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L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana

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Il senso<br />

del suo attuale riutilizzo<br />

Si tratta di un simbolo antichissimo<br />

il cui rinvigorimento avrebbe prima<br />

di ogni altra cosa il significato di<br />

superamento delle sciagure ideologiche<br />

che hanno devastato l’Europa negli<br />

ultimi due secoli, e il ritorno a<br />

una idea di Comunità basata su<br />

profonde similitudini culturali e religiose,<br />

sulla continuità storica e sulle<br />

comuni origini. Sarebbe – per parafrasare<br />

De Maistre – non un voler<br />

tornare al Medio Evo ma farlo continuare,<br />

riproponendo una comunità<br />

di popoli fratelli uniti sotto una<br />

struttura imperiale dallo scarso peso<br />

politico (se non di comune visione<br />

dei rapporti verso l’esterno) ma dalla<br />

preponderante carica simbolica.<br />

L’Europa che ha preceduto i grandi<br />

sconvolgimenti rivoluzionari, che<br />

l’hanno profondamente devastata e divisa, aveva<br />

in sé tutte le potenzialità per generare una<br />

compatta unione dei suoi popoli, costruita sullo<br />

scrupoloso rispetto per le differenze e per le autonomie<br />

locali: tutte cose che non è in grado (e<br />

che non ha intenzione) di fare l’attuale sciagurata<br />

Europa dei banchieri e dei burocrati. L’aquila<br />

bicipite ha sempre rappresentato entità<br />

politiche sovranazionali, composte dall’unione<br />

di popoli diversi e di<br />

autonomie rispettate<br />

e proprio per questo<br />

è stata sempre odiata<br />

da giacobini, nazionalisti<br />

e comunisti.<br />

Tutti i simbolismi di<br />

cui l’aquila è sempre<br />

stata caricata sono di<br />

stretta attualità per<br />

l’Europa di oggi.<br />

<strong>La</strong> complementarietà<br />

e la differenza<br />

fra il potere politico<br />

e quello spirituale<br />

devono essere alla<br />

base di ogni moderna<br />

società liberale basata<br />

sulla assoluta divisione<br />

e indipendenza<br />

dei poteri ma anche<br />

fortemente ancorata<br />

ai valori morali e<br />

Cotta d’arme dell’araldo dell’Imperatore romano-germanico<br />

culturali della comune tradizione cristiana. Soprattutto<br />

in un momento nel quale mondialismo<br />

e islamismo stanno aggredendo congiunti<br />

la grande Patria comune degli Europei, tutti i<br />

valori che l’aquila ha sempre rappresentato si<br />

ergono come baluardo e difesa delle nostre libertà<br />

antiche. Così oggi, l’aquila nera torna a<br />

essere (con forza quasi addirittura superiore a<br />

quella del passato) segno di alleanza fra il pote-<br />

Corona dell’Impero, usata la prima volta da Ottone<br />

I il grande nel 962<br />

re politico e quello<br />

spirituale, di unione<br />

dell’Occidente con<br />

l’Oriente d’Europa<br />

(anche in termini religiosi),<br />

e di lotta<br />

contro il mondialismo<br />

massonico e<br />

l’aggressività islamica.<br />

Questa era la bandiera<br />

che sventolava sui<br />

bastioni di Costantinopoli<br />

cristiana assediata<br />

dai Turchi, che<br />

guidava le armate<br />

cristiane di Eugenio<br />

di Savoia e di Raimondo<br />

Montecuccoli<br />

che hanno respinto<br />

le orde islamiche<br />

fuori dal cuore della<br />

Mitteleuropa; era la<br />

Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000 Quaderni Padani - 27

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