QUaliTÀ - Pavoniani

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la “<strong>QUaliTÀ</strong>” Di PaDre PaVoni di p. Giuseppe Rossi Una premessa necessaria, prima di affrontare il tema che ci proponiamo è stabilire cosa si intende per “qualità”, un termine oggi molto gettonato 1 . Pare che non sia semplice una definizione; ci troviamo nella stessa situazione in cui s’è trovato sant’Agostino rispetto al tempo: «Se non mi chiedono cosa sia il tempo lo so; se me lo chiedono non lo so». Il Dizionario italiano di Devoto e Oli così definisce la qualità: «Nozione alla quale sono riconducibili gli aspetti della realtà suscettibili di classificazione o di giudizio». Chiarissimo! 1 Si pensi alle numerose “Certificazioni di qualità”, alle numerose sigle che dovrebbero garantire la qualità di un prodotto: DOC (denominazione origine controllata), DOCG (garantita), DOP (protetta), IGP (indicazione geografica protetta), SGT (specialità tradizionale garantita), IGT (indicazione geografica tipica); alle “strutture/prodotti di eccellenza”, ecc. 21
Lasciando da parte il dizionario: cosa intendiamo nel linguaggio comune con questo termine? Forse potremmo, semplicemente, dire che la qualità è quel particolare pregio che caratterizza una persona o un’opera se viene raffrontata con la media delle altre persone o delle opere analoghe. Un esempio: se uno stesso manufatto, opera di un apprendista, è fatto anche da un artista, si nota sicuramente una notevole differenza: questa differenza, questo “qualcosa di più” (non in senso quantitativo, ma migliorativo) è quanto ci fa dire che uno dei due lavori, rispetto all’altro, è un lavoro di qualità. A questa “qualità” si contrappongono il pressapochismo, la superficialità, l’improvvisazione 2 , la smania di produrre la massima quantità… Concretamente: cercheremo di trovare ed evidenziare alcune costanti nello – stile di vita, nei – suoi scritti, in – testimonianze attendibili, nelle – opere realizzate da Lodovico Pavoni che ci permettano di affermare che fu “uomo di qualità”. Va subito detto che non sarà facile questa ricerca perché p. Pavoni, secondo la testimonianza di p. Baldini, – era «soprattutto intento a nascondere il bene che operava»; bisognerà accontentarsi di qualche scintilla che, nella sua povertà, rivela la luce; inoltre – non sarà una ricerca esaustiva, ma esemplificativa: spesso saranno più allusioni che affermazioni; finalmente nonostante lo sforzo per essere obiettivo, – alcune valutazioni saranno discutibili perché del tutto personali. Quali sono le fonti cui attingere i dati necessari per formulare un giudizio, sia pur provvisorio e «salvo semper meliori judicio»? Le fonti saranno quelle che abbiamo a disposizione: gli scritti del Pavoni 3 , le testimonianze dei Processi 4 e i numerosi studi finora 2 «Il Pavoni non pare proprio il tipo che, emozionato dall’ultimo avvenimento, parte a caso con dei tentativi incerti e approssimativi. È piuttosto uno che matura le sue intuizioni con ponderata riflessione, studia attentamente i problemi, si confronta pazientemente con altri, discute le sue scelte e chiede parere e approvazione» (G. Berto lei, L’esperienza apostolica di Lodovico Pavoni, Congregazione FMI, [Milano] 1997, 132. Sarà citato: EAP. 3 Negli scritti del Pavoni il termine “qualità” è usato quasi sempre nell’espressione: “in/nella qualità di…”; 15 volte nel senso di “qualità morali” (al plurale) e solo 3 volte nell’accezione da noi proposta («qualità del lavoro»: Regolamento dell’Istituto 6 e Costituzioni primitive 262; «qualità del cibo»: lettera a p. Amus del 22 dicembre 1848). 4 G. Ro ssi (a cura di), Lodovico Pavoni visto da vicino, Congregazione FMI, [Milano] 1995. Sarà citato LPV. 22
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