L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana
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Globalizzazione, mondialismo<br />
e identità dei popoli<br />
Premessa<br />
Una svolta importante nel pensiero occidentale,<br />
avvenuta a cavallo fra l’Otto e il Novecento, è<br />
stata la fine del determinismo di matrice illuministica<br />
settecentesca, prima nell’ambito delle<br />
scienze fisico-matematiche, e poi, di riflesso, in<br />
quello socio-economico e in filosofia. Lo spirito<br />
del determinismo è sintetizzato molto bene dalle<br />
parole del matematico francese Pierre-Simon<br />
<strong>La</strong>place: “Datemi le condizioni dell’universo in<br />
un dato istante, insieme con sufficiente potenza<br />
di calcolo, e io vi dirò in che condizioni esso si<br />
troverà in un qualsiasi istante futuro”.<br />
Mentre <strong>La</strong>place credeva di possedere la chiave<br />
dell’universo fisico, altri pensatori, questa volta<br />
sociologi ed economisti, di cui Karl Marx è il<br />
più celebre ma non certo l’unico, stabilivano<br />
per le società umane leggi evolutive e modelli<br />
che immancabilmente si sarebbero realizzati risolvendo<br />
una volta per tutte i mali che da sempre<br />
hanno afflitto l’umanità. Inutile dire che la<br />
realtà, naturale e sociale, ha presto provveduto<br />
a calmare la baldanza di tutti quanti, decretando<br />
così la fine dei tentativi di inquadrare la natura<br />
e, ciò che qui più interessa, le società umane,<br />
all’interno di teorie che stabilissero definitivamente<br />
i meccanismi del loro divenire. Se con<br />
‘ideologie’ intendiamo le varie costruzioni di<br />
pensiero, spesso peraltro di grande pregio intellettuale,<br />
che fornivano la base teorica a tali tentativi,<br />
possiamo equivalentemente parlare di fine<br />
delle ideologie.<br />
Il binomio mondialismo-identità dei popoli<br />
non sfugge all’impotenza del prevedere quale<br />
sarà la strada che le società umane imboccheranno<br />
sotto la spinta delle nuove tecnologie e<br />
degli interessi economici e politici soggiacenti.<br />
Scopo di queste note è allora quello di fornire,<br />
se possibile, dati e argomenti che servano a<br />
tenere sotto controllo l’evolversi dei fatti, fare<br />
qualche previsione a breve termine, capire quali<br />
siano i margini d’azione per incidere sugli avvenimenti<br />
e rompere la coltre dell’informazione<br />
di Silvano Straneo<br />
ufficiale (media, scuola, governi) che tende a far<br />
apparire ’ineluttabile’, ‘naturale’, ‘nella realtà<br />
delle cose’ una determinata linea di sviluppo<br />
piuttosto che un’altra, mentre invece la storia<br />
ha mostrato di svolgersi come un magma mobile<br />
sempre pronto a rimescolarsi e il cui punto<br />
d’arrivo non è determinabile a priori.<br />
Il fattore tecnico informatico<br />
Il rapido sviluppo dell’informatica, con gli<br />
strumenti tecnici che mette a disposizione, gioca<br />
un ruolo importante negli aspetti economici,<br />
culturali e politici che riguardano il binomio<br />
mondialismo-identità.<br />
I primi calcolatori elettronici nascono in Inghilterra<br />
e Stati Uniti negli anni ’40, durante la<br />
seconda guerra mondiale, per esigenze militari<br />
(sistemi di puntamento, cifratura). Grazie anche<br />
agli sviluppi della fisica, conoscono un’evoluzione<br />
rapidissima, passando dalle valvole in<br />
vetro ai transistor, fino agli attuali circuiti integrati.<br />
Capacità sempre maggiori di memorizzazione<br />
e potenza di calcolo li rendono presto indispensabili<br />
nell’ambito della ricerca scientifica<br />
e nelle grandi strutture pubbliche e private,<br />
mentre il successivo calo dei costi e delle dimensioni<br />
li introducono poco alla volta nelle<br />
case private. Le reti di calcolatori permettono a<br />
più macchine di comunicare tra loro scambiandosi<br />
dati e distribuendo la potenza di calcolo.<br />
L’embrione di ciò che sarebbe diventato Internet<br />
nasce ai tempi della guerra fredda (1973) da<br />
un progetto della Advanced Research Projects<br />
Agency del ministero della Difesa degli Stati<br />
Uniti. L’esigenza da soddisfare è quella di una<br />
rete in grado di funzionare ancora, anche se<br />
con prestazioni ridotte, qualora una parte di essa<br />
venga distrutta da un attacco nemico. Viene<br />
sviluppato un insieme di protocolli di comunicazione<br />
denominato TCP/IP che prevede il fra-<br />
Testo della conferenza tenuta il 9 settembre 2000, all’Università<br />
d’Estate di Erba<br />
Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000 Quaderni Padani - 3