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L'aquila d'Europa - La Libera Compagnia Padana

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Francesco Giuseppe nel 1863. Dipinto di Eduard<br />

Engerth<br />

a tal punto dalla grazia di Dio e dalla fede dei<br />

popoli nella grazia di Dio», esclama il polacco<br />

Conte Chojnicki nella Marcia di Radetzky ( 6 ).<br />

«L’Impero era sacro. Non poteva tramontare»,<br />

si ripete l’alfiere Menis, al quale nei giorni della<br />

sconfitta del 1918 toccherà portare lo stendardo<br />

del suo reggimento di cavalleria, tra le cui pieghe<br />

ristagnavano ancora «il solenne profumo<br />

d’incenso delle messe al campo e delle processioni,<br />

il dolce odore di sangue delle vittorie e<br />

quello amaro dei serti di alloro» ( 7 ).<br />

In Spagna e nel Sacro Romano Impero gli<br />

Asburgo avevano rappresentato la spada della<br />

Controriforma. Per secoli gli Asburgo furono<br />

nei Balcani lo scudo del mondo cristiano di<br />

fronte all’Islam. Tra i comandanti dei loro eserciti,<br />

e tra i più grandi generali di tutti i tempi,<br />

furono gli “italiani” Raimondo Montecuccoli ed<br />

Eugenio di Savoia, che si firmava Eugenio von<br />

Savoy, simboleggiando così il carattere<br />

multinazionale ed europeo dell’Impero.<br />

Nel 1914 ritroviamo un Conte Rodolfo<br />

Montecuccoli, nato a Modena nel 1843 e<br />

discendente del grande generale, capo di<br />

Stato Maggiore della Imperiale e Regia<br />

Marina Austro-Ungarica.<br />

Nei limiti consentiti dall’evoluzione storica,<br />

nell’Impero e nella Dinastia viveva<br />

l’eredità del Sacro Romano Impero e<br />

l’Austria-Ungheria era l’unica monarchia<br />

e l’unica grande potenza cattolica ( 8 );<br />

per queste ragioni chi aveva il disegno di<br />

“repubblicanizzare l’Europa” individuava<br />

in essa il nemico da abbattere, imprimendo<br />

alla prima guerra mondiale il carattere<br />

di scontro ideologico: «Come repubblicanizzare<br />

l’Europa? I radicali pensavano<br />

alla Germania, ma non dimenticavano<br />

che in Germania vi erano anche<br />

dei protestanti e dei massoni. Mentre il<br />

nemico tradizionale, l’Austria-Ungheria,<br />

incarnava insieme monarchia e cattolicesimo<br />

... il grande disegno ... era di<br />

estirpare dall’Europa le ultime vestigia<br />

del clericalismo e del monarchismo» ( 9 ).<br />

Sovrano consacrato, primo funzionario<br />

dell’Impero, povero peccatore<br />

Nell’Imperatore Francesco Giuseppe si<br />

componevano armonicamente due concezioni<br />

della regalità: il sovrano consacrato,<br />

«per Grazia di Dio», ed il sovrano<br />

primo funzionario dello Stato. <strong>La</strong> cerimonia<br />

nella quale soprattutto rifulgeva il<br />

carattere cattolico dell’Impero e del suo Sovrano<br />

era la processione a Vienna del Corpus Domini,<br />

forse il maggiore evento annuale della monarchia.<br />

L’Imperatore a capo scoperto seguiva a piedi<br />

il Santissimo Sacramento, alla testa dei dignitari<br />

della Corte e dello Stato. Lo zelo e la precisione<br />

con i quali l’Imperatore sbrigava le prati-<br />

( 6 ) J. Roth, <strong>La</strong> Marcia di Radetzky, Milano 1996, pag. 209.<br />

( 7 ) A. Lernet-Holenia, Lo stendardo, Milano 1989, pagg. 260<br />

e 194.<br />

( 8 ) Con una popolazione quasi completamente cattolica la<br />

Repubblica francese ed il Regno d’Italia si caratterizzavano<br />

però per l’anticlericalismo dei loro regimi e per il conflitto<br />

con la Chiesa ed il Papato. In Gran Bretagna e Russia i Sovrani<br />

erano allo stesso tempo i capi simbolici delle rispettive<br />

religioni di Stato, anglicana ed ortodossa; nell’Impero Tedesco<br />

era forte il predominio della Prussia luterana.<br />

( 9 ) Cfr. F. Fejtó´, Requiem per un Impero defunto. <strong>La</strong> dissoluzione<br />

del mondo austro-ungarico, Milano 1990, pag. 320.<br />

30 - Quaderni Padani Anno Vl, N. 31 - Settembre-Ottobre 2000

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