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QUaliTÀ - Pavoniani

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dell’ethos dell’operatore sociale che si porta pian piano, ad essere<br />

lavorista, rendendo prima o poi fragili le logiche di “dono” necessarie<br />

nella relazione di aiuto. Ed è così che il servizio nato da una<br />

passione carismatica si porta a evolversi come un modello d’impresa<br />

di lavoratori, che, per restare sul mercato, deve rafforzare le<br />

proprie capacità di sviluppo imprenditorializzando il lavoro sociale.<br />

Da qui il venir meno dei volontari la cui nativa vocazione non è<br />

quella di essere funzionali a una impresa di lavoro, ma al bisogno<br />

di chi è in difficoltà.<br />

Nel contempo le vocazioni alla vita consacrata sono andate ulteriormente<br />

diminuendo e le nuove, non “contagiate” dal precedente<br />

forte momento culturale, sono diverse in quanto a “passione”, in<br />

riferimento al disagio sociale conclamato.<br />

Altra con-causa di questa deriva è data dal fatto che lo stato ha,<br />

via-via, privato i religiosi/e della “titolarità” dei servizi alla persona<br />

relegandoli in posizione subalterna alle proprie esigenze, con una<br />

normativa tesa a uniformare a sistemi di qualità apparentemente<br />

impeccabili, ma che alla fine si rivelano fragili, ridondanti e frammentari,<br />

attenti più alla legittimità degli “atti” che dei risultati,<br />

non più espressione dell’istanza carismatica di un ente, ricco di<br />

generosità e di intraprendenza, ma sempre più esplicita espressione<br />

di un contratto (stato-ente) dalle forti connotazioni istituzionali e<br />

commerciali.<br />

Una domanda provocatoria<br />

Come mai le attività maggiormente significative sono quelle i cui<br />

iniziatori non sono religiosi?: è la domanda posta in un gruppo di<br />

partecipanti all’incontro di Assisi2 . Era chiaro il riferimento a don<br />

Benzi, don Ciotti, don Picchi, don Albanese, don Clauser, ecc;<br />

o ai laici Riccardi, Oliviero ecc. i quali si sono posti di fronte al<br />

“nuovo” con la mente libera da parole e concetti uditi da altri, da<br />

modelli standardizzati e da livelli decisionali estranei all’inedito. E<br />

tutto questo per cercare di obbedire alla verità sottesa nei “segni<br />

dei tempi”.<br />

In quegli anni la stessa inedita ispirazione dello Spirito era stata<br />

68<br />

2 Assisi 12-15 ottobre 2009, Convegno Cism-Usmi, Il Vangelo nelle opere di carità.

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