QUaliTÀ - Pavoniani

parti principali le Costituzioni, che ben si può dire Lui medesimo
esserne il Libro vivente» 26 . Ancora più esplicito è lo Zambelli: «La
regola [Costituzioni] che loro lasciò [ai suoi Religiosi], scritta con
bontà di stile e con mirabile unzione, è il succo di tutte le massime
che regolarono la sua vita» 27 .
Non intendo affrontare tutta la problematica inerente a questo
tema; vorrei limitarmi a due rilievi apparentemente di poca
importanza, ma che a me pare mettano in evidenza l’esempio e la
richiesta di “qualità”. Il primo consiste nell’uso che Pavoni fa di
due aggettivi qualificativi: “grande” e “vero”, il primo usato nel
grado superlativo: “sommo” o nella forma avverbiale di “sommamente”.
Il secondo rilievo presenterà alcune antinomie che, a mio
parere, possono servire a completare la riflessione.
1) L’uso degli aggettivi “sommo” e “vero”. Questi aggettivi, come
tutti gli aggettivi qualificativi, servono a valorizzare il sostantivo
al quale si riferiscono. Nel nostro caso – riferendosi a sostantivi che
hanno in sé un chiaro valore positivo – suggeriscono che non basta
“fare” qualcosa di buono o esercitare una virtù; si richiede che lo si
faccia in “sommo” grado, naturalmente «per quanto è possibile»;
in altri termini: il bene che si fa deve essere di qualità 28 .
* Come l’aggettivo “sommo” e l’avverbio “sommamente” vengono
usati specialmente nelle Costituzioni primitive 29 .
Dovrà essere «impegno di tutti il dimostrare somma sollecitudine
30 nel recarsi» alla preghiera (91); in particolare l’orazione
mentale (meditazione) va tenuta in «somma stima» (86). La devozione
«alla cara madre Maria, ed al Cuore SS. di Gesù» non solo
va praticata, ma anche “promossa” e questo impegno deve essere
26 LPV 625v.
27 LPV 803v.
28 In questo senso il Pavoni si esprime riguardo a possibili aspiranti: «Non si accetteranno
in questa Congregazione che individui conosciuti di costumi non solo buoni,
ma esemplari» (CP 23).
29 Analizzando le Costituzioni non si intende affermare che tale aggettivo è in esse
presente in modo esclusivo, ma inclusivo; è utilizzato nella “lettere” una decina di volte,
nel “Regolamento dell’Istituto”, nel documento indirizzato dal Direttore ai suoi
“Alunni Coadiutori”, nella “Regole fondamentali”, ecc.
30 Si noti che qui, come altrove, il sostantivo esprime già di per sé un particolare impegno;
“sommo/a” o “vero/a” lo sottolineano con efficacia.
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