ci è stata tracciata da un<br />
Vallassinese che, più di due secoli<br />
fa, testimoniò con la sua<br />
documentata trattazione storica,<br />
l’attaccamento alla sua terra,<br />
rendendo possibile la ricostruzione<br />
della storia della Vallassina,<br />
sua «Patria», dall’epoca<br />
romana fino alla fine del XVIII<br />
secolo circa.<br />
Il sacerdote Carlo Mazza (versatissimo<br />
nella storia sacra e<br />
civile, dottore in Teologia e<br />
«lettore delle lingue orientali e<br />
diritto canonico», prevosto di<br />
Asso dal 1774 al 1808) è l’autore<br />
del manoscritto Memorie<br />
storiche sopra la religione, stato<br />
civile e politico e varie epoche,<br />
della Vallassina con una<br />
disertazione sopra i più antichi<br />
di lei monumenti (1796) che ci<br />
rimanda un quadro dello «stato<br />
Religioso, Civile e Politico (dei<br />
Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000 Quaderni Padani - 55