09.06.2013 Views

L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana

L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana

L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

L’articolazione del territorio dello stato prevista<br />

dalla Costituzione italiana è discutibile sotto<br />

vari aspetti, ma il caso più eclatante è senza<br />

dubbio l’individuazione della regione Emilia-Romagna.<br />

<strong>La</strong> definizione di questa regione è stata un’ingiustizia,<br />

perché figlia di procedure non conformi<br />

e di equivoci.<br />

Il primo colpo contro l’autonomia della regione<br />

storica romagnola venne inferto dal Comitato<br />

di redazione della carta<br />

costituzionale durante i<br />

lavori dell’Assemblea costituente,<br />

nel secondo dopoguerra.<br />

Senza averne<br />

esplicito potere questo comitato<br />

soppresse alcune<br />

regioni che erano state incluse<br />

dall’apposta sottocommissione<br />

dopo ampie<br />

consultazioni, anche popolari,<br />

e votazioni all’interno<br />

dell’Assemblea. Le<br />

regioni erano infatti rimaste<br />

solo diciannove: risultavano<br />

depennate il Molise,<br />

il Salento e l’Emilia-<br />

Lunense. Il Friuli era stato<br />

accorpato alla Venezia<br />

Giulia e compariva la dicitura<br />

“Emilia e Romagna” a rappresentare non<br />

solo l’Emilia-Lunense, ma tutto questo più la<br />

Romagna. Da quell’atto d’imperio scaturirono<br />

nei giorni successivi numerose proposte di correzione<br />

sia in direzione più radicale che anti-regionalista.<br />

Vinse l’ordine del giorno, che recava<br />

come primo firmatario Ferdinando Targetti, che<br />

prevedeva l’introduzione nella Costituzione di<br />

un apposito articolo che stabilisse le modalità<br />

per la nascita e la modifica delle entità regionali.<br />

<strong>La</strong> vittoria di questo contribuì però a far cadere<br />

automaticamente gli emendamenti a favore dell’introduzione<br />

della regione Romagna.<br />

Un emendamento del deputato liberale Epicarmo<br />

Corbino tentò, prima di procedere alla<br />

votazione finale sull’elenco delle regioni, di togliere<br />

dalla denominazione regionale il termine<br />

“Romagna”. Esso venne subito approvato, ma ne<br />

nacque una generalizzata ribellione che coinvolse<br />

l’intera aula di Montecitorio. Vista la situazione,<br />

il presidente Terracini si rimise alle decisioni<br />

dell’assemblea che si dichiarò favorevole alla ripetizione<br />

del voto. Quest’ultima decisione sollevò<br />

un vespaio al punto che, per timore che<br />

Il Gallo araldico di Romagna<br />

qualcuno impugnasse il caso a pretesto, alla fine<br />

il voto non venne ripetuto; fu invece incaricato<br />

il Comitato di redazione di determinare il nome<br />

definitivo.<br />

Questo effettuò un secondo colpo di mano inserendo<br />

la denominazione “Emilia-Romagna”,<br />

dicitura diversa per l’ennesima volta, che venne<br />

infine approvata da un’assemblea coinvolta più<br />

da altre tematiche e da ravvicinate scadenze che<br />

non dall’autonomia della Romagna.<br />

Con la Costituzione del<br />

1948 assieme all’Emilia-<br />

Romagna, nacquero diverse<br />

altre regioni composite,<br />

come l’Abuzzo e Molise e<br />

il Friuli-Venezia Giulia.<br />

Per alcune si è passati poi<br />

a soluzioni più radicali,<br />

come nel caso dell’Abruzzo<br />

e del Molise, divenute<br />

entrambe regioni nel<br />

1963, ma ciò non è avvenuto<br />

per la Romagna.<br />

In questi anni la Romagna<br />

è stata trattata alla stregua<br />

di cenerentola e oggi più<br />

che mai sono evidenti i risultati<br />

della disparità di<br />

trattamento all’interno<br />

della regione Emilia-Romagna<br />

riguardanti in particolare l’università statale,<br />

il tribunale amministrativo regionale, la corte<br />

d’appello, la sede Rai, gli ospedali specializzati,<br />

i circuiti creditizi, il comparto turistico, le aziende<br />

termali, la caccia e la tutela dell’ambiente.<br />

Prospettive<br />

Sia a livello regionale che italiano la situazione<br />

pare però non avere vie di uscita. <strong>La</strong> battaglia<br />

per questo riconoscimento non è facile, perché<br />

la legge referendaria che regola la nascita o la<br />

fusione di regioni (art. 132), non prevede che a<br />

esprimersi sul quesito sia solo la popolazione residente<br />

direttamente interessata al cambiamento<br />

della Regione stessa, cioè nel nostro caso i soli<br />

romagnoli ma, sempre rimanendo nel nostro<br />

ambito, anche gli emiliani. Anche questa ipotesi<br />

però è alquanto remota, perché a monte occorrerebbe<br />

il voto favorevole dei consigli comunali<br />

e provinciali dei comuni intenzionati a costituire<br />

la nuova regione, nonché quello di tanti consigli<br />

provinciali o comunali che rappresentino<br />

almeno un terzo della restante popolazione della<br />

regione dalla quale è proposto il distacco.<br />

54 - Quaderni Padani Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!