L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana
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votazione partecipassero, in segno di protesta, i<br />
deputati delle due minoranze nazionali. Il capo<br />
del partito contadino croato Radic dichiarò: «I<br />
croati non erano gli schiavi della monarchia<br />
asburgica e i serbi non ne sono stati i liberatori».<br />
Verrà ucciso a colpi di pistola in pieno parlamento<br />
nel 1928; il suo successore Mac˘ ek verrà<br />
arrestato per aver protestato contro la nuova costituzione<br />
ancora più centralista introdotta nel<br />
1931, a seguito del colpo di Stato di due anni<br />
prima del Re Alessandro II.<br />
<strong>La</strong> caduta dopo la prima guerra mondiale dei<br />
tre Imperi europei ed in particolare di quello<br />
asburgico determinò un vuoto ed una frammentazione<br />
di potenza nell’Europa centro-orientale<br />
(la cosiddetta “balcanizzazione”). Sul piano economico<br />
i nuovi Stati potevano a fatica reggersi<br />
autonomamente; quella «magnifica via di unificazione<br />
che è il Danubio rimase, tra le due guerre,<br />
quasi inutilizzata, perché non si riuscì mai a<br />
sopprimere o ridurre le undici dogane che lo<br />
spezzettavano da Ratisbona fino a Giurgiu» ( 24 ).<br />
Ma in politica e soprattutto in politica internazionale<br />
il vuoto viene sempre colmato. Dopo<br />
vent’anni le nazioni di quella parte dell’Europa<br />
erano strette nella morsa della Germania nazionalsocialista<br />
e della Unione Sovietica ( 25 ). L’ordine,<br />
ma dell’oppressione e della morte, venne poi<br />
imposto per quasi mezzo secolo dal comunismo,<br />
caduto il quale la storia ritrovò un appuntamento<br />
simbolico in un luogo dove già era stata scritta<br />
una pagina tragica: Sarajevo.<br />
È paradossale che ottantadue anni fa le forze<br />
dominanti in Europa decretassero la morte dell’Impero<br />
multinazionale degli Asburgo, mentre<br />
oggi esse inneggiano alla società multietnica e<br />
multireligiosa, non tra europei, ma con africani<br />
ed asiatici, senza gli elementi unificanti del trono<br />
e dell’altare.<br />
Ottanta anni fa si distruggevano gli Imperi, si<br />
abbattevano i troni e si frammentava l’Europa,<br />
oggi si vuole ricostruirla in nome del denaro.<br />
Dobbiamo credere che ciò avvenga per caso e<br />
che la politica internazionale sia mossa solo da<br />
quella che è stata definita la “perpetua quadriglia”<br />
tra le Grandi Potenze ( 26 )?<br />
Ottantadue anni fa si chiudeva la vicenda storica<br />
dell’Impero Asburgico, ma, nonostante l’effimera<br />
esultanza dei vincitori, finiva anche l’Europa<br />
come soggetto dominante della politica<br />
mondiale, si ponevano anzi le premesse della<br />
dominazione del nostro continente da parte di<br />
superpotenze ad esso totalmente o parzialmente<br />
estranee.<br />
( 24 ) P. Henry, Nazionalità e nazionalismo, in AA. VV., Nuove<br />
questioni di storia contemporanea, Milano 1969, vol. I, pag.<br />
308.<br />
( 25 ) Cfr. M. de Leonardis, L’Europa e il Mediterraneo dalla prima<br />
alla seconda guerra mondiale/Europa und das Mittelmeer<br />
vom Ersten zum Zweiten Weltkrieg, in AA. VV., L’unità d’Europa:<br />
il problema delle nazionalità/Die Einheit Europas: das<br />
Problem der Nationalitäten, Merano 1990, pagg. 201 ÷ 217.<br />
( 26 ) A. J. P. Taylor, L’Europa delle Grandi Potenze. Da Metternich<br />
a Lenin, Bari 1971, pag. 13.<br />
Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000 Quaderni Padani - 35