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secondario e indiretto alla missione apostolica esercitata dalla<br />
classe sacerdotale; erano anch’essi, a pieno diritto, inseriti direttamente<br />
nella “missione” propria della Congregazione, per la quale<br />
i sacerdoti e i laici sono co-essenziali.<br />
Non v’è dubbio: si trattava di un progetto “qualitativamente<br />
nuovo” di vita religiosa; un progetto al quale Pavoni non poteva<br />
rinunciare e non rinunciò nonostante le difficoltà, perché era convinto<br />
che gli fosse stato «dettato dal Cielo». La storia gli ha dato<br />
ragione 79 .<br />
Conclusione<br />
Si è cercato di percorrere rapidamente la vita di Lodovico<br />
Pavoni, soffermandoci su alcuni punti che mettono in risalto una<br />
“qualità” che ha suscitato la meraviglia di chi l’ha conosciuto. Non<br />
si vuole affermare che tutto e sempre suscita questa meraviglia,<br />
ma non v’è dubbio che nei momenti più significativi (e spesso più<br />
difficili), nelle scelte più impegnative, nelle proposte più esigenti<br />
affiora quanto è per lui abituale e tale da dare un’impronta caratteristica<br />
a tutta la sua vita.<br />
La semplicità e la spontaneità, unite a una profonda coerenza,<br />
sono la testimonianza più efficace dell’autenticità di un comportamento<br />
fondato su valori umani ed evangelici mai contraddetti che<br />
hanno strutturato la sua vita.<br />
Possiamo quindi ritenere se non esaustivo almeno sufficiente<br />
quanto abbiamo potuto dire, per affermare senza forzature che<br />
davvero Lodovico Pavoni fu “uomo di qualità”.<br />
gregazione pavoniana «ha il suo compimento, che dirò caratteristico, nei Religiosi Maestri<br />
degli Artigiani» (LPV 644r).<br />
79 P. Gallina, nell’articolo citato, così si esprime:«Molte Congregazioni moderne riconoscono<br />
la priorità del Pavoni come ideatore di un diverso tipo di religioso-prete e di<br />
religioso-laico, integrati, a pari dignità di consacrazione e a complementare compito nella<br />
missione, in un nuovo tipo di Istituto apostolico che si fa carico dell’educazione totale<br />
di vasti strati di giovani poveri o dal futuro compromesso, per i quali il progetto educativo<br />
culminerà sì nella formazione religiosa, ma concedendo autonomia e ampio<br />
spazio all’attività professionale e al perseguimento dei valori umani e terrestri; un progetto<br />
educativo in cui il sacerdote e il religioso laico collaborano alla pari senza reciproche<br />
subordinazioni, come educatori della fede, come maestri d’arte e di umanità».<br />
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